Sony smentisce i rumors sulla vendita degli impianti di produzione dei chip della PlayStation

di Alessandra Talarico |

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PlayStation 3

Sony ha bollato come ‘privi di fondamento’ i rumors relativi a una possibile vendita degli impianti di produzione dei microprocessori ‘Cell’ e di dei chip LSI alla connazionale Toshiba.

 

“Le notizie apparse sui media circa la vendita degli impianti di produzione dei sistemi LSI sono speculazioni”, si legge in una nota del gruppo, che sottolinea come allo stato attuale non è stata presa alcuna decisione a riguardo.

 

La notizia era rimbalzata dal quotidiano giapponese Nikkei al Financial Times, convinti che le trattative per la vendita degli impianti manifatturieri fossero già iniziate, come diretta conseguenza sia della volontà di Sony di concentrarsi sui suoi asset core, sia della crescente pressione sui produttori giapponesi, alle prese con la mancanza di competitività globale, in particolar modo nel mercato dei sistemi LSI, microprocessori inclusi, dominato da vendor come Intel e IBM.

 

La vendita avrebbe riguardato anche la produzione del potentissimo chip ‘Cell’, il componente più costoso della PlayStation 3 – costato investimenti per 200 miliardi di yen e sviluppato insieme a IBM e Toshiba.

 

Secondo le ipotesi messe in piedi da Nikkei, Sony aspirerebbe a mantenere soltanto le attività di Ricerca e Sviluppo di microprocessori e circuiti integrati LSI, lasciando a Toshiba le attività relative alla loro produzione in serie. Le due società – sempre secondo previsto dalla stampa finanziaria – avrebbero creato una joint venture controllata da Toshiba.

 

Una simile prospettiva rientrerebbe nella tendenza che investe il settore dei semiconduttori, nel quale si tende con sempre maggiore frequenza a esternalizzare parzialmente la produzione dei componenti non-core.

La produzione di questi elementi è infatti molto onerosa e, trattandosi di chip ideati per specifiche applicazioni e non vendibili su larga scala, non sempre si riesce a recuperare gli investimenti.

 

L’abbandono degli impianti consentirebbe inoltre al gigante giapponese di evitare i pesanti investimenti legati alla continua evoluzione tecnologica delle apparecchiature e di reinvestire i soldi risparmiati nello sviluppo e nella produzione di altri componenti e materiali relativi a settori nei quali Sony è già leader: dalle Tv a schermo piatto ai sensori d’immagine per apparecchi fotografici digitali.