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SosTech. Telco e OTT: storia di un rapporto di amore e odio

di Andrea Galassi |

Gli OTT (Over The Top) forniscono servizi, contenuti e applicazioni attraverso le infrastrutture per l’accesso a Internet dispiegate dagli operatori di telecomunicazioni. L’ecosistema digitale è sempre più complesso e articolato e lo scenario è di forte competizione.

Rubrica settimanale #SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe.

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Con gli OTT (Over The Top), le telco vivono una relazione di amore e odio, sostengono Gabriele Elia e Roberto Minerva, rispettivamente ingegnere elettronico e informatico in forze a Telecom Italia, nel più recente numero del Notiziario Tecnico del gruppo di telecomunicazioni.

Telco e OTT nell’ecosistema digitale

Gli OTT sono «imprese prive di una propria infrastruttura e che in tal senso agiscono al di sopra delle reti, da cui over-the-top», si legge nella Relazione annuale 2012 di AGCOM, nello specifico nel documento intitolato “L’ecosistema digitale”.

Gli OTT forniscono, attraverso le reti IP (Internet Protocol), servizi, contenuti e applicazioni. E traggono ricavo, in prevalenza, dalla vendita di contenuti e servizi agli utenti finali e di spazi pubblicitari, spiega l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Definito il ruolo assunto dagli OTT, ben si comprende perché Elia e Minerva evidenzino il contrasto di sentimenti di cui sopra:

  • amore, perché gli OTT «sono la principale ragione per cui gli utenti utilizzano le nuove tecnologie fisse e mobili che gli operatori dispiegano, con investimenti ingenti»
  • odio, perché gli OTT sono in contemporanea «i principali disintermediatori di un rapporto diretto e spesso monetizzato con gli utenti finali per la costruzione dei servizi».

Il processo connettività-contenuti

Stando al documento elaborato da AGCOM, lo scenario in oggetto vede il «dispiegamento di un processo virtuoso connettività-contenuti» perché la produzione di nuovi contenuti per opera degli OTT promuove l’installazione di reti di nuova generazione per opera delle telco.

E ancora: «La maggiore disponibilità di capacità resa disponibile dall’installazione di reti a banda larga e ultra larga in postazione fissa (su supporti in fibra ottica oppure in rame, attraverso l’upgrade delle reti ADSL) e in mobilità (con l’estensione della copertura e il potenziamento delle reti HSPA, e soprattutto l’avvento delle reti LTE), a sua volta, favorisce la fruizione dei contenuti multimediali».

A proposito di soluzioni per l’accesso a Internet a banda larga e ultralarga, si ricorda che, per confrontare tutte le proposte di mercato, è possibile affidarsi ai servizi di comparazione delle offerte ADSL e delle offerte Internet Mobile curati dagli esperti di SosTariffe.it.

Se è vero che si assiste a un processo virtuoso connettività-contenuti, è altrettanto indubbio che nello scenario descritto si impone un processo di riallocazione delle risorse economiche, aggiungeva AGCOM:

«[…] le abitudini di consumo dei servizi digitali da parte degli utenti finali – siano essi individui e famiglie, oppure imprese e amministrazioni pubbliche che li utilizzano come servizi intermedi – risultano modificati in ragione dell’ampia gamma di scelta e dei nuovi bisogni di comunicazione, informazione e intrattenimento. Ciò modifica il valore relativo dei diversi servizi digitali e si riverbera nei rapporti che intercorrono tra i diversi agenti della catena del valore».

Telco e OTT: la competizione

In questo quadro, gli editori televisivi, del cinema e della carta stampata, gli OTT (Google, Apple, Facebook etc.) e le telco competono tra loro. E appaiono essere proprio gli OTT le imprese che, allo stato attuale, mostrano una maggiore capacità di attirare nuove risorse verso l’ecosistema digitale, evidenziava ancora AGCOM.

La questione è rilevante per le telco, sostengono Elia e Minerva, perché «la voce non è più la base sicura di ricavi per gli operatori, sia per l’evoluzione tecnologica, una azione del regolatore improntata all’asimmetricità, all’iper-concorrenza tra operatori e in parte la concorrenza con gli OTT».

Non solo. La questione è rilevante per le telco anche perché «quasi tutti i servizi dati per cui gli utenti scelgono una linea broadband fissa o un nuovo contratto mobile è per servizi Internet che, quasi sempre, non sono erogati da telecom operator, ma da multinazionali e iper-competitor globali».

Telco e OTT: le strategie degli operatori di telecomunicazioni

In che modo le telco hanno risposto e/o continuano a rispondere alle nuove sfide poste dall’azione degli OTT? Quattro, secondo Elia e Minerva, sono le strategie in campo:

  • ignore: opzione per lungo tempo seguita da molti operatori
  • block: si pensi alle opzioni VoIP sì / VoIP no di molti operatori mobili
  • compete: opzione difficile per i motivi strutturali di cui sopra
  • partner: opzione emergente da parte di vari operatori

I due esperti propongono una strategia «più sofisticata di evoluzione tecnologica che permetterebbe, forse, ritorni economici più grandi per l’operatore e di mantenere un ruolo più strategico della propria infrastruttura».

Una strategia che poggia sulla softwarizzazione della rete, la quale, «se ben orchestrata, deve portare alla costruzione di una infrastruttura in cui tutte le risorse sono programmabili e gestibili». Si vedano, a tal proposito, i focus “Le reti mobili e il concetto di Self-Organizing Networks” e “Le reti mobili e il paradigma Software-Defined Networking”.

Conclusioni

Secondo Elia e Minerva, le telco «devono pensare a forme di competizione ma anche di collaborazione; queste ultime possono riguardare alleanze commerciali ma possono creare un valore aggiunto se passano attraverso evoluzioni della infrastruttura che sfruttino alcune delle innovazioni del software introdotte spesso dagli OTT stessi per costruire una posizione forte dell’operatore».

Se le telco, in circa 15 anni, hanno aumentato di 1.000 volte la velocità di picco in accesso a Internet consentita agli utenti, anche gli OTT hanno portato una serie di innovazioni tecnologiche «che hanno sfruttato la componente computazionale e di storage ma anche in maniera eccellente le potenzialità del mondo del nuovo software», riconoscono i due esperti.

In molti casi, inoltre, gli OTT sono stati in grado di offrire agli utenti finali tecnologie sviluppate in altri settori. Si pensi – esemplificano Elia e Minerva – a Skype, che dal 2005 permette la telefonia con qualità audio HiFi, che solo con il pieno dispiegamento della tecnologia VoLTE le telco generalizzeranno su reti LTE.

Le telco, in virtù di una padronanza e di un controllo delle proprie reti, potrebbero interpretare caso per caso le esigenze degli OTT e organizzare, a seconda dei casi e delle convenienze, «offerte cooperative e rivolte esplicitamente a tali tipologie di aziende, oppure usare la flessibilità della virtualizzazione programmabilità per creare offerte competitive e più avanzate», suggeriscono i due esperti.

L’approccio proposto «richiede la riappropriazione di competenze software e di sviluppo che sono state però trascurate in tempi recenti», concludono Elia e Minerva.

Fonti e risorse:

OTT & Telco: quale cooperazione (a cura di Gabriele Elia e Roberto Minerva)

L’ecosistema digitale (a cura di AGCOM)