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Ci penserà Iliad a dare una scossa allo Spid?

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Iliad sta forse meditando di diventare un Identity Provider per distribuire direttamente lo Spid, necessario per l’attivazione della sua Sim?

Iliad sta forse meditando di diventare un Identity Provider per distribuire direttamente agli italiani lo Spid, necessario per l’attivazione della sua Sim?

E’ una domanda che sorge spontanea, se saranno confermati i rumors di Repubblica secondo cui l’operatore low cost transalpino starebbe pensando all’installazione di distributori automatici di SIM in una quarantina di centri commerciali dov’è presente Auchan con cui avrebbe siglato un accordo in questo senso. Veri e propri erogatori di Sim, già presenti in Francia dove basta la carta di credito per attivare una Sim al dispenser, che potrebbero quindi diventare un nuovo canale distributivo nel mercato italiano della telefonia, alternativo o quanto meno complementare ai punti vendita fisici. Erogatori dove il tanto deludente Spid (Sistema pubblico di identità digitale) potrebbe diventare il mezzo per l’identificazione del cliente che vuole attivare una nuova Sim.

Problema identificazione

Resta da capire in che modo Iliad ha pensato di risolvere il problema dell’identificazione del cliente che vuole acquistare la Sim al distributore. In Italia per l’attivazione di una Sim bisogna concludere la transazione nel negozio, presentando un documento d’identità valido come carta d’identità, passaporto, patente in formato cartaceo, porto d’armi e tessere degli ufficiali (questi, ad esempio, i requisiti per l’acquisto di una Tim Card nei negozi Tim).

Iliad killer application (involontaria) di Spid?

La legge in vigore nel nostro paese, per motivi di sicurezza legati all’anti terrorismo, impone ai consumatori di garantire la loro identità di persona al punto vendita. Ma le cose potrebbero cambiare grazie ad un articolo dell’ultima legge sulla concorrenza, approvato lo scorso 17 agosto, circolato su Universofree.fr, sito satellite di Iliad.

Al fine di semplificare le procedure di migrazione tra operatori di telefonia mobile e le procedure per l’integrazione di SIM card aggiuntive o per la sostituzione di SIM card richieste da utenti già clienti di un operatore, con decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono previste misure per l’identificazione in via indiretta del cliente, anche utilizzando il sistema pubblico dell’identità digitale (Spid) previsto dall’articolo 64 del codice dell’amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni, in modo da consentire che la richiesta di migrazione e di integrazione di SIM card e tutte le operazioni ad essa connesse possano essere svolte per via telematica. Dall’attuazione delle disposizioni previste dal presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

 

Futuro da Identity Provider?

L’articolo di legge in questione consentirebbe quindi, in teoria, di risolvere il problema dell’identificazione indiretta per via digitale dell’acquirente di una Sim al dispenser.

Ma con quali credenziali?

Certo lo Spid sarebbe la soluzione più indicata, ne parla anche l’articolo di legge.

Il che apre ad un nuovo potenziale scenario futuro per Iliad, che potrebbe decidere di diventare anche un Identity Provider, per distribuire direttamente le credenziali Spid, come peraltro fanno già fra gli altri Poste e Tim.

Identità digitale: 18app.it e CIE

Resterebbe però da superare la ritrosia degli italiani nei confronti di questo sistema, che dal suo lancio ha avuto il suo momento di picco con il Bonus Cultura di 500 euro per i neo 18enni (18app.it). Senza Spid niente bonus, e per questo le adesioni a Spid hanno raggiunto ritmi mai replicati dal suo lancio a marzo di due anni fa.

Altri strumenti “elettronici” per certificare l’identità del cliente che vuole acquistare una Sim al distributore potrebbero essere, in linea teorica, la Cie (carta d’identità elettronica), che però rappresenta un altro storico flop digitale del nostro paese disponibile in pochissimi comuni, con tempi di attesa molto lunghi.

Oppure la Tessera sanitaria che incorpora il codice fiscale, già obbligatoria peraltro per l’erogazione ai distributori automatici di sigarette, ma che a prima vista non sembra uno strumento adeguato per garantire la certezza dell’identità dell’utente finale, visto che chiunque potrebbe ad esempio farsi prestare quella di un amico. Attivare una Sim non è come comprare un pacchetto di sigarette.

A questo punto non resta che aspettare l’arrivo di Iliad in Italia (si parla di aprile), in attesta che l’operatore low cost scopra le carte sulla prossima asta per il 5G che si terrà entro il 30 settembre.