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18App anche in Francia, ma pagano gli Over the Top

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Il primo ministro francese ha annunciato il bonus cultura per i 18enni, prendendo spunto dal modello italiano, ma con una grande differenza: ‘Lo Stato dovrebbe intervenire per una parte molto limitata, il resto è finanziato da Google, Apple, Facebook e Amazon’, ha detto il presidente Macron. ‘Le Figaro’ mostra i numeri dell’insuccesso di 18App.

Prendere spunto da 18App, ma farlo finanziare, principalmente, dai giganti del web. Con questa idea in Francia nasce il bonus cultura per i 18enni annunciato dal primo ministro Edouard Philippe: 500 euro da spendere, come in Italia attraverso una piattaforma digitale, in libri, musica, concerti, cinema e per visitare musei e monumenti storici.

Dunque il pass culture, promesso dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron in campagna elettorale, è stato confermato dal discorso programmatico pronunciato dal premier Philippe nella seduta inaugurale della nuova Assemblea Nazionale. Con una grande differenza rispetto al bonus cultura introdotto dal governo Renzi, finanziato con circa 300 milioni di euro di soldi pubblici. Macron, il ‘presidente delle startup’ (ha inaugurato Station F., un campus che punta ad ospitare mille startup e i venture capital) ha pensato bene di far finanziare gran parte del fondo dai provider internet e dagli Over the Top, come Google, Apple, Facebook ed Amazon (il quartetto che sui media francesi viene ormai comunemente indicato con la sigla GAFA).

L’intuizione francese di chiamare in causa gli OTT è vincente perché, come dimostra 18App, il bonus è stato speso soprattutto online, con Amazon che ha fatto la parte del leone. Così il governo francese, volendo evitare l’errore commesso in Italia, presto potrebbe dar vita a un sistema in cui i giganti del web contribuiranno economicamente alla formazione culturale dei neomaggiorenni, guadagnandoci anche, ma non le stesse cifre registrare nel nostro Paese. Gli Over the Top non hanno ancora rilasciato un commento sull’iniziativa del governo, ma ne sono a conoscenza dalla campagna elettorale.

Le Figaro cita l’insuccesso di 18App

Le Figaro indica i dati ufficiali di 18App per scoraggiare il governo francese sul bonus cultura. Al 30 giugno scorso, l’ultimo giorno utile per registrarsi alla piattaforma, “solo 350mila su 570mila beneficiari sono riusciti a registrarsi”, il dato, effettivamente, indica le difficoltà tecniche per iscriversi alla piattaforma 18App, dalla quale è possibile generare il borsellino elettronico di 500 euro. Inoltre per il giornale conservatore ‘il peggio del sistema’ è rappresentato da diversi casi di abusi, denunciati dalla stampa italiana, come la vendita dei voucher a commercianti compiacenti per una somma in contanti inferiore ai 500 euro e alla nascita di gruppi sui social per vendere il bonus a metà prezzo.

Ricordiamo, infine, che il bonus è stato confermato anche per i nati nel 1999, ma nonostante l’erogazione sia prevista dalla legge di Bilancio 2017  non è ancora disponibile. Resta un mistero. Una chimera. Le ultime notizie in merito sono state pubblicate sulla pagina Facebook ufficiale dell’iniziativa: “Per l’attivazione del #bonuscultura per i 99, come sapete, stiamo aspettando il decreto attuativo. Vi teniamo aggiornati in pagina”.

A Le Figaro segnaliamo anche due nostre inchieste. Abbiamo scoperto che, nei primi giorni di 18App, Amazon ha infilato di tutto nella categoria ‘libri’, dai coprivaligia alle tazzine da caffè: come dire “tutto fa cultura”. E poi segnaliamo che con i soldi pubblici i 18enni comprano sì tanti libri, come emerge dai dati ufficiali, ma anche di cucina per mamma e nonna.

Due casi che potrebbero o far cambiare idea al governo francese oppure fare scuola per migliorare la modalità di erogazione del bonus cultura per non sprecare, quindi, denaro pubblico.

  • (I dati ufficiali del bonus cultura per i nati nel ’98: è stato preso in considerazione il periodo che va dal 15 settembre 2016 e al 30 giugno 2017)