Sotto la lente

Musica in streaming, la Ue accende il faro su Apple

di |

La Commissione Ue starebbe indagando sugli accordi tra Apple, le etichette discografiche e le piattaforme di musica online. Si teme che il gruppo possa mettere in difficoltà i competitor dello streaming come Spotify.

La Commissione Ue ha acceso un faro sugli accordi stretti da Apple con le etichette discografiche e le società di musica online.

Bruxelles vuole capire se il gruppo di Cupertino potrebbe in qualche modo limitare i competitor che offrono servizi gratuiti, supportati dalla pubblicità.

Secondo il Financial Times, che cita fonti vicine al dossier, la Ue ha raccolto informazioni, sentendo le case discografiche e le piattaforme di streaming sui loro accordi con la compagnia americana in vista del lancio, previsto per l’estate, del nuovo servizio musicale targato Apple.

L’azienda lo scorso anno ha comprato Beats Music per 3 miliardi di dollari per puntare sulla musica in streaming.

La Commissione europea è preoccupata che la società possa usare la forza del proprio brand, le relazioni e la sua influenza per spingere le etichette musicali ad abbandonare i competitor come Spotify.

Il tutto avviene mentre il mercato della musica in streaming comincia a navigare in acque agitate.

Negli Usa per la prima volta le vendite di musica in streaming hanno superato i CD ma si registrano già le prime tensioni tra le major e le piattaforme online per i compensi riservati agli artisti anche se Spotify ha precisato di versare il 70% del proprio fatturato ai titolari dei diritti.

L’arrivo di Apple su questo mercato potrebbe creare ulteriori problemi, anche perché la maggiori parte dei clienti di musica in streaming usa dispositivi iOS e la Ue quindi gioca d’anticipo.

La raccolta di informazioni, sottolinea il FT, è solo il primo passo dell’Antitrust Ue in vista di una possibile indagine. Se la Ue dovesse rilevare eventuali irregolarità potrebbe chiedere al gruppo un cambio delle pratiche commerciali o infine anche comminare una multa salata.

La notizia non è stata al momento confermata dagli uffici Ue e da Apple.

Lo scorso anno l’azienda americana è stata sanzionata per 450 milioni di dollari con l’accusa di aver cospirato con cinque editori per aumentare i prezzi degli eBook.