#Cosedanoncredere. Salute e benessere: più trasparenza e informazione per un settore che punta sul ‘bell’essere’

di Federica Transerici |

Per un consumatore che è sempre più protagonista, l’aspetto focale diventa la corretta informazione e come veicolarla

Italia


Cose da non credere

Oggi il termine benessere non è più solo l’indice che definisce lo stato di salute di ognuno di noi, ma è la possibilità di stare bene con sé stessi. “Siamo immersi in una nuova logica, quella del benessere come assenza di malattie e di sintomi, e di benessere inteso come bell’essere: il presentarsi bene, il piacersi, il godere del proprio corpo”. Con queste parole Federico Mereta, medico e giornalista, ha dato inizio ad uno dei quattro tavoli protagonisti dell’evento ‘Cose da non credere’ promosso dall’Unione Nazionale Consumatori nella splendida cornice di Villa Miani a Roma.

 

Focalizzando l’attenzione sulle false verità e sulle ambiguità che popolano il mondo dei consumatori, sono diventate occasione di riflessione le tematiche connesse al web, al food, all’energia e alla salute e al benessere, in un dibattito che ha coinvolto rappresentanti delle istituzioni, delle imprese e della società internet, dell’energia, dell’alimentazione.

 

Quello della salute e del benessere è uno degli argomenti che riscontra un sempre maggiore interesse da parte dei cittadini. Di primaria importanza diventa allora capire cosa oggi il mercato può offrire e soprattutto cosa chiedono i consumatori, per garantire loro punti di riferimento che veicolino un’informazione corretta, nel rispetto di criteri di efficacia e sicurezza, che possa guidarli all’acquisto o meno di un prodotto grazie ad una scelta consapevole.

 

Nadio Delai, presidente Ermeneia, ha definito come, in tempi recenti, è cambiata la percezione del benessere: “circa il 38% degli italiani non rinuncia al diritto al benessere e al bell’essere, anche in presenza della crisi“. Si evidenzia una nuova categoria di consumatori, quella del “vorrei, ma non posso, ma ci provo”. Una tipologia di utenti, per lo più appartenenti alla classe media, impossibilitata a fare acquisti troppo onerosi che sceglie di orientare la propria scelta su più canali di vendita: dal negozio, al web.

 

Vanno quindi indagati il grado di conoscenza dei consumatori e i meccanismi di informazione e comunicazione che consentano di raggiungerli. Il mercato, in forte evoluzione, offre diversi e molteplici prodotti vicini al quotidiano dei consumatori come gli integratori, i cosmetici, i prodotti per l’igiene, i farmaci per automedicazione, sui quali  il cittadino deve essere informato in modo trasparente, efficiente e idoneo.

 

Alessandro Colombo, vicepresidente dell’area integratori AIIPA, ha sottolineato a questo proposito che “quello degli integratori è un mondo variegato, complesso e molto articolato, che nonostante la crisi continua a crescere: questo significa che il consumatore ricerca e apprezza gli integratori”. Bisogna impegnarsi nel dare le giuste informazioni, lavorando direttamente sul consumatore. In questa direzione, AIIPA, in collaborazione con Federfarma,  agisce attraverso un sito  che spiega l’uso corretto degli integratori, in modo che anche il farmacista, primo punto di riferimento per l’utente, venga aiutato nel veicolare un messaggio corretto e di qualità.

 

Stefano Brovelli, presidente di Assosalute, ha messo in evidenza la stessa necessità informare in modo efficace il cittadino per guidarlo nell’utilizzo dei prodotti di automedicazione: “In Italia da diversi anni è stato fissato il binomio farmacista-farmaco e questo dà ulteriori possibilità al consumatore di avere le informazioni che gli servono per prendere le giuste decisioni. Stiamo andando verso un mondo in cui il cittadino ha un ruolo sempre più centrale. Internet e le nuove tecnologie aiutano in questo passaggio, ma quello che si richiede è anche una crescita di tutti gli altri attori che vengono sottoposti a richieste sempre più dettagliate”.

 

Anche il rapporto con la cosmesi ha oggi delle basi solide: la qualità dei prodotti è sempre più controllata. Fabio Rossello, presidente Cosmetica Italia, ha infatti ribadito che “i nostri prodotti hanno una valenza molto importante, perché li utilizziamo sulla nostra pelle per modellarla, per stare meglio con  noi stessi e con gli altri: la cosmetica oggi assume un ruolo sociale perché permette alle persone di ritrovare le proprie sicurezze”.

 

Importante è stato chiedersi che percezione si può avere del benessere nel campo della pediatria. Giampietro Chiamenti, presidente della Federazione Italiana dei Medici Pediatri, ha a sua volta confermato la necessità di dare maggiori indicazioni anche in questo settore “perché il bambino, che è un essere in crescita, ha bisogno di prendere prodotti molto controllati. Bisogna, con l’appoggio delle istituzioni, mettere a disposizione delle famiglie le giuste informazioni per renderle consapevoli”.

 

Bisogna promuovere un maggiore livello di consapevolezza sul mercato della salute e della prevenzione. Secondo Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società Italiana di Medicina Generale, “è necessario entrare nella logica di mantenimento della salute: questo è il problema culturale importante. Per creare beneficio alla popolazione medici e farmacisti devono lavorare congiuntamente per fornire un’informazione che sia autorevole e condivisa da entrambe le parti”.

 

Giampietro Michelangelo, specialista in medicina dello sport SIAMAB, ha offerto un ulteriore punto di vista, quello della medicina sportiva, per cui si riscontrano problematiche specifiche come l’abuso di farmaci o l’uso improprio degli integratori: “c’è un indebolimento delle capacità psicologiche di far fronte alle difficoltà della vita e si cerca un aiuto abusando di questi prodotti”, o ancora praticando programmi di allenamento ad alta intensità e di breve durata, reperibili soprattutto su internet, che “assecondano la frenesia della vita moderna e cercano di ottenere in poco tempo dei benefici”.

 

Altri prodotti possono essere oggi valorizzati e non considerati più solo come voluttuari, come i cosmetici. Leonardo Celleno, dermatologo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha proposto l’esempio calzante dei solari: un prodotto che ha ridotto l’incidenza dei tumori cutanei e sui quali bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica per promuoverne un uso corretto: “il cosmetico diventa strumento di tutela e prevenzione”. La necessità è quella di fornire garanzie perché “il consumatore moderno non vuole solo un prodotto per la salute, vuole anche qualcuno che lo aiuti a scegliere, che gli dia prodotti sicuri”.

 

In relazione a queste riflessioni è venuto logico chiedersi se le farmacie italiane possano diventare strumento di consultazione e guida nel trasmettere una corretta informazione. Annarosa Racca, presidente Federfarma, ha sottolineato il ruolo fondamentale, anche dal punto di vista sociale, che la farmacia ricopre: “siamo un luogo di studio e di informazione sicura. Il nostro compito è quello di aiutare il cittadino a scegliere” . Molte sono le campagne di salute e prevenzione che vengono effettuate: “lavoriamo perché il benessere sia adeguato alla prevenzione”. Il farmacista, che opera in un contesto che si è adattato alle esigenze dell’utente entrando anche nel campo della cosmesi o degli integratori, deve poter aiutare il consumatore nella scelta di un prodotto che sia sicuro e di qualità, attraverso i diversi canali di vendita.

 

Il rischio però è che troppa informazione generi confusione. Secondo Lorenzo Morelli, professore di biologia dei microrganismi all’Università Cattolica di Piacenza, che si è espresso in merito al settore degli integratori, “la risposta alle informazioni deve essere multicanale: il ricercatore deve lavorare con chi è a contatto con il consumatore per fornire risposte congiunte”. Giovanni Scapagnini, biochimico clinico all’Università degli studi del Molise, ha sottolineato come l’aspetto della formazione dell’operatore sia altrettanto importante: “l’integratore, dal punto di vista della possibilità di consigliare, mette d’accordo farmacisti, medici ma anche operatori della nutrizione”. Per il settore cosmetici, Carla Scesa, cosmetologa dell’Università degli Studi di Siena, ha ribadito la necessità di fornire “un’informazione rigorosa. Le nuove matrici, le nuove texture dei cosmetici devono dare non solo risposte in termini di sicurezza, o di richiesta ma anche un’immediata sensazione di benessere”. Per Achille Caputi, farmacologo all’Università degli Studi di Messina, bisogna far capire, nell’ambito del farmaco per automedicazione, che “il primo approccio è quello della lettura del foglietto illustrativo”.

 

Sull’aspetto primario della sicurezza è intervenuto anche Massimo Minicelli, capitano NAS: “bisogna creare una cultura della prevenzione perché i cittadini chiedono sicurezza”. Una sicurezza che deve essere presente in tutti i canali di vendita, compreso il web. Ketty Vaccaro, responsabile welfare Censis, ha posto l’attenzione sulla forza della comunicazione che si esprime in rete: “una comunicazione unidirezionale non è più possibile. Oggi bisogna lavorare sulla comunicazione fra pari, sfruttando gli strumenti offerti dal web 2.0 e cercando di superare il digital divide”.

 

La pubblicità sembra rimanere il canale di comunicazione più controllato, anche se Paolo Occhiuzzi, direzione generale per la tutela del consumatore AGCM, ha posto l’attenzione sulle pubblicità ingannevoli e sulla distinzione tra “un’eccessiva e una buona informazione”. Secondo Arianna Rolandi, direttore scientifico e relazione esterne per Yakult, è oggi “impossibile pensare che istituzioni e aziende si rivolgano al cittadino nello stesso modo in tutti canali di vendita: la comunicazione deve essere differenziata”. Ribadisce infatti Fabio Franchina, presidente Cosmetics Europe, che “il consumatore di oggi, sempre più attento e rigoroso, vuole risposte efficaci”.

 

Sulla questione della pubblicità è intervenuto anche Maurizio Chirieleison, direttore generale Angelini Farmaceutica, secondo cui l’informazione è tutelata quando viene dall’industria, mentre da verificare quando viene da internet: “tutti noi abbiamo il compito di rendere il  web un canale capace di generare un clima di  sicurezza, efficacia e consapevolezza agli occhi dei consumatori perché la rete sarà sempre più il primo sistema di reperimento delle informazioni”.

 

Gli interventi conclusivi sono stati riservati a Paolo Anselmi, vicepresidente Eurisko, e Paola Vinciguerra, presidente Associazione europea disturbo attacco da panico, da cui arriva il ritratto di un consumatore consapevole e attento. Un consumatore che promuove una cultura del dialogo, cercando le informazioni in rete per poi riferirle al medico e al farmacista, che rimangono un punto di riferimento nel guidare il cittadino verso una scelta consapevole, veicolando un’informazione efficace e una corretta comunicazione.

 

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