tech-war

Usa-Cina. Trump: ‘Da settembre dazi del 10%. Huawei vuole un presidente addormentato come Biden’

di |

Trump annuncia dal primo settembre la tassazione al 10% su 300 miliardi di dollari di beni e prodotti provenienti dalla Cina in Usa: 'Deve pagare i dazi doganali, per 20 anni i cinesi hanno portato via al nostro Paese miliardi di dollari, è arrivato il momento di fermare questa pratica'.

Poche ore dopo che i negoziati sui dazi si erano conclusi con un rinvio, nel suo ultimo messaggio su Twitter sulla Cina è stata pacato e ottimista: “Non vediamo l’ora di continuare il nostro dialogo positivo con la Cina su un accordo commerciale globale e crediamo che il futuro tra i nostri due Paesi sia molto brillante!”.

Prima di questo tweet, però, Donald Trump ha annunciato dal primo settembre la tassazione al 10% su 300 miliardi di dollari di beni e prodotti provenienti dalla Cina. Ma il presidente degli Stati Uniti, ieri, ha dato le due stoccate più forte alla Cina e alle sue società di Tlc durante il comizio a Cincinnati, in Ohio, tenuto per le presidenziali 2020.

“Credo che Huawei stia pregando per vedere un nuovo presidente e cercheranno di controllare gli Usa come hanno fatto in passato” ha detto Trump, ribadendo che “la proprietà intellettuale va difesa”. Huawei “vuole un presidente addormentato come Biden che non sa cosa fa”, ha aggiunto, prendendo in giro il candidato democratico alla Casa Bianca: “Gli chiedono di firmare qualsiasi cosa e lui firma”.

Poi Trump si è rivolto al governo di Pechino: “La Cina deve pagare i dazi doganali”, ha detto, “per 20 anni i cinesi hanno portato via al nostro Paese miliardi di dollari, è arrivato il momento di fermare questa pratica. Abbiamo perso centinaia di migliaia di miliardi per colpa della Cina, il presidente Xi è un grande amico e questo lo capisce”.

Nota Bloomberg che le continue sparate e giravolte di Trump sulla Cina sembrano quasi svelare una strategia che, più che a Pechino, guarda a Washington. Dato che la Fed ha detto che i tagli ai tassi sono giustificati dalle tensioni commerciali che pesano sull’economia, è plausibile che il presidente si sia premurato subito di crearne altre perché la sua Banca centrale tagli ancora il costo del denaro, come il tycoon chiede da tempo.