Lo scontro

Colpo di coda di Trump, revocate le licenze per fare business con Huawei

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A due giorni dal fine mandato, un Trump delegittimato in odor di impeachement revoca la licenza speciale concessa a Intel e altri fornitori per la vendita di semiconduttori e tecnologie made in Usa alla cinese Huawei.

L’amministrazione Trump ha notificato a Intel e ad altre aziende tecnologiche americane la revoca delle licenze speciali concesse per fare business con Huawei, rifiutando nel contempo altre domande analoghe che erano al vaglio delle autorità. Lo scrive la Reuters, sottolineando che quest’ultima decisione anti cinese di Trump nei confronti di società tecnologiche arriva a due giorni dalla fine del suo primo e ultimo mandato alla Casa Bianca. Un Trump delegittimato e in odor di impeachement, quindi, non molla l’osso fino all’ultimo respiro, ribadendo il solito messaggio allarmistico, privo di alcun fondamento concreto: la minaccia tecnologica cinese alla sicurezza nazionale americana va bloccata in tutti i modi.

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Colpo di coda

Soltanto un presidente come Trump poteva prendere una decisione del genere agli sgoccioli del suo mandato. Una decisione strategica che a questo punto, dopo il disastro di Capitol Hill, avrebbe dovuto lasciare al suo successore, Joe Biden, in predicato di insediarsi e prendere il timone del paese.

Risale al 2019 il divieto da parte dell’amministrazione Trump alle aziende americane di fare affari con Huawei, eccezion fatta per un gruppo ristretto di aziende manlevate, fra cui appunto Intel, che grazie ad un permesso speciale ha potuto continuare a fare business con l’azienda cinese.

In particolare, secondo la Reuters, che cita una email della Semiconductor Industry Association, emerge la volontà del Dipartimento del Commercio di “negare un numero significativo di richieste di licenze di export a Huawei”. In concreto, sono state revocate otto licenze a quattro diverse società per la fornitura di semiconduttori made in Usa al produttore cinese di apparecchiature di rete.

Secondo la Reuters la gran maggioranza di 150 richieste di licenza pendenti sono state rifiutate, per un controvalore di 120 miliardi di dollari.

Altri 280 miliardi di dollari di richieste di licenza per beni e tecnologia per Huawei non sono ancora state elaborate, ha detto la fonte di Reuters, ma ora è più probabile che vengano negate.

Stop a Intel

Intel aveva ricevuto le licenze dalle autorità statunitensi per continuare a fornire determinati prodotti a Huawei a settembre dello scorso anno.

Una decisione dello scorso mese di agosto affermava che i prodotti con funzionalità 5G sarebbero stati probabilmente rifiutati, ma le vendite di tecnologia meno sofisticata sarebbero state decise caso per caso.

Gli Stati Uniti hanno preso le ultime decisioni durante una mezza dozzina di incontri a partire dal 4 gennaio con alti funzionari dei dipartimenti di Commercio, Stato, Difesa ed Energia, ha detto la fonte.

I funzionari hanno sviluppato una guida dettagliata riguardo a quali tecnologie erano in grado di supportare il 5G, quindi hanno applicato tale standard, ha aggiunto la persona. Ciò implica negare la stragrande maggioranza delle circa 150 domande contestate e revocare le otto licenze per renderle coerenti con le ultime smentite, ha detto la fonte.

Misure anti cinesi

Negli ultimi mesi, l’amministrazione Trump ha preso una serie di decisioni punitive nei confronti delle aziende cinesi, fra cui il tentativo poi bloccato di bandire TikTok dagli Usa, nonché l’ordine esecutivo di delisting dal NYSE, la borsa di New York, dei tre principali operatori Tlc cinesi.

A pochi giorni esatti dall’ingresso del nuovo Presidente degli Stati Uniti Joe Bidenl’amministrazione di Donald Trump ha inserito la multinazionale cinese Xiaomi e altre otto aziende cinesi nella blacklistdi società straniere soggette a forti restrizioni, tra cui il divieto di ricevere investimenti americani.

Non è ancora chiaro in che modo si intenda porr l’amministrazione Biden nei confronti della Cina. Quel che è certo è che il nuovo presidente dovrà ricostruire un rapporto costruttivo con Pechino sulle macerie lasciate da Trump.