cosa prevede la legge

Smart working sempre più realtà in Italia. La ‘versione’ di Fastweb (Video)

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Fastweb ha partecipato alla "Settimana del Lavoro Agile", promossa dal Comune di Milano: ecco com’è andata in azienda. L’iniziativa è stata promosso alcuni giorni dopo l’approvazione della legge sul telelavoro: cosa prevede in 3 punti.

Lavorare da casa: per molti può essere frustrante e per tanti è la migliore soluzione per conciliare lavoro, vita privata e hobby. E questa rivoluzione soprattutto culturale è iniziata finalmente in Italia sia perché il telelavoro è realtà in diverse aziende sia perché il Parlamento ha approvato, di recente, la legge sul lavoro agile.

La Settimana del lavoro agile a Milano, com’è andata in Fastweb

Il Comune di Milano ha dato il via al quarto appuntamento annuale dedicato allo smart working e quest’anno la settimana del lavoro agile si è svolta dal 22 al 26 maggio 2017. Tante le aziende, con sede nella città lombarda, che hanno aderito all’iniziativa. Tra queste Fastweb, in cui il telelavoro è realtà dal 2015. Anche quest’anno più di 1600 dipendenti hanno avuto la possibilità di lavorare da remoto fino a 4 giorni al mese. L’azienda italiana di telecomunicazioni in questo video racconta com’è stata vissuta dai dipendenti l’esperienza del telelavoro durante la quarta edizione della Settimana del lavoro agile a Milano.

Quanti lavorano in smart working? 250mila

 

Facendo riferimento al solo lavoro subordinato, nel 2016 gli Smart Workers sono stati 250mila, circa il 7% del totale di impiegati, un più 2% rispetto al 2013: i dati emergono dall’ultima ricerca dell’Osservatorio «Smart working» del Politecnico di Milano. Il lavoratore “smart” tipo è un uomo (nel 69% dei casi) con un’età media di 41 anni, che risiede al Nord (nel 52% dei casi, solo nel 38% nel Centro e nel 10% al Sud) e rileva benefici nello sviluppo professionale, nelle prestazioni lavorative e nel work-life balance rispetto ai lavoratori che operano secondo modalità tradizionali.

 

Cosa prevede la legge sul lavoro agile

 

Telelavoro, smart working e lavoro agile. Delle tre espressioni il Parlamento ha utilizzato la terza nella legge, approvata a maggio 2017, che disciplina in Italia la nuova modalità di lavorare “da remoto”. Il testo di legge recita così: “allo scopo di incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, si promuove il lavoro agile quale modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa. La prestazione lavorativa viene eseguita, in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva”.

La retribuzione non cambia

Uno specifico articolo è dedicato al trattamento economico. Il testo stabilisce che il lavoratore ha il diritto di ricevere un trattamento economico e normativo non inferiore a quello complessivamente applicato ai lavoratori che svolgono le stesse mansioni all’interno dell’azienda.

I diritti non cambiano

Logicamente chi lavora in smart working ha gli stessi doveri e diritti di chi continua ad andare in ufficio a lavorare. Infatti il datore di lavoro deve garantire salute e sicurezza a chi svolge questo tipo di prestazione. A questo proposito è previsto l’obbligo di consegnare al lavoratore un’informativa scritta con cadenza annuale nella quale vengono individuati i rischi generali connessi al tipo di lavoro. Infine un capitolo sull’assicurazione obbligatoria. Anche in questo caso il lavoratore ha diritto alla tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali ed è tutelato contro gli infortuni sul lavoro che possono avvenire durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello scelto per lo svolgimento della prestazione lavorativa al di fuori dei locali aziendali.

Lavorare da remoto fa bene sia all’ambiente sia allo stesso professionista, perché bilancia, finalmente, lavoro e vita privata. Il tempo impiegato ogni giorno per gli spostamenti casa-ufficio e viceversa, con lo smart working è tutto tempo non più sprecato, ma in più che la persona può utilizzare per migliorare la qualità della sua vita e quella della famiglia. Dunque si continua a contribuire alla crescita del PIL e allo stesso tempo aumenta anche il FIL, la felicità interna lorda dei lavoratori.