Nuovo standard

MWC21, a Barcellona le startup dell’Open RAN rubano la scena ai vendor tradizionali

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Le startup dell'Open RAN si prendono i riflettori del Mobile World Congress di Barcellona per la presenza in sordina dei grandi player della rete come Huawei, Nokia ed Ericsson.

L’assenza quasi completa dei fornitori storici di apparecchiature di rete al Mobile World Congress ha lasciato campo libero alle startup che vorrebbero sostituirli. Startup che si affidano allo standard Open RAN che attrae sempre più gli operatori. Lo scrive Les Echos, riportando che l’operatore francese Orange avvierà la sua prima rete basata sull’Open RAN il mese prossimo. Certo, all’inizio si tratterà di una sperimentazione per poche centinaia di utenti, nel paesino di Lannion. Però questa prima rete 5G completamente automatizzata, battezzata Pikeo e ospitata in cloud prenderà piede a breve. E soprattutto sarà basata sull’Open RAN, che di fatto significa che la rete non riposerà sulle tradizionali attrezzature di Huawei, Nokia o Ericsson.

Funzionerà al 100% grazie al software intercambiabile che fornisce le stesse funzioni. Per questa rete pilota, Orange lavorerà con l’americana Mavenir, una delle tante startup Open RAN che sperano di mandare al tappeto i produttori di apparecchiature tradizionali.

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Novelle Nokia?

I giovani virgulti hanno approfittato della fiera catalana per farsi conoscere. Huawei ha optato per una presenza minima, mentre i concorrenti Nokia ed Ericsson non si sono presentati. Un’occasione d’oro per gli sfidanti, fra cui ad esempio Parallel Wireless, che si sono presi i riflettori con cinque tavole rotonde in tre giorni in tema Open RAN.

La promessa di grossi risparmi

I progetti Open RAN si moltiplicano. In Giappone, l’operatore Rakuten è stato l’apripista nell’uso su ampia scala del nuovo standard. Nel Regno Unito, Vodafone pensa di spostare in Open RAN 2.500 ripetitori in aree rurali nel sud del paese e in Galles, prima di occuparsi delle zone urbane. In Africa, MTN pensa di usare l’Open RAN per 5mila siti a fronte dei 1.100 odierni.

Secondo stime della GSMA, gli operatori investiranno 900 miliardi di dollari di qui al 2025, di cui l’80% per il 5G. Secondo stime di Eugina Jordan, Vice president Marketing di Parallel Wireless, con l’Open RAN gli investimenti degli operatori si abbassano del 44% e le spese operative del 33%. Una tecnologia non troppo sofisticata che offre soprattutto la possibilità di mescolare e coesistere tecnologie differenti.

Oggi, prosegue Les Echos, far convivere attrezzature di Huawei, Nokia ed Ericsson sullo stesso impianto è difficile e costoso.

I software dei vari provider Open RAN dialogano invece tra loro. Un altro vantaggio: gli aggiornamenti sono istantanei e molto più semplici. E la rete può adattarsi in tempo reale alle esigenze dei clienti. Questa è la promessa della “rete zero touch”: la rete che difficilmente richiede l’intervento umano.

Rimangono dubbi nell’industria sulla reale capacità di queste nuove architetture di competere con le apparecchiature tradizionali, soprattutto in ambito urbano. “Nessuno rischia di fare test nel centro di New York”, scherza Eugina Jordan, per la quale è naturale che gli operatori inizino a sperimentare nei paesi emergenti e nelle zone rurali. Se Pikeo fa scintille a Lannion, Orange ha già in programma di riprodurre l’esperienza altrove in Europa.