Video on demand: nel 2016 il mercato OTT produrrà 32 miliardi di dollari di fatturato

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L’industria alla ricerca di nuovi modelli di business troverà la giusta via per monetizzare l’offerta.

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Video on Demand

Fornire contenuti online a basso prezzo, senza perderci, è stata finora la maggiore preoccupazione degli over the top (OTT). Ma, secondo l’ultimo Report di IMS Research, il crescente interesse dimostrato dagli operatori del consumer electronics e della pay Tv, dalle grandi web company, come anche dalle società di noleggio Dvd e dai grossi rivenditori, ha fornito diversi modelli economici che consentirebbero di trovare la giusta via per monetizzare.

 

Nel Report ‘Over-the-Top Video – Service Delivery & Business Models’ si stima che nei prossimi cinque anni l’industria degli OTT genererà 32 miliardi di dollari di fatturato grazie alle offerte a pagamento.

Cambiamenti in vista, quindi, prodotti dall’entusiasmo dei provider di servizi e contenuti alla ricerca di nuove strategie. Un effetto benefico sostenuto anche dall’espansione globale dei video on demand e dal costante aumento di partnership e acquisizioni, oltre che di piattaforme e dispositivi disponibili.

 

Anna Hunt, analista e autrice del Rapporto, ha spiegato che “I servizi finanziati dalla pubblicità e i video gratuiti rappresentano oggi una grossa parte del traffico internet e questo non cambierà in modo significativo nei prossimi cinque anni. Tuttavia si comincerà a notare una notevole crescita delle transazioni a pagamento e delle entrate degli OTT, come anche maggiori investimenti dei leader del mercato pay Tv, media e CE in strategie per un’efficace fornitura di servizio di video on demand”.

 

Lo Studio prevede che le entrate del mercato OTT aumenteranno annualmente del 32% nei prossimi cinque anni. Alla fine del 2010 le abitazioni che vedevano solo video free offerti dagli OTT rappresentavano il 77% del mercato, percentuale che si abbasserà al 69% per la fine del 2016.

 

I provider di servizi OTT, che sono per la maggior parte broadcaster che offrono contenuti online, aziende di noleggio DVD che si sono allargate al business dei video in streaming, e rivenditori che offrono l’acquisto o l’affitto di video online, produrranno la più grossa fetta di fatturato, sebbene si preveda che le entrate mondiali legate ai servizi OTT scenderanno dal 90% del 2010 al 69% nel 2016.

 

La crescita maggiore si avrà dove sono più diffusi i dispositivi connessi per uso domestico, come le connected tv, i lettori Blu-ray e le console di videogame. Un segmento di mercato che, secondo IMS Research, nel 2016 porterà agli OTT un quarto delle entrate mondiali mentre nel 2010 questa quota era del 9,3%.