Lo scontro

5G, Ue contro Huawei e ZTE. Pechino replica: ‘Bruxelles viola il libero scambio’

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Pechino considera il pressing sugli Stati membri per eliminare le compagnie cinesi dal novero dei fornitori 5G come una violazione del principio del libero scambio.

Il pressing della Commissione Ue nei confronti degli Stati membri verso il bando completo di tecnologie cinesi di fornitori considerati a rischio, come Huawei e ZTE, dalle reti 5G è stato accolto da forti critiche in Cina.

La Camera di commercio cinese presso l’UE, o CCCEU, ha espresso profonda preoccupazione per le recenti azioni della Commissione europea per fare pressione sui suoi Stati membri affinché evitino di utilizzare apparecchiature 5G prodotte da Huawei e ZTE.

La dichiarazione del CCCEU di sabato è arrivata due giorni dopo che l’Unione Europea ha pubblicato il suo secondo rapporto sullo stato di avanzamento dell’implementazione del Toolbox dell’UE sulla sicurezza informatica del 5G, esortando più Stati membri ad attuare restrizioni sui cosiddetti “fornitori ad alto rischio” Huawei e ZTE.

L’attacco di Breton

Giovedì il commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton si è lamentato del fatto che solo 10 dei 27 Stati membri hanno limitato o escluso i fornitori “ad alto rischio”.

“Si procede troppo lentamente e si pone un grave rischio per la sicurezza, che espone la sicurezza collettiva in pericolo e si crea una grande dipendenza per l’UE e gravi vulnerabilità”. principale preoccupazione europea riguarda la sicurezza del mercato IoT.

Breton ha affermato che la Commissione europea considera giustificate e in linea con gli strumenti le decisioni prese da alcuni Stati membri di limitare o escludere completamente Huawei e ZTE dalle loro reti 5G.

“La commissione implementerà i principi del toolbox 5G nel proprio appalto di servizi di telecomunicazione, per evitare l’esposizione a Huawei e ZTE“, ha affermato.

Ha detto anche che “Huawei e ZTE rappresentano in realtà rischi materialmente più elevati rispetto ad altri fornitori di 5G”, ma non ha fornito alcuna prova concreta.

La CCCEU ha affermato che le azioni della Commissione europea per esercitare pressioni pubbliche sugli Stati membri affinché evitino di utilizzare apparecchiature 5G di Huawei e ZTE contravvengono alle regole della WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio.

“Individuare pubblicamente le imprese cinesi come ‘fornitori ad alto rischio’ senza base legale è contrario ai principi del libero scambio”, ha affermato la Camera, che rappresenta le entità commerciali cinesi in tutta l’UE.

Grave preoccupazione

“È di fondamentale importanza sottolineare che la valutazione discriminatoria dei ‘fornitori ad alto rischio’ non deve essere applicata a nessun venditore senza una procedura giustificata e un’udienza adeguata”, ha affermato la Camera.

La camera ha descritto la presa di posizione di Bruxelles come motivo di grave preoccupazione per gli investitori cinesi e per i loro partner commerciali locali in Europa.

“La CCCUE esprime serie preoccupazioni a nome di tutti i nostri membri per il peggioramento del contesto imprenditoriale in Europa”, afferma la dichiarazione.

L’UE è stata sottoposta a forti pressioni da parte degli Stati Uniti da quando l’amministrazione Donald Trump ha bandito Huawei 5G dalle reti dell’UE.

La reazione di Pechino

A Pechino, anche il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha criticato le azioni dell’UE.

“La Commissione europea continua a sostenere che le società di telecomunicazioni cinesi come Huawei e ZTE rappresentano un rischio per la sicurezza, ma non ha ancora dimostrato alcuna prova”, ha detto venerdì durante un briefing quotidiano. “Questa è una tipica presunzione di colpa. Ci opponiamo fermamente”.

Wang ha affermato che da quando Huawei e ZTE hanno iniziato ad operare in Europa molti anni fa, non solo non hanno danneggiato la sicurezza dei paesi europei, ma hanno contribuito in modo sostanziale alla crescita del settore delle telecomunicazioni in Europa e generato notevoli benefici socioeconomici.

Ha inoltre criticato l’UE per aver violato lo spirito dello stato di diritto e il principio dell’economia di mercato, del libero scambio e della concorrenza leale.

“Esortiamo vivamente l’UE a rispettare le regole del commercio internazionale, a non rendere tutto politico o sulla sicurezza e a non sopprimere le imprese straniere in nome della sicurezza”.

“Apertura, inclusività ed equità sono urgentemente necessarie ora, e dovremmo tutti assumerci le nostre responsabilità sociali e onorare i nostri impegni per rendere i consumatori meno gravati e gli investitori più fiduciosi”, ha affermato la CCCUE nella sua dichiarazione.

Premier cinese in Germania mentre cresce la sfiducia occidentale

Il premier cinese Li Qiang incontrerà oggii leader tedeschi durante un viaggio a Berlino, in un momento in cui le politiche di Pechino su Russia, commercio e diritti umani stanno ricevendo un’accoglienza sempre più ostile in Occidente. E’ il primo viaggio all’estero del neo premier cinese, eletto a marzo, che non a caso parte dalla Germania dove si parlerà sicuramente anche del giro di vite europeo nei confronti di Huawei e ZTE. A seguire Li si sposterà in Francia.

Li inizierà il suo tour in due nazioni con le cosiddette “consultazioni governative” che prevedono colloqui con il cancelliere Olaf Scholz e il suo gabinetto, prima di dirigersi in Francia per un vertice finanziario ospitato dal presidente Emmanuel Macron.

C’è da dire che il giro di vite di Buxelles nei confronti dei fornitori cinesi avviene di pari passo con un altrettanto aggressiva iniziativa per l’introduzione di una nuova tassa su Internet, il fair share, che mette nel mirino le grandi Big Tech americane. Una doppia mossa per dimostrare la linea incentrata su un forte sovranismo digitale da parte di Bruxelles, che punta il più possibile sull’indipendenza tecnologica dell’Unione.

Huawei, la replica a dichiarazioni di Breton e Commissione UE

“Huawei si oppone fermamente ed è in disaccordo con i commenti fatti dai rappresentanti della Commissione Europea. È evidente che questi non si basano su valutazioni verificate, trasparenti, obiettive e tecniche delle reti 5G.

Allo stesso tempo, Huawei comprende la preoccupazione della Commissione europea di proteggere la sicurezza informatica all’interno dell’UE. Tuttavia, restrizioni o esclusioni basate su giudizi discriminatori comporteranno seri rischi economici e sociali, ostacolerebbero l’innovazione e porterebbero distorsioni nel mercato dell’UE. Ad esempio, un rapporto di Oxford Economics fa emergere che l’esclusione di Huawei potrebbe comportare un aumento dei costi degli investimenti nel 5G fino a decine di miliardi di euro, e a pagarli saranno i consumatori europei.

Individuare pubblicamente una singola entità come “HRV” (High Risk Vendor) senza una base legale è un’azione contraria ai principi del libero commercio. È di fondamentale importanza sottolineare che la valutazione discriminatoria dell'”HRV” non deve essere applicata a nessuna azienda senza una procedura giustificata e un’adeguata audizione. In qualità di operatore economico nell’Unione Europea, Huawei gode di diritti procedurali e sostanziali, e dovrebbe essere tutelata dalle leggi dell’UE e degli Stati membri, nonché dai loro impegni internazionali.

La sicurezza informatica è la principale priorità di Huawei. La nostra azienda ha a disposizione un Cyber Security Transparency Centre a Bruxelles. Questo centro è aperto ai clienti e alle organizzazioni che operano test indipendenti. Queste realtà sono invitate a eseguire test e verifiche di sicurezza equi, oggettivi e indipendenti, secondo gli standard e le best practice di sicurezza informatica riconosciuti dal settore. Continuiamo a impegnarci nel fornire prodotti e servizi certificati e affidabili a livello globale, in grado di connettere milioni di europei.”