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Diritti tv, per i club di serie A sono il 58% dei ricavi

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Per i club di serie A i diritti tv rappresentano il 58% dei ricavi Il movimento economico complessivo del calcio italiano produce un giro d’affari stimabile in circa 13,7 miliardi di euro.

I diritti televisivi del calcio rappresentano da tempo ormai l’ago della bilancia nella guerra tra broadcaster. Senza considerare che i prossimi a scendere in campo per le prossime aste potrebbero essere gli Over-The-Top per la trasmissione delle dirette in streaming.

In Italia il calcio dipende dai diritti tv per il 20% in più rispetto alla media delle 10 top leghe europee.

Una partita della Nazionale genera ricavi per 3,2 milioni (1,9 milioni nel 2014) con un’audience media di 6,6 milioni di telespettatori e uno share del 26,8%.

E’ quanto si rileva dalla 6a edizione del ReportCalcio, lo studio della Figc sviluppato in collaborazione con l’Agenzia di ricerche e legislazione (Arel) e PricewaterhouseCoopers (Pwc).

Il movimento economico complessivo del calcio italiano produce un giro d’affari stimabile in circa 13,7 miliardi di euro, dato in crescita negli ultimi 10 anni di oltre il 50%.

Va segnalato che da questa stagione (2015-2016) è entrato in vigore il nuovo contratto di

cessione diritti TV domestici che porterà nelle casse dei club un centinaio di milioni in più.

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Intorno al calcio si sono consumati e si consumeranno gli scontri più accaniti tra gli operatori televisivi ma anche le telco, sempre più presenti alle aste.

Basti pensare agli ultimi accadimenti del nostro Paese.

Mediaset ha comprato i diritti tv della Champions League per circa 700 milioni di euro per il triennio 2015-2018.

Una scelta che ha pesato notevolmente sul bilancio di Premium. Dopo il saltato accordo per la cessione della pay tv a Vivendi, qualcuna sostiene che si potrebbe trovare l’accordo in vista della prossima asta della Champions, a inizio d’anno.

Ma non solo.

A giugno Mediaset, Infront, Lega Calcio e Sky hanno presentato ricorso al TAR contro il provvedimento dell’Antitrust che li accusava di essersi spartiti i diritti tv della Serie A, fissando una multa di 66 milioni di euro.

Tutto ruota intorno allo sport.

Acquistare i diritti per la trasmissione degli eventi sportivi in tv costa sempre di più. Negli ultimi 15 anni i prezzi sono saliti alle stelle come indica uno studio del Consiglio superiore dell’audiovisivo (CSA) in Francia dello scorso giugno secondo il quale: la Premier League costa ai canali britannici 1,2 miliardi, la Serie A alle tv italiane 830 milioni, la Bundesliga ai tedeschi 630 milioni, la Liga agli spagnoli 680 milioni. Solo dopo arriva la Ligue 1 per la quale le tv francesi spendono 608 milioni.

I diritti tv dello sport costano troppo e non possono più assicurare alle pay tv quel ritorno economico di un tempo. Lo dice molto chiaramente l’ad di Sky Italia, Andrea Zappia, nell’ultima intervista a Repubblica, sottolineando che lo sport vale ancora oggi poco più della metà dei ricavi del gruppo italiano, ma ha raggiunto un tetto: specie nel calcio non è pensabile aggiungere nuovi abbonati.

 

Esaminando nel dettaglio il Conto Economico della Serie A, si può osservare che il valore della produzione viene alimentato dalla crescita consistente di due voci: innanzitutto, i ricavi da diritti televisivi che crescono da 987,1 a 1.031,9 milioni (+4,5%), tanto da rappresentare nella stagione 2014-2015 addirittura il 47% del totale, la percentuale più alta mai raggiunta; in secondo luogo, si registra un aumento dei ricavi da stadio, da 192,3 a 221,7 milioni (+15,3%).

 

L’attività delle Squadre Nazionali italiane continua a rappresentare un asset fondamentale per il mercato televisivo italiano: nel 2015 i ricavi da diritti televisivi relativi a tali Rappresentative hanno toccato i 35,1 milioni di euro;

Considerando la Serie A, il fatturato aggregato è passato dagli appena 8,5 milioni di euro del 1920-1921 (primi dati ufficiali, attualizzati in base agli indici Istat) ai 2,2 miliardi di euro del 2014-2015. Un trend in controtendenza rispetto al clima economico generale del Sistema Paese: solo negli ultimi 20 anni, il fatturato è cresciuto in media all’anno del 6,1%, mentre il PIL italiano non ha superato il 2%.

I ricavi da diritti tv e plusvalenze in Italia valgono il 57% della produzione aggregata che ammonta complessivamente a oltre 2,6 miliardi di euro.

 

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Tuttavia, nel confronto Serie A e 10 Top League europee è ancora più evidente a dipendenza del calcio italiano dai ricavi da diritti tv.

L’incidenza media dei ricavi da diritti tv nei primi 10 campionati europei è pari al 37% contro il 58% dell’Italia. Il resto proviene ricavi commerciali, stadio e altro genere di ricavi.

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I diritti televisivi erano stati veramente disruptive. Nel decennio 1980-1990 avevano cambiato il settore, repentinamente, portando un impensabile flusso di denaro nelle casse dei club. Decine di milioni di euro i primi anni in cui erano stati negoziati, stabilizzatisi quasi subito intorno ai volumi odierni (oltre 1 miliardo di euro nella stagione 2014-2015).

Oggi rappresentano circa il 58% del totale dei ricavi dei club di Serie A, contro una media del 41% dei principali campionati europei. Vista la loro attuale contribuzione, difficile pensare che possano continuare ad essere un fattore di crescita nei prossimi esercizi.

Nel 2015 i ricavi da diritti televisivi relativi alle Nazionali italiane hanno toccato i 35,1 milioni di euro.

Significativo è il livello di internazionalizzazione: il 65% delle partite giocate dalle Nazionali italiane nel 2014-2015 sono state disputate all’estero.

Mentre il numero complessivo di telespettatori che hanno assistito a livello mondiale nel 2015 a programmi contenenti immagini e contenuti relativi a Nazionale A e Under 21 (audience cumulata) è stato invece pari ad oltre 1,1 miliardi (la partita con la più alta audience è stata Italia-Croazia del 12 giugno 2015, con oltre 90 milioni di telespettatori).

La durata delle trasmissioni è stata superiore alle 507 ore, con una visibilità per gli sponsor Figc di oltre 266. Considerando i canali digitali ufficiali Figc, emerge inoltre come al 31 dicembre 2015 il 69% degli oltre 4,1 milioni di fan su Facebook provengano dall’estero, mentre tale percentuale si attesta al 61% sui profili Twitter.

Serie A

Nelle ultime 5 stagioni, mediamente le qualificate alla UCL hanno incrementato l’incidenza di ricavi da stadio (+3,6%) e da diritti TV (5,8%), registrando un minor impatto dei ricavi da sponsor e commerciali (-9,4%).

Liga Spagnola

Nelle ultime 5 stagioni, mediamente le qualificate alla UCL hanno incrementato l’incidenza dei ricavi da sponsor e commerciali (+8,3%), registrando un minor impatto dei ricavi da stadio (-3,6%) e da diritti TV (-4,7%)

Premier League

Nelle ultime 5 stagioni, mediamente le qualificate alla UCL hanno incrementato l’incidenza dei ricavi da sponsor e commerciali (+11,8%) e dei diritti TV (+2,0%), registrando un minor impatto dei ricavi da stadio (-13,8%)