Covid-19

Email marketing nell’emergenza: cresce l’engagement, ma vietato intasare la posta

di |

Le raccomandazioni di MailUp durante l’epidemia e il lockdown delle attività economiche: destinatari più reattivi, aumentano tassi di apertura e click, ma valutare la rilevanza dei messaggi e soprattutto prestare attenzione a non intasare la posta, altrimenti si avranno problemi di reputazione e branding.

Le imprese e i professionisti, nonostante il momento drammatico e l’emergenza che il nostro Paese sta vivendo nelle ultime settimane, hanno continuato a inviare mail e a cercare di rimanere in contatto con il mondo esterno. Non solo si cerca costantemente di portare avanti il proprio business, quindi di inviare messaggi ai propri clienti e a nuovi potenziali clienti, ma è evidente il bisogno di comunicare.

Email marketing e Covid-19

Seguendo alcune considerazioni proposte da MailUp, relative all’email marketing al tempo dell’epidemia di Coronavirus, si comprende facilmente quanto le circostanze stiano spingendo le imprese a cercare nuove strade, anche a costo di rompere quelle che fino a poco tempo fa erano considerate “best practice”.

Una prima riflessione proposta da MailUp, come “regola generale” in questo momento di crisi ed emergenza sanitaria, “dovrebbe essere quella di ridurre il più possibile l’intasamento della posta elettronica e il rumore di fondo generale, così da favorire e dare maggiore visibilità ad aggiornamenti e comunicazioni realmente importanti”.

In generale, in questo periodo, si è notato un aumento del numero di email inviate, un aumento dei tassi di aperta e di click, ma soprattutto, un incremento notevole dell’engagement, cioè la capacità degli invii di coinvolgere i destinatari generando interesse su contenuti e offerte, rivelato dal grado di interazione con i messaggi.

Esiste un cluster di clienti – appartenenti a differenti d diversi settori, dal retail alla sanità, dalle università fino alle amministrazioni comunali – che ha avuto un incremento estremamente considerevole (dal 200 al 400%) in termini di engagement”, si legge nell’analisi proposta da Alberto Miscia, Head of Deliverability & Compliance di MailUp.

Le raccomandazioni di MailUp

Prima di inviare una mail, è fortemente consigliato il controllo delle seguenti condizioni:

  • meglio farsi delle domande, del tipo: “i destinatari hanno veramente bisogno di ricevere questa comunicazione?”;
  • evitare di caricare nel database una notevole quantità di nuovi contatti ai quali non si è mai spedito, perché si generare un calo di reputazione, un picco di disiscrizioni o addirittura a un blacklisting;
  • tentare di vendere o promuovere qualcosa potrebbe essere considerata dai destinatari come un’iniziativa fuori luogo, lesiva la nostra immagine.

In ultima analisi, anche se attualmente si registra una maggiore rilevanza dei contenuti e una evidente maggiore reattività da parte dei destinatari, è fondamentale rispettare questi consigli per evitare “problemi di branding e reputazione di invio”, anche perché rimane valido il monito espresso in apertura: “pensiamo sempre in termini di rilevanza”.

Il che significa sostanzialmente: “non consideriamo questo periodo come quello più propizio per contattare anche quei destinatari che non abbiamo incluso nei nostri invii per mesi o anni; o meglio, inviamo solo se abbiamo qualcosa di fondamentale da comunicare”.