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Blockchain, vantaggi potenziali per la PA digitale

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Dal voto elettronico alla dichiarazione dei redditi: sfruttare la struttura distribuita della blockchain consente di alleggerire nei periodi di picco il flusso dati verso infrastrutture centralizzate.

I vantaggi della blockchain sono molteplici, nel pubblico e nel privato, ma se le banche hanno già capito che questa nuova tecnologia ha grosse potenzialità in termini di sicurezza ed efficienza nella gestione dei dati, il settore pubblico si sta ancora interrogando su come applicare la blockchain al suo interno.

Diffondere l’utilizzo delle blockchain all’interno di diverse funzioni e organizzazione del settore pubblico non sarà certo facile, ma secondo gli esperti ne vale la pena. Ad esempio, per gestire al meglio le infrastrutture digitali, che costano soprattutto a livello governativo, in particolare a fronte della vasta quantità di dati che devono essere immagazzinati.

Nel settore pubblico, poi, secondo il sito Information-Age, ci sono diversi periodo di picco, nei quali il traffico dati esplode mettendo sotto pressione le infrastrutture digitali, basti pensare alle scadenze fiscali e alle dichiarazioni dei redditi, che mettono sotto pressione i sistemi centralizzati dei Governi alla fine dell’anno finanziario.

Sfruttando le potenzialità della blockchain di gestire in maniera decentralizzata i dati sarebbe certamente possibile togliere la pressione che di norma pesa sui sistemi centralizzati nei periodi di picco.  Un procedimento che coinvolge in maniera pesante le infrastrutture governative è quello del voto. Il voto online sembra maturo per diventare realtà, con innegabili vantaggi in termini di sicurezza e accuratezza dello spoglio. Ma per realizzarlo è necessaria un’infrastruttura in grado di reggere il picco di traffico. L’Estonia usa già questa soluzione. Un altro strumento digitale, sempre dall’Estonia, è quello del programma eResidency, la residenza digitale da prendere nel paese baltico. L’identità digitale estone consente inoltre ai cittadini di accedere online ai dati fiscali, ai certificati di proprietà, ai moduli governativi e alle informazioni sanitarie.

Ottenuta un’identità digitale con una chiave crittografata per la firma digitale, chiunque ne sia munito può firmare in digitale documenti e pagamenti senza bisogno di inviare documenti cartacei. Un residente digitale può inoltre aprire online un conto bancario e un’azienda in Estonia. Disporre di queste identità digitali online consente inoltre alla PA di condividerle fra diversi enti pubblici grazie alla blockchain. Il che si trasforma in un grosso vantaggio anche per tutte le organizzazioni che dipendono dai dati dei cittadini, e per i cittadini stessi, che non sono più costretti a condividere una miriade di volte gli stessi dati con i diversi enti pubblici con cui vengono in contatto.

Sarebbe sufficiente realizzare un record di dati personali con le informazioni relative all’indirizzo di residenza, la situazione previdenziale e sanitaria, la vita lavorativa registrati una volta per tutte per consentire ad esempio all’INPS di accedere online ai dati bancari di un cittadino dalla stessa fonte, per fare un conguaglio online in tempo reale.

Il tutto potrebbe diventare realtà più facilmente sfruttando anche la blockchain, fatta salva sia chiaro la tutela della privacy e la facoltà del cittadino stesso di non condividere alcune informazioni.