Lo scontro

MWC21, a Barcellona la industry delle Tlc contro i GAFA

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Si rinnova dal palco del Mobile World Congress di Barcellona l'appello della industry europea delle Tlc ad un nuovo quadro regolatorio che tuteli le telco dallo strapotere degli OTT.

Il mondo alla rovescia se all’ingresso del Mobile World Congress di Barcellona campeggia un’enorme maxi cartellone pubblicitario di Amazon Web Services. Niente Vodafone, Telefonica o Orange ma il leader globale del cloud. E in effetti sono già molti gli operatori tradizionali che hanno siglato un contratto con l’ad di AWS Adam Selipsky per i servizi cloud. Fra questo Swisscom, che è soltanto l’ultimo in ordine di tempo ad aver siglato un contratto con la tech company americana. Lo scrive oggi Les Echos, ricordando come lunedì scorso, giorno di apertura della mega fiera catalana delle Tlc, le grandi telco europee abbiano aperto la kermesse attaccando frontalmente i GAFA.

“Il nostro modello di business non sarà mai la vendita di dati personali”, ha detto Stéphane Richard amministratore delegato di Orange. “Com’è possibile che Whatsapp non venga trattato come tutti gli altri operatri Tlc? I GAFA mobilizzano circa l’80% della nostra rete ma non pagano un centesimo!”, ha denunciato Timotheus Hoettges, l’ad di Deutsche Telekom.

Un ruolo centrale

Per le telecomunicazioni la pandemia è stata un’arma a doppio taglio. Da un lato, ne ha consacrato il valore strategico: senza fibra e 4G niente smart working e niente DAD. Tuttavia, in termini di utilizzo, i grandi vincitori della pandemia sembrano essere i vari Facebook, Google, Apple e Zoom così come i grandi player del Cloud come Amazon e Microsoft.

Nel primo trimestre sia Facebook sia Apple hanno entrambe raddoppiato gli utili, perché la crisi innescata dal virus ha accelerato lo sviluppo di mercati digitali come l’eCommerce e le video conferenze. Consentendo inoltre ai dati di accumulare masse sempre crescenti di dati.

Nel 2025, secondo stime di Orange, l’economia dei dati raggiungerà quota 4 miliardi di dollari, che sarà però concentrata fra un pugno di player della rete.

Il tema della ripartizione del valore fra Telco e OTT è ormai un classico: le telco da anni vorrebbero far pagare gli OTT per l’uso delle loro reti. Peraltro, gli investimenti infrastrutturali attesi nei prossimi anni sono colossali. Secondo stime della GSMA, fra oggi e il 2025 si parla di 900 miliardi di dollari in investimenti di cui l’80% per il 5G.

A peggiorare il quadro per le Tlc, il fatto che negli ultimi tempi gli OTT stanno sempre più invadendo il campo delle Tlc entrando nell’arena della connettività. Facebook e Google lo fanno con i cavi sottomarini che collegano i diversi continenti fra loro. Ma anche i player del cloud che puntano all’utile sfruttando la diffusione del 5G.

Regole antiquate tagliate sulle reti del secolo scorso

E ancora, la pandemia ha ancor di più ampliato la concorrenza. Nel mercato digitale, le telco non competono più soltanto fra loro. Eppure il contesto regolatorio non è adeguato, “è fermo alle vecchie reti del secolo scorso”, attacca José Maria Alvarez-Pallete Lopez, l’ad di Telefonica.  

Di fronte all’attacco frontale delle telco, gli OTT si sono giocati la carta della complementarietà. “Noi portiamo i benefici del Cloud alle telecom”, ha detto Adam Selipsky. “Si tratta di passare da un modello di investimenti in infrastrutture che è pesante e lento ad un modello di affitto più flessibile ed economico”, ha aggiunto.

Il che secondo AWS consentirebbe alle Tlc di concentrarsi su ciò che conta veramente, vale a dire il servizio ai clienti. Cosa diranno le telco? Intanto, chiedono a Bruxelles di creare un vero mercato unico digitale, in grado di competere con Cina e Usa.