La partnership

Luigi Di Maio porta l’Italia nel blocco UE per la blockchain ‘Vantaggi per cittadini, PA e Made in Italy’

di |

L’Italia è il 26° Paese europeo ad aver aderito alla “European blockchain partnership”. Di Maio: “Inspiegabilmente ne eravamo rimasti fuori”. Bruxelles ha già investito 80 milioni in progetti legati alla blockchain e ha stanziato un fondo da 300 milioni di euro a cui ora anche le nostre imprese potranno partecipare.

Stamattina il nostro Paese è ufficialmente entrato nel blocco della “European blockchain partnership”, l’adesione è stata formalizzata dal Ministro dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, che ha firmato la dichiarazione di cooperazione assieme al Commissario europeo per l’economia e la società digitali, Marija Gabriel.

Inspiegabilmente, ne eravamo rimasta fuori. Almeno fino ad oggi: lo scopo principale della collaborazione tra gli Stati membri sarà per lo scambio di esperienze e competenze in campo tecnico e normativo, soprattutto al fine di promuovere la fiducia degli utenti e la protezione dei dati personali, di aiutare a creare nuove opportunità di business e di stabilire nuove aree di leadership dell’UE a beneficio dei cittadini, dei servizi pubblici e delle aziende”, ha affermato Di Maio.

L’Italia punta sulle tecnologie emergenti ed in Europa porteremo la nostra visione assicurando il mantenimento del carattere decentralizzato della Blockchain e le eccellenze italiane che operano con questa tecnologia in vari ambiti dai servizi pubblici alla tutela del Made in Italy”, ha scritto il Ministro sul suo profilo Facebook subito dopo aver firmato il documento.

Con l’Italia sono 26 i Paesi che hanno aderito alla partnership e questo potrà permettere all’Ue di giocare un ruolo di primo piano nello sviluppo delle tecnologie blockchain.

Ad oggi, la Commissione europea ha investito oltre 80 milioni di euro in progetti legati al blockchain e circa 300 milioni di euro sono stati stanziati per lo sviluppo di nuove soluzioni e servizi entro il 2020. A febbraio di quest’anno, invece, Bruxelles aveva lanciato il “Blockchain observatory and forum”, uno degli archivi più completi su questa tecnologia a livello globale.

Dalla gestione dello scambio di energia alla logistica, dalla tutela dei dati personali e sanitari a quella della proprietà intellettuale, dalla sicurezza dei registri pubblici come catasto o anagrafe alle transazioni economico-finanziarie, a tante cose è utile la blockchain.

L’annuncio dell’adesione italiana alla “European blockchain partnership” era stato dato in anteprima a Key4biz già ieri mattina da Mirella Liuzzi (M5S), segretario di presidenza della Camera, in occasione del Seminario di approfondimento tecnologico organizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni, il primo di un ciclo di incontri dedicati all’innovazione digitale e alle tecnologie abilitanti come la blockchain.

L’adesione alla partnership consentirà all’Italia di contare ai tavoli europei e di dettare anche una propria linea sullo sviluppo della tecnologia, pratica mai avvenuta con i Governi precedenti”, ha precisato Liuzzi a Key4bz, aggiungendo che “dopo la call per la selezione di 30 componenti del Gruppo di esperti di alto livello per l’elaborazione della strategia nazionale sull’intelligenza artificiale, il Mise a breve lancerà una nuova call per esperti in blockchain per la stesura della strategia nazionale del settore”.

Proprio in occasione dell’evento della Fondazione Ugo Bordoni (Fub), il Presidente Antonio Sassano ha spiegato che tre sono le strade che ci troviamo di fronte: “5G, Intelligenza Artificiale e blockchain”.

Il 5G è un cambiamento epocale, è la rete delle reti; l’AI apre la strada agli smart contracts, contratti che lavorano tramite algoritmi intelligenti. Infine, la blockchain cambia il modo di concepire Internet e ne fa un protocollo ‘grasso’ per tutti, non solo per gli OTT”.

Grazie all’adesione del nostro paese alla partnership europea per lo sviluppo di nuovi progetti blockchain, inoltre, le nostre imprese potranno partecipare al fondo di 300 milioni di euro messi sul piatto dalla Commissione Ue. Il titolare del Mise ha poi intenzione di lanciare in tempi stretti un “Blockchain district” per sostenere le startup italiane e le amministrazioni pubbliche che vogliono sviluppare i loro progetti.

Come ha spiegato Roberto Viola, Direttore generale DG Connect Commissione Ue, nel suo intervento al seminario FUB, la blockchain è una tecnologia “che fra le altre cose potrà consentire, ad esempio, di tracciare la provenienza della merce negli scaffali del supermarket con la semplice visualizzazione via smartphone dei prodotti oppure di concludere, tramite smart contracts, procedure complesse per la compravendita di una casa grazie all’accesso diretto tramite blockchain a mappe catastali, registri e documenti che oggi non sono ancora a portata di smartphone”.

La blockchain, ha infine precisato Viola, fornisce sostanzialmente una “fotografia di relazioni economiche, sociali e giuridiche del nostro mondo”.

Una notizia rilevante, questa dell’adesione dell’Italia al blocco Ue per la blockchain, secondo Anitec-Assinform, Associazione Italiana per l’Information and Communication Technology e dell’Elettronica di Consumo.

Nel 2017 il mercato globale enterprise di soluzioni e applicazioni basate su Blockchain ha raggiunto quasi 1 miliardo di dollari, raddoppiando il valore rispetto al 2016. Le previsioni nel prossimo triennio sono di ulteriore crescita con un tasso medio annuo dell’80%.

E’ una grande opportunità su cui è importante un coordinamento europeo sia per incrementare gli investimenti in tecnologia sia per armonizzare eventuali regole a tutela dei consumatori, creare fiducia e far crescere il settore. Il nostro paese e le nostre imprese sono spesso una eccellenza sui temi dell’innovazione ma non possiamo e non dobbiamo fare da soli, per questo un coordinamento con gli altri paesi europei è essenziale”, ha affermato oggi in una nota ufficiale Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform.

Adesso ci aspettiamo che – già dalla prossima legge di bilancio – il Governo metta risorse rilevanti per fare aumentare ancora ricerca e sviluppo, startup e investimenti innovativi nelle imprese, anche per ridare passo ai programmi di digitalizzazione della pubblica amministrazione“.