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Rapporto tra processi digitali, persone e genere. L’evento del Cerchio ICT

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Il gender gap rappresenta un freno allo sviluppo del capitale umano e all’innovazione. Mazzini (Lepida): “Nelle aree STEM la presenza femminile è ridotta”.

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Il quinto appuntamento con gli incontri del Cerchio ICT, che ha avuto luogo lo scorso 20 novembre, ha riportato al centro del dibattito un tema decisivo per il futuro della Pubblica Amministrazione (PA): il rapporto tra trasformazione digitale, competenze delle persone e parità di genere.

Dopo anni dedicati principalmente agli aspetti tecnologici, l’evento ha scelto di concentrarsi sulle persone, vero motore dell’innovazione pubblica. Fin dall’apertura è emersa una consapevolezza comune: la digitalizzazione procede veloce, ma richiede una PA capace di attrarre talenti, aggiornare competenze e valorizzare la diversità.

Il Presidente di Lepida, Davide Conte, ha introdotto i lavori richiamando tre parole chiave — conoscenza, condivisione e coscienza — sottolineando come l’innovazione non debba solo produrre servizi, ma anche “produrre futuro” per le comunità.

L’Assessora regionale Elena Mazzoni ha evidenziato come la transizione digitale sia oggi una questione sociale oltre che tecnologica. Inclusione, accesso equo ai servizi e formazione diffusa sono, secondo Mazzoni, elementi essenziali per garantire una cittadinanza digitale piena.

Sul fronte organizzativo il Direttore di ACI Informatica, Mauro Minenna, ha ricordato che la PA resta vincolata a modelli di selezione troppo rigidi, spesso inadatti a intercettare professionalità tecniche avanzate.

L’esperienza maturata nei progetti PNRR ha mostrato che i giovani sono attratti dal lavoro pubblico, ma servono percorsi di carriera più fluidi e strumenti di reclutamento più mirati. Il tema del gender gap, molto pronunciato nelle professioni ICT, è stato al centro del confronto: se le donne sono numerose nella PA, restano ancora sottorappresentate nei ruoli STEM e nelle posizioni apicali.

Una disparità che, oltre agli aspetti etici, rappresenta un freno allo sviluppo del capitale umano e all’innovazione. Il Direttore Generale di Lepida, Gianluca Mazzini, ha portato dati sul personale della Società: nelle aree STEM la presenza femminile è ridotta, ma cresce nei ruoli più dinamici e a maggiore responsabilità.

Secondo Mazzini, questo dimostra che la valorizzazione del merito produce risultati anche senza misure correttive formali, pur restando urgente un’evoluzione delle norme di accesso per rendere il sistema davvero equo.

A completare il quadro è intervenuto Patrizio Bianchi, Professore emerito dell’Università di Ferrara, che ha richiamato l’importanza di una visione educativa capace di sostenere la trasformazione digitale: dalle competenze scientifiche alla capacità di leggere criticamente la tecnologia, fino al ruolo della formazione continua nel ridurre i divari e nel rendere la PA più preparata e inclusiva.

La conferenza si è chiusa con una visione condivisa: la transizione digitale non è solo un progetto tecnologico, ma culturale. Mettere al centro le persone, promuovere la parità e innovare i modelli di selezione e formazione significa costruire una PA capace di guidare il cambiamento e trasformare la tecnologia in valore pubblico per tutti.

La registrazione integrale è disponibile sul sito del Cerchio ICT.

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