Google fornisce all’Agcom i dati sui ricavi in Italia. Ma fa ricorso al Tar contro la richiesta

di Paolo Anastasio |

Agcom ha chiesto a Google di comunicare i dati di fatturato in Italia, necessari per il corretto computo del Sic. La web company per la prima volta ha dato le informazioni all’Autorità ma poi ha fatto ricorso al Tar contro la richiesta.

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Google ha presentato ricorso al Tar contro la richiesta dell’Agcom di fornire i dati di fatturato che registra in Italia per l’Informativa economica di sistema (Ies). La richiesta dell’Agcom è finalizzata a conteggiare anche i ricavi pubblicitari di Google (mai comunicati) nel computo del SIC, il Sistema integrato delle comunicazioni, all’interno del quale quest’anno per la prima volta l’Autorità di via Isonzo ha inserito anche Internet. Il ricorso di Google al Tar è stato depositato dopo aver comunicato i dati richiesti all’Agcom.

 

Il valore complessivo del SIC relativo al 2012 comunicato a marzo dall’Agcom ha raggiunto ricavi complessivi a 19 miliardi di euro, in calo del 6,2% rispetto ai 20 miliardi del 2011.

 

In dettaglio, i ricavi della pubblicità online nel 2012 si attestano a quota 1,5 miliardi di euro, a fronte di 672 milioni nel 2011, e rappresentano il 7,89% sul totale dei ricavi del Sic.

 

Il dato esatto sui ricavi pubblicitari di Google non è mai stato disponibile, ma secondo gli analisti il suo presunto fatturato annuo in Italia si aggira intorno agli 800 milioni di euro, ponendo il motore di ricerca fra i primi dieci player sul mercato pubblicitario del nostro paese. GoogleSeat Pagine Gialle, Cairo CommunicationGruppo Sole 24 Ore, Caltagirone EditoreMonrifClass Editori e De Agostini più altri operatori minori, controllano il 49,81% del Sic, secondo l’Agcom, che non più tardi del 21 febbraio scorso ha pubblicato un’indagine conoscitiva sul mercato della pubblicità online, secondo cui Google controlla il 32% del mercato pubblicitario mondiale e fra il 50-60% di quello italiano.

 

La polemica sulla mancata presentazione dei ricavi pubblicitari registrati in Italia da Google e sull’elusione fiscale delle multinazionali del web va avanti da tempo, alimentata dai concorrenti del motore di ricerca. Nei giorni scorsi, Fedele Confalonieri e Carlo De Benedetti, presidenti di Mediaset e del gruppo L’Espresso, hanno per l’ennesima volta chiesto che l’Italia faccia sentire la sua voce in Europa per ottenere un nuovo regime di tassazione per gli Over The Top  – Google, Facebook, Amazon, Apple in primis – accusati di sfruttare le maglie larghe di norme fiscali che consentono legalmente di versare le tasse in paesi diversi da quelli dove fatturano. 

 

Secondo i dati forniti dall’Antitrust nel 2012, Google detiene il 40% della pubblicità online in Italia e ben l’80% della pubblicità collegata alle ricerche, tanto da spingere l’Agcom a parlare del rischio di una strozzatura del mercato. Con riferimento al settore pubblicitario in Italia, nel 2010, la società ha realizzato un fatturato derivante dalla pubblicità nazionale su internet pari a diversi milioni di euro (anche in questo caso la cifra esatta è coperta da omissis).