La fiction

Schermo&Schermo. Dai Medici al giovane Papa, le differenze anche nel marketing

di Carlo Macchitella, produttore televisivo |

La Rai sceglie un marketing legato alla tradizione dello sceneggiato, Sky preferisce la provocazione, in certi momenti urticante, intrigante, cerebrale e nello stesso tempo visionaria.

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Vi è in questo differente modo di lanciare il prodotto non tanto un ovvio riconoscimento di marketing al fascino di due brand capaci di influenzare e intrigare il pubblico di riferimento

La Rai sceglie un marketing legato alla tradizione dello sceneggiato, Sky preferisce la provocazione, in certi momenti urticante, intrigante, cerebrale e nello stesso tempo visionaria.

A distanza di pochi giorni hanno preso il via le due più importanti e significative fiction della stagione televisiva: i Medici su Rai 1 e The young Pope su Sky Atlantic.

Due prodotti profondamente e ovviamente diversi sia per struttura narrativa che per pubblici di riferimento e la cui esistenziale differenza è immediatamente rintracciabile nel fatto che l’uno (I Medici) viene presentato come il prodotto di punta di una casa di produzione (la Lux Vide) e l’altro come l’esordio in tv del premio Oscar Paolo Sorrentino.

Vi è in questo  differente modo di lanciare il prodotto non tanto un ovvio riconoscimento di marketing al fascino di due brand capaci di influenzare e intrigare il pubblico di riferimento (da un lato la società fondata da Ettore Bernabei, che ha prodotto ‘Don Matteo’ e ‘A un passo dal cielo’, ‘La Bibbia’ e i migliori medaglioni sulla vita di santi e papi mai andati in onda in tv, dall’altro il migliore autore di cinema italiano di questi ultimi anni, il regista de ‘La grande bellezza‘ e de ‘Il divo’ consacrato dall’Oscar e da una fama già planetaria).

E in questa scelta di marketing vi sono anche le caratteristiche di queste serie.

L’una saldamente ancorata alla tradizione dello sceneggiato Rai capace sì in alcune occasioni di anteporre la logica della finzione alla verità storica, ma comunque sempre attenta a non sbalordire lo spettatore, ma al più a incuriosirlo senza traumi. Impreziosita dalla presenza di grandi attori stranieri, ma comunque restia ad avventurarsi su strade narrative o di regia realmente innovative o mai percorse prima. Un prodotto rassicurante con una production value classica e mai slabbrata capace di garantire grandi ascolti sulle reti generaliste italiane e che si spera possa avere successo anche sui mercati internazionali. Un obiettivo, questo, che sembra essere la vera scommessa da vincere tenendo conto dei costi e delle ambizioni di questa serie.

L’altra provocatoria, in certi momenti urticante, intrigante, cerebrale e nello stesso tempo visionaria. Un affresco del domani che fotografa alcuni grandi problematiche dell’oggi. Un prodotto di nicchia, ma capace di sollevare un dibattito più ampio.

Ecco alcune delle caratteristiche della prima serie tv diretta da Paolo Sorrentino. Una serie talmente innovativa che potrebbe avere sull’immaginario collettivo lo stesso impatto che molti lustri fa ebbe Lynch con il suo Twin Peaks. E non è un caso che il mercato internazionale abbia risposto con interesse a questa sfida.

A questo punto non si deve fare altro che attendere la evoluzione delle storie e delle puntate e i risultati dei mercati nella speranza che tutte e due le sfide lanciate dalla nostra tv abbiano successo e riconoscimenti.

In Italia e all’estero.