Eutelsat, l’operatore satellitare individuato come principale concorrente di Starlink in Europa, sta negoziando con i suoi investitori l’iniezione di 1,5 miliardi di euro nel quadro di un’operazione che vedrebbe la quota del Governo francese più che raddoppiare, passando dall’attuale 13% al 30%.
Di fatto, Eutelsat ha bisogno di nuovi fondi per sostituire la sua flotta di satelliti a bassa orbita ogni 5-7 anni, e avrà bisogno di almeno 2 miliardi di euro per prendere parte a Iris2, il progetto europeo per la creazione di una flotta continentale per servizi critici e settori critici.
Lo scrive Bloomberg, ricordando da più di un anno l’operatore sta cercando di chiudere nuovi finanziamenti.
Eutelsat ha annunciato all’inizio di questo mese che Jean-François Fallacher, ex numero uno di Orange France, avrebbe sostituito l’amministratore delegato Eva Berneke a partire dal 1° giugno. Il cambio di ruolo rientra nei piani del governo francese di acquisire una maggiore partecipazione nella società, secondo quanto riportato da fonti.
Il nuovo direttore generale di Eutelasat, che controlla una trentina di satelliti in orbita geostazionaria nonché la flotta in orbita basa di OneWeb, potrebbe avere meno tempo del previsto per chiudere l’aumento di capitale.
Se altri investitori francesi, ovvero la compagnia di navigazione CMA CGM e il Fondo di Partecipazione Strategico, seguissero almeno in parte la raccolta fondi, Eutelsat riacquisterebbe i suoi asset dominanti francesi, persi durante la fusione con OneWeb nel 2022.
Un azionista indiano
Il quotidiano Les Echos ricostruisce la composizione dell’azionariato di Eutelsat e le prossime mosse dell’azienda. Eutelsat vorrebbe convincere tutti i suoi azionisti a partecipare alla ricapitalizzazione, sapendo che il gruppo ha ormai nel suo capitale il governo britannico, il gruppo indiano Bharti, SoftBank, Hanwha, con un flottante che pesa meno di un quinto del capitale. In questa fase, Bharti Enterprises è il maggiore azionista della società con oltre il 20% del capitale e pertanto le sue scelte saranno decisive.
Ma a questo punto sembrerebbe che l’investitore indiano si trovi piuttosto in una posizione di disimpegno. Secondo Les Echos, la sua azienda Bharti Airtel avrebbe stretto una partnership con SpaceX di Elon Musk per lanciare in India i servizi per la costellazione rivale Starlink. Il governo indiano sta ancora valutando quali licenze concedere o negare agli operatori di telecomunicazioni stranieri.
Per il momento, nessuno ha confermato ufficialmente l’aumento del capitale di Eutelsat al 30% da parte dello Stato francese. Attualmente la BPI detiene la quota dello Stato francese. Una partecipazione che si era diluita con l’acquisto di OneWeb e che tornerebbe al livello iniziale in caso di aumento di capitale. Per il momento il Ministero dell’Economia si accontenta di confermare che la questione Eutelsat è certamente una priorità, ma è ancora lontano dal raggiungere un consenso.
Forza motrice di Iris2
L’azienda sarà la forza trainante del progetto Iris2, la costellazione europea di telecomunicazioni sicure, i cui contratti sono attualmente in fase di negoziazione.
Ecco perché c’è bisogno di più capitale del previsto. Perché ai 2 miliardi necessari per gestire e rinnovare i satelliti della sua costellazione OneWeb, dovrà aggiungere una cifra equivalente per lanciare la nuovissima generazione di satelliti per telecomunicazioni Iris2, che avrà più di 600 satelliti e dovrà garantire all’Europa una certa autonomia, in particolare svincolandola dalla dipendenza dai servizi Starlink.
Il flusso di cassa generato oggi dalla vendita dei servizi satellitari Eutelsat e OneWeb non è sufficiente a finanziare gli ingenti investimenti necessari per realizzare la costellazione europea.
Secondo una persona intervistata, il compito principale del nuovo direttore è sbloccare le trattative per la ricapitalizzazione, nonostante le prime discussioni sull’argomento risalgano a un anno fa. La prossima assemblea generale di Eutelsat è prevista per l’inizio di novembre.
L’ideale sarebbe dare visibilità agli azionisti in quel momento. Sebbene tutti approvino la decisione presa dalla precedente presidente, Eve Bernanke, di fare di Eutelsat un operatore “multiorbitale”, con convergenze tra soluzioni di telecomunicazioni spaziali in orbita geostazionaria e in orbita terrestre bassa, la potenziale redditività a lungo termine delle costellazioni è ancora oggetto di molto dibattito.
L’egemone Starlink, che rappresenta oltre il 60% dei satelliti messi in orbita con circa 7.000 satelliti lanciati, inizierà a diventare redditizia solo quest’anno.