La crisi dei call center non accenna a rallentare. E’ di ieri la notizia della fine della collaborazione fra British Telecom (BT) con il contact center di Accenture, “che a questo punto si vedrà costretta ad aprire le procedure di licenziamento per i suoi 262 dipendenti di Palermo – dice Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom – con queste dichiarazioni non solo pone una chiusura nel confronto con i sindacati, ma mette a repentaglio la sorte di 262 lavoratori siciliani, che da quel momento avranno ben poche possibilità di ricollocazione. Procederemo nell’immediato per la convocazione di un tavolo presso il ministero oltre che per iniziative ad hoc per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla ‘vertenza Palermo’”.
“Oggi 22 luglio (ieri ndr) – si legge in una n ota della Fistel Cisl – presso l’UIR di Roma, si è svolto un tavolo triangolare tra BT Italia, Accenture e le OO.SS. Fistel – Cisl – SLC – Uilcom Nazionali nel quale l’ Azienda di TLC Britannica ha formalmente dichiarato che ad ottobre termina la partnership con Accenture sulla gestione dei servizi al Cliente e Accenture sarà costretta a licenziare i lavoratori del sito di Palermo. Le procedure di licenziamento si avvieranno entro il 15 Agosto. La Fistel Cisl ritiene inaccettabile l’atteggiamento di BT Italia, azienda che ha sempre trovato soluzioni negoziali con il Sindacato e oggi rifiuta qualunque confronto permettendo il licenziamento dei lavoratori di Palermo che sono stati oggetto di cessione di ramo d’azienda ad Accenture. L’obiettivo di BT è la riduzione dei costi, magari attraverso la delocalizzazione delle attività, e la cessione delle stesse a qualche outsourcer che impiegherà lavoratori neo assunti e a basso costo. La risposta del Sindacato sarà durisissima”.
Sulla stessa linea Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil, che sottolinea come “nel resto d’Europa la crisi dei call center sia del tutto marginale – si legge in una nota – Le delocalizzazioni assumono invece rilevanza in Italia, proprio perché la normativa introdotta dalla direttiva europea (mai recepita in Italia) impedisce scorciatoie come quelle utilizzate dai committenti italiani”.
“British Telecom (fornitore dei servizi di telefonia anche per il Ministero del Lavoro) ufficializza di spostare la commessa ad altro sito, che non viene nemmeno dichiarato, lasciando i 280 lavoratori, ex dipendenti di British Telecom, a casa dal 1° ottobre. Una crisi che si aggiunge a quella di Infocontact, 1800 lavoratori senza retribuzione da mesi; il Tribunale informa che il Ministero dello Sviluppo Economico dovrebbe nominare i commissari straordinari il prossimo 24 luglio”, attacca Azzola.
“Così le follie generate da un vuoto normativo presente solo nel nostro Paese (gli altri Paesi Europei hanno correttamente recepito i contenuti di una direttiva europea di tutela dei diritti dei lavoratori del 2001) – aggiunge il sindacalista – generano ulteriore disoccupazione con costi enormi a carico delle casse dello stato mentre la committenza (Enel, Wind, Con Te Assicurazioni, Poste Mobile, Vodafone, Telecom, Eni e, appunto, il Ministero del Lavoro) continuano fare utili a scapito dei lavoratori”.
La nota di di British Telecom
“In merito all’incontro odierno(di ieri ndr) relativo al Contact Center di Accenture – fanno sapere ad AgenParl da BT Italia, uno dei clienti della struttura di Palermo – come BT persegua da sempre la priorità di offrire il miglior servizio ai propri clienti. Si precisa che BT ha ceduto la proprietà e la gestione del contact centre ad Accenture nel 2005. In linea con la sua strategia BT continua ad intraprendere una sostanziale revisione tecnologica e organizzativa finalizzata ad un modello di gestione più efficace del servizio fornito al cliente ed in linea con gli standard più evoluti del mercato”.