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Paradisi fiscali, giro di vite dell’Ue: ‘Tolleranza zero con le multinazionali che evadono’

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Approvato un nuovo pacchetto sulla trasparenza fiscale. Dal 1° gennaio 2016 i Paesi Ue dovranno scambiarsi le informazioni sui ruling.

Basta elusione fiscale. La Ue non ci sta più a perdere ogni anno mille miliardi di euro di imposte non versate grazie alla pianificazione aggressiva di molte aziende, tante quelle che operano sul web.

La Commissione europea ha quindi approvato oggi un pacchetto di misure sulla trasparenza fiscale ma anche una Comunicazione che rientrano nell’ambizioso programma di lotta all’elusione dell’imposta sulle società.

Le due proposte legislative saranno trasmesse al Parlamento europeo per consultazione e al Consiglio per l’adozione. Gli Stati membri dovrebbero raggiungere un accordo sulla proposta entro la fine del 2015, in modo che possa entrare in vigore il 1° gennaio 2016.

Il pacchetto di misure mira a introdurre lo scambio automatico di informazioni tra gli Stati Ue sui loro ruling fiscali, potenziando trasparenza e cooperazione.

Misure che colpiscono tutti quei Paesi compiacenti che grazie a un regime tributario di favore attirano i capitali delle grosse compagnie, spesso si tratta degli ormai famosi Over-The-Top (Google, Apple, Facebook e Amazon).

Su questa linea anche il Parlamento europeo che il mese scorso ha avviato un’indagine per vederci chiaro su queste pratiche e ha anche istituito una Commissione speciale sul tax ruling.

Del resto la Commissione europea ha già aperto diversi dossier su trattamenti ‘sospetti’ riservati alle multinazionali in alcuni Stati membri.

I Paesi coinvolti sono Lussemburgo per il caso Fiat e Amazon, l’Irlanda per Apple, il Belgio e l’Olanda per Starbucks.

Non è ovviamente la prima volta che la Ue affronta la questione dei vantaggi fiscali spesso riconosciti da alcuni governi alle multinazionali.

L’Irlanda dopo le pressioni ricevute ha deciso di cancellare dal primo gennaio il famoso Double Irish che permetteva a tante multinazionali di bypassare in modo del tutto legale il fisco.

Lo scorso dicembre la Ue ha dato un’altra stretta, chiedendo agli Stati membri di fornire informazioni sugli accordi di tax ruling concessi tra il 2010 e il 2013 per capire se rientrino o meno sotto la forma di aiuti di Stato.

Contro le pratiche di ottimizzazione fiscale

La questione è che molte multinazionali, troppe, sfruttano la complessità delle norme fiscali e la mancanza di cooperazione tra gli Stati membri per trasferire gli utili e ridurre al minimo le loro imposte. Questa la ragione di fondo che ha spinto la Commissione Ue ad approvare oggi il nuovo pacchetto di misure contro la pianificazione fiscale aggressiva e le pratiche fiscali abusive.

La Ue fa infatti notare che “la mancanza di trasparenza sui ruling fiscali viene sfruttata da alcune società per ridurre artificialmente la loro contribuzione fiscale”.

 

Cosa cambia per gli Stati membri?

I Paesi Ue saranno ora tenuti a scambiare automaticamente le informazioni sui loro ruling fiscali e dovranno farlo secondo un calendario ‘rigoroso’: ogni tre mesi le autorità fiscali nazionali dovranno inviare una breve relazione a tutti gli altri Stati membri in merito a tutti i ruling fiscali transfrontalieri emanati.

Questo scambio di informazioni consentirà agli Stati membri di individuare le pratiche abusive attuate dalle imprese e di adottare le misure necessarie in risposta.

Valdis Dombrovskis: ‘Le multinazionali paghino le tasse come gli altri’

Il Vicepresidente e responsabile per l’Euro e il dialogo sociale, Valdis Dombrovskis, ha dichiarato: “Ognuno deve pagare la giusta quota di tasse. Questo principio vale per le multinazionali come per tutti gli altri. Con la proposta odierna sullo scambio automatico di informazioni le autorità fiscali sarebbero in grado di individuare più efficacemente lacune in materia fiscale o duplicazioni di imposta tra gli Stati membri. Nei prossimi mesi proporremo azioni concrete per porre rimedio a tali lacune o duplicazioni. Ci impegniamo a dare seguito alle promesse con azioni reali, credibili ed eque”.

Pierre Moscovici: ‘Stop alle società che eludono il fisco’

Il Commissario europeo per gli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, ha sottolineato: “Non possiamo più tollerare le società che evitano di pagare la loro giusta quota di tasse e i regimi che consentono loro di farlo. Bisogna ricostruire il nesso tra il luogo in cui le società realizzano effettivamente gli utili e il luogo in cui sono tassate. Per conseguire questo obiettivo gli Stati membri devono dare prova di apertura e lavorare insieme. Questo è l’obiettivo che l’odierno pacchetto sulla trasparenza fiscale si propone di conseguire.”

 

Rendere pubbliche le informazioni fiscali

Il pacchetto odierno contiene anche una comunicazione che delinea una serie di altre iniziative sulla trasparenza fiscale nell’Unione.

Tra queste la valutazione di nuovi impegni per le multinazionali che potrebbero essere obbligate a comunicare al pubblico determinate informazioni fiscali.

Tasto dolente per molte web company che finora hanno tenuto saldamente sigillati questi dati. Vedi in Italia il caso di Google che prima ha comunicato all’Agcom le informazioni sui propri fatturati pubblicitari ai fini del computo del Sic, per poi fare ricorso al TAR mentre resta ancora aperto il contenzioso tributario.

Quantificare l’evasione

La Commissione, insieme a Eurostat, collaborerà inoltre con gli Stati membri per esaminare come sia possibile ottenere una stima attendibile del livello di evasione ed elusione fiscali.

“È sempre più evidente – spiega la Ue in una nota – che l’evasione e l’elusione sono estese e causano perdite significative di gettito fiscale. Finora, tuttavia, l’entità e l’incidenza di questi problemi non sono state quantificate in modo preciso. Statistiche affidabili della portata e dell’impatto di tali fenomeni aiuterebbero ad elaborare misure strategiche più mirate per contrastarli”.

Entro l’estate piano d’azione sulla tassazione delle imprese

La prossima tappa, informa la Ue, sarà costituita da un piano d’azione sulla tassazione delle imprese, che sarà presentato prima dell’estate. Questo secondo piano d’azione si concentrerà sulle misure volte a rendere più equa ed efficiente l’imposta sulle società all’interno del mercato unico.