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‘Asta 5G, gli operatori non sono impazziti. Il futuro è IoT e Industry 4.0 non voce e sms’. Intervista al Prof. Vincenzo Zeno-Zencovich

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Il Professor Vincenzo Zeno-Zencovich, consulente giuridico della FUB all’asta 5G: ‘Tutti gli operatori in gara sono gruppi stranieri che hanno deciso di investire sul mercato italiano perché lo considerano importante’.

Gli operatori che hanno partecipato all’asta 5G da 6,55 miliardi di euro non sono certo dei folli giocatori presi dalla febbre del gioco; il 5G è l’unica via per le telco di cambiare pelle e imboccare la strada dei nuovi servizi IoT e Industry 4.0 per le imprese e non soccombere di fronte all’abbraccio mortale degli OTT come Whatsapp, Facebook e Instagram che minacciano il business tradizionale dei servizi voce ed sms ormai al tramonto.  Questo in sintesi il messaggio del Professor Vincenzo Zeno-Zencovich, Ordinario di diritto comparato nell’Università di Roma Tre nonché consulente giuridico della FUB (Fondazione Ugo Bordoni), che ha fatto da supporto tecnico al Mise nel disegnare le regole dell’asta 5G e nel gestire le due settimane di rilanci. Il prof. Zeno Zencovich è stato consulente del governo e del ministero negli ultimi 20 anni in tutte le gare per licenze e frequenze radiomobili.

Key4biz. Professore, un suo parere sull’asta 5G che in Italia si è chiusa a cifre record.

Zeno-Zencovich. Sicuramente vanno ringraziati gli operatori che hanno investito sul futuro dell’Italia, un mercato che reputano importante viste le cifre dell’asta. Tanto più che tutti gli operatori in lizza (Vodafone, Tim, Iliad, Wind Tre e Fastweb) sono gruppi internazionali stranieri e che non sono certo impazziti. Al contrario, hanno fatto ragionamenti che hanno precise logiche, in primo luogo di carattere finanziario.

 

 

Key4biz. Cioè?

Zeno-Zencovich. Il primo ragionamento, banalmente, è che i pagamenti per le frequenze sono programmati su più annualità. Nel 2018 gli operatori dovranno spendere un totale di 1.250 milioni; da oggi al 2021 un totale di 1.750 milioni a crescere. Il grosso della spesa, pari a 4,8 miliardi di euro, è in programma nel 2022. Questa cadenza di pagamento consente agli operatori di avviare da subito i nuovi servizi 5G in banda 3700 Mhz, disponibili dal primo gennaio 2019, e di vendere i servizi alle imprese, e programmare le loro strategie con un orizzonte temporale piuttosto ampio.

Key4biz. Quindi l’asta 5G non è paragonabile all’asta Umts del 2000?

Zeno-Zencovich. Quella fu un’asta clamorosa da 23mila miliardi di lire, ma si tenne in un’epoca completamente diversa, dominata dall’euforia della ‘Internet bubble’ che sarebbe scoppiata di lì a poco.

Key4biz.  Quali sono gli altri motivi che hanno spinto gli operatori a investire in maniera così massiccia nel 5G?

Zeno-Zencovich. Il fattore tecnologico è importante, altrimenti non si spiegherebbe la partenza da una base d’asta di 2,8 miliardi conclusa a 6,55 miliardi. Tutte le sperimentazioni 5G dimostrano che l’efficienza spettrale del 5G è quattro volte superiore a quella del 4G avanzato. L’Italia è un mercato importante e disporre delle frequenze di nuova generazione è fondamentale per il futuro delle telco.

Key4biz. I sindacati hanno parlato di ‘rilanci irrazionali’ e alcuni analisti considerano il prezzo pagato per le frequenze eccessivo. Che ne pensa? 

Zeno-Zencovich. Stiamo parlando di imprese internazionali, grandi gruppi dove i processi decisionali sono più che ponderati e formalizzati, sottoposti allo scrutinio degli azionisti. Le frequenze 5G sono un asset importante. Investire nel 5G è l’unico modo per gli operatori di uscire dal vecchio mondo dei servizi di fonia e comunicazione (voce ed sms) destinati al mercato dei singoli individui e fare un salto di qualità ad un mercato fatto di imprese in ottica di nuovi servizi dati ad altissime prestazioni in ottica Industry 4.0 e IoT.

Key4biz. Il 5G come nuova fonte di ricavi per le telco?

Zeno-Zencovich. Sì. Le imprese hanno bisogno di una nuova infrastruttura di rete, vocata e servirle per nuovi servizi che prevedono la raccolta di enormi quantità di dati, con risposte in tempo reale e analisi real time di questi dati. Un classico esempio è il mercato Automotive e delle auto connesse, nel quale grazie al 5G sarà possibile controllare in tempo reale il preciso posizionamento di un’intera flotta di veicoli in Europa, con la possibilità di accedere a tutti i dati sulla meccanica dei mezzi, la segnalazione di un guasto e le condizioni del traffico, il meteo in tempo reale. Dalla sala di controllo, sul monitor, si vede tutto. Con il 5G si scaricano due giga in meno di un secondo. Il 5G sarà fondamentale nella logica di grandi moli di dati, numeri e immagini.

Key4biz. Quindi a suo parere non si tratta di una scommessa azzardata da parte degli operatori.

Zeno-Zencovich. Tutt’altro. Quello che è importante di questa gara 5G è che gli operatori hanno dimostrato di voler cambiare pelle, per evitare di essere cancellati dagli OTT. I servizi tradizionali voce ed sms sono in costante calo, non hanno più ritorni, la concorrenza di Whatsapp e Instagram è troppo forte. Giusto puntare su un’utenza di imprese, profondamente diverso da quello delle persone, con nuovi servizi basati su sensori, soluzioni IoT e M2M.

Key4biz. Il dispositivo dell’asta è stato, come sostengono alcuni, una sorta di capestro?

Zeno-Zencovich. L’Autorità ha fatto una consultazione, sulla configurazione de lotti in banda 3700 c’erano tre opzioni diverse. Alla fine, gli operatori hanno scelto la configurazione di due lotti da 80 Mhz e due lotti da 20 Mhz nell’ottica di future condivisioni di spettro. L’asta è poi stata organizzata con il metodo delle tornate multiple ascendenti. Un meccanismo che potrebbe diventare un benchmark europeo, a partire dalla Germania.

 

Key4biz. Cosa pensa della riserva per i nuovi entranti in banda 700?

 

Zeno-Zencovich. La riserva in banda 700 ai nuovi entranti è una misura asimmetrica che fa parte della storia delle Tlc europee. Ricordo che Iliad è entrata nel nostro paese dopo la fusione nel 2016 fra Wind e Tre. La nuova entità ha ceduto l’eccesso di frequenze che deteneva al nuovo entrante come rimedio post merger. Ha una sua logica aver riservato le frequenze al nuovo entrante.

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