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Mediaset, Vivendi, Sky, Rai: autunno ‘rovente’ per la tv italiana

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Bolloré rimette in discussione il destino di Premium. Sky punta su 4K e streaming mentre per la Rai si apre la grande sfida del rinnovo della Convenzione.

L’autunno che ci aspetta al rientro da queste vacanze estive sarà molto caldo per il mercato televisivo italiano.

Ad infiammare queste ultime giornate di luglio, in attesa del sole agostano, ci ha pensato l’implacabile Vincent Bolloré che ha deciso di far saltare l’accordo con Mediaset per la pay tv Premium.

Uno sgambetto che costerà caro al Biscione e leverà tranquillità ai Berlusconi che hanno già minacciato che trascineranno Vivendi in tribunale per mancato rispetto degli obblighi contrattuali.

 

Mediaset Premium, tutto da rifare

Qualcuno parla di un risarcimento che sfiorerà il miliardo di euro.

I francesi hanno subito replicato che denunceranno il gruppo italiano per diffamazione, sostenendo che “le dichiarazioni di Mediaset danneggiano la reputazione di Vivendi“.

Secondo alcuni analisti l’intenzione di Bolloré è la scalata a Mediaset, ma Mediobanca Securities sostiene che, se così fosse, Vivendi al momento non avrebbe creato i giusti presupposti per un lavoro in questa direzione.

 

Bolloré, mina vagante

Del resto che Bolloré non vada tanto per il sottile lo sa bene anche la famiglia Guillemot che, dopo l’operazione di ‘sfondamento’ del finanziere bretone, si è arresa lasciando a lui l’editore di videogame Gameloft.

Cosa voglia davvero fare Bolloré resta oggi un mistero, specie quando ormai sembrava chiaro che volesse lavorare sulla convergenza media-tlc, accaparrarsi i contenuti di Premium per creare sinergie con l’altra controllata Canal+, essere così forte per il lancio della piattaforma anti-Netflix Watch, e stringere accordi con le telco per distribuire anche su fibra… ecco nuovamente scombinate le carte: salta Premium, avvia la chiusura della piattaforma tedesca Watchever che doveva essere l’asse portante del servizio in streaming, mette a dieta la Pay Tv francese

Le mosse di Bolloré avranno profonde ripercussioni su Mediaset e sul mercato audiovisivo italiano in generale dove il top manager, vicino agli ambienti dell’alta finanza, appare come una pericolosa mina vangante.

Sky pensa a streaming e Ultra HD

In tutto questo tira un sospiro di sollievo Sky che lo scorso anno voleva comprare Mediaset Premium per 1 miliardo di euro.

Sky Italia festeggia i risultati dell’esercizio fiscale chiuso il 30 giugno scorso. Dopo 5 anni si chiude il primo anno con una crescita netta della base abbonati, grazie a tre trimestri consecutivi di crescita positiva nel corso dell’anno fiscale.

Traina l’on-demand con 200 milioni di download nel 2016. Oltre 2,2 milioni di famiglie connesse, la più ampia platea televisiva per servizi on-demand in Italia.

Tra fine anno e il prossimo, Sky rafforzerà ulteriormente l’offerta entertainment, il servizio streaming che fa capo a Now Tv che prevede un contratto senza vincoli e più on-demand.

Ma non solo.

Sky punta molto anche sull’Ultra HD. Già dall’autunno si partirà con una nuova offerta, in attesa dell’arrivo di Sky Q nel 2017, set-top box che permetterà la visione multi-screen e in 4K. E intanto Sky è già partita con la distribuzione dei primi contenuti in Realtà Virtuale.

La Rai alle prese con la nuova Convenzione

 

Un autunno molto caldo anche per la Rai. La Tv pubblica che questo mese ha inviato la prima rata del canone Rai con la bolletta elettrica, dovrà occuparsi di gestire al meglio i rimborsi (entro il 4 agosto dovrebbe essere emanato il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate), evitare i doppi invii, di addebitarlo anche a chi ha certificato di rientrare nelle categorie esenti… Al rientro dalle ferie, forse anche prima, avremo sicuramente i dati su quanti hanno pagato effettivamente il canone e avere stime precise sull’extra gettito che produrrà la decisione di averlo inserito in fattura elettrica.

Secondo la Rai le famiglie paganti dovrebbero essere 23 milioni su 25 milioni di utenze elettriche di prima casa. Anche se questo significa che 127 mila famiglie pagheranno anche senza avere la tv.

Intanto le utilities si sono lanciate in una forte campagna di sconti e offerte mentre l’Agenzia delle Entrate è sbarcata sui social per rispondere a tutte le domande dei contribuenti, sollevando un polverone sui rischi privacy.

In ogni caso per l’autunno la questione canone dovrebbe cominciare ad essere già molto più chiara mentre è sul versante del rinnovo della Convenzione Rai-Stato che si scalderanno nuovamente gli animi.

Questa settimana sono stati presentati i risultati della consultazione CambieRai, suscitando più di un dubbio sui quesiti, secondo alcuni mal posti.

Il tutto mentre si infervora la polemica sui lauti stipendi percepiti dai dirigenti Rai e il governo apre alla possibilità di fissare un tetto per legge.

Da settembre anche la Rai sarà pronta a sfidare gli Over-The-Top con il servizio Rai Play, ma la sfida più grande sarà andare oltre l’opera di maquillage per mettere in atto un vero e proprio piano industriale che trasformi la Rai in una Digital Media Company e soprattutto che, come hanno chiesto gli italiani con la consultazione CambieRai, le nuove entrate generate dal canone vegano utilizzate per migliorare l’offerta e finalmente garantire un servizio pubblico di qualità.