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Banda ultralarga: Dl Comunicazioni fermo al MEF da una settimana

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La bozza del Dl Comunicazioni è ferma al MEF da una settimana, si allungano i tempi. Industry delle Tlc sulle spine, si teme la riduzione del credito d'imposta da parte del Tesoro

La bozza del Decreto Comunicazioni licenziata dal Governo e dal Mise per rendere operativa la Strategia italiana per la banda ultralarga è ferma al MEF da una settimana.

Lo stop prolungato del Dl nelle stanze del Tesoro non è passato inosservato nella industry delle Tlc: il timore è che i contenuti della bozza così come è arrivata al MEF possano subire delle sostanziali modifiche, per mancanza di coperture, con la conseguente revisione al ribasso del credito d’imposta per le aziende che investono.

Il Governo ha messo sul dossier della banda ultralarga risorse complessive per 6,5 miliardi di euro in un orizzonte temporale di 5 anni.

A questo punto però c’è da capire se il MEF, alle prese con urgenti questioni di finanza pubblica – basti pensare alla vicenda dei rimborsi per le pensioni – si trovi nella posizione di avallare un impegno così sostanzioso e di lungo termine come quello previsto per il dossier banda ultralarga.

Un altro fattore di nervosismo per il settore delle Tlc riguarda i tempi di approvazione del decreto, che con il documento bloccato al MEF a questo punto rischiano di allungarsi.

Se la bozza del Dl sarà approvata entro questa settimana, per esempio venerdì 12 giugno, allora il decreto potrebbe arrivare in Parlamento e ottenere il via libera in aula entro i 60 giorni di rito. In questo caso, il via libera in aula arriverebbe entro il 12 agosto, con tutte le incognite del voto sotto Ferragosto.

Insomma, i tempi rischiano di allungarsi, ma la roadmap per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale Ue sono sempre lì (copertura a 30 Mbps per il 100% della popolazione e di almeno il 50% a 100 Mbps entro il 2020).

Inutile dire che la industry delle Tlc aspetta con ansia il via libera al Dl Comunicazioni, per mettere in moto gli appalti e ridare ossigeno al settore che non da ieri soffre dal punto di vista dei ricavi e dell’occupazione, per promuovere la quale il Mise sta chiudendo un accordo con Asstel per introdurre una clausola che prevede una quota del 10% delle nuove assunzioni dalle liste dei disoccupati delle Tlc.

Tra le altre cose, oggi una delegazione di Palazzo Chigi, cui partecipano anche esponenti del Mise e di Infratel, si trova a Bruxelles per un incontro tecnico finalizzato a illustrare la Strategia italiana ai referenti Ue.