#SosTech. Le reti mobili e il concetto di Self-Organizing Networks

di Andrea Galassi |

La gestione dei processi di configurazione e ottimizzazione delle reti mobili si sta facendo sempre più complessa. Una risposta all’esigenza degli operatori di telecomunicazioni di far fronte all’incremento di complessità risiede nel concetto di SON.

Rubrica settimanale #SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe.

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Venice 2014, incontro promosso dalla Presidenza italiana del Consiglio europeo con il sostegno della Commissione europea, si è parlato (anche) di SDN (Software-Defined Networks) e SON (Self-Organizing Network), soluzioni che puntano a rendere le reti capaci di supportare le crescenti richieste di banda, di auto-configurarsi e di ottimizzare le risorse, come ha spiegato Maurizio Tondi, Market Development & Offering EMEA di Italtel.

Il concetto di SON e le implicazioni pratiche del medesimo sono protagonisti di un articolo pubblicato nel nuovo numero del Notiziario Tecnico di Telecom Italia, curato dagli ingegneri Simone BizzarriAndrea Buldorini e Giuseppe Catalano.

Si ritiene opportuno dedicare alla soluzione Self-Organizing Networks una puntata della rubrica #SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe.it, per proseguire il viaggio lungo il percorso della evoluzione delle reti mobili. La tappa successiva sarà incentrata sul Software-Defined Networking.

Si consiglia di fare riferimento al servizio di comparazione di SosTariffe.it per confrontare le offerte di mercato messe a punto dagli Internet Service Provider in Italia per l’accesso alla Rete in mobilità.

Reti radiomobili: l’approccio tradizionale per la configurazione e l’ottimizzazione

 

“L’approccio tradizionale per la configurazione e l’ottimizzazione delle reti radiomobili prevede l’azione manuale sui parametri dei nodi di rete, eseguito periodicamente o in base alle esigenze di intervento dovute al deployment (dislocazione, distribuzione, ndR) di nuovi nodi o alla necessità di adattare la configurazione alla distribuzione del traffico”, scrivono Bizzarri, Buldorini e Catalano.

All’incremento del numero di tecnologie radio (GSM, UMTS, LTE), di frequenze (800/900/1800/2100/2600 MHz) e di nodi (macro, micro/pico celle), corrisponde una crescita esponenziale del numero di parametri che devono essere oggetto di verifiche e ottimizzazioni.

L’introduzione del concetto di SON

Per affrontare la crescente complessità della gestione delle reti mobili, gli enti di standardizzazione hanno introdotto il concetto di SON, con lo scopo di abilitare l’automatizzazione di parte dei processi di configurazione e ottimizzazione. Le funzionalità della rete di accesso radio a supporto del SON si distinguono in self-configuration, self-optimization e self-healing.

La funzionalità self-configuration

La self-configuration riguarda le procedure automatiche per la configurazione iniziale e il provisioning dei nodi di rete. Con il termine provisioning si fa riferimento al processo e alle attrezzature hardware e software che consentono di fornire un servizio di telecomunicazioni a un utente.

La funzionalità self-optimization

 

La self-optimization è inerente ai processi nei quali le misure e gli eventi rilevati dai nodi di rete e dai terminali sono utilizzati coma base per un tuning (sintonizzazione) automatico di parametri di rete.

La funzionalità self-healing

La self-healing riguarda soluzioni per il monitoraggio degli allarmi in grado di scatenare funzionalità automatiche di fault recovery (riparazione del guasto).

Le architetture SON

 

Le funzionalità di gestione della rete radio mobile possono essere allocate in parti diverse sia nella rete stessa sia nel sistema di O&M (Operation and Maintenance, Operatività e Manutenzione) a essa associato. In base all’allocazione funzionale, si possono individuare tre tipi di architetture SON: distribuita, centralizzata, ibrida.

Architettura Distribuita

 

Gli algoritmi SON risiedono nei nodi di rete (Network Element). I compiti di attivazione, configurazione di vincoli e obiettivi prestazionali, e disattivazione del SON, vengono riservati allo strato di NEM (Network Element Manager) e a quello di NM (Network Manager). Il punto di forza delle soluzioni distribuite è nell’autonomia e nella flessibilità degli algoritmi.

Architettura Centralizzata

Gli algoritmi SON sono implementati nello strato di NM oppure in quello di NEM e possono raccogliere ed elaborare dati prestazionali relativi ad ampie porzioni di rete, consentendo azioni efficaci quando è necessario ricorrere a un’azione coordinata su un numero elevato di celle.

Architettura Ibrida

Gli algoritmi SON possono risiedere sia nei nodi di rete, sia nello strato di NEM sia in quello di NM. Questa architettura consente, in linea teorica, di ereditare i punti di forza delle soluzioni distribuita e centralizzata, ma presenta un livello di complessità maggiore.

 

Conclusioni

 

L’adozione del SON è in una fase iniziale, evidenziano Bizzarri, Buldorini e Catalano. Oltre al consolidamento delle soluzioni e dei corrispondenti processi di gestione da parte dell’operatore, “sarà necessario considerare i diversi trend evolutivi, sia nel contesto delle attuali tecnologie radiomobili, sia in quello di lungo termine che riguarderà i sistemi di prossima generazione, per i quali la piena integrazione del SON rappresenta già sin da ora uno dei requisiti fondamentali”.

Fonte e risorse per approfondire:

Mobile trend: Self-Organizing Networks