Le stime

PNRR, per realizzare la banda larga mancano 20 mila professionisti nelle Tlc

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Servono urgentemente progettisti, addetti agli scavi, alla posa e alla giunzione delle fibre ottiche, antennisti e tecnici specializzati nell’integrazione delle stazioni radio base, in un comparto che già presenta allo stato attuale forti deficit produttivi. I dati dell’Anie.

La caccia alle nuove competenze nel mondo del lavoro

Le competenze sono uno dei punti più critici per l’ammodernamento del Paese, anche per la realizzazione delle reti di telecomunicazione, nello specifico la banda larga.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ha messo a disposizione attraverso i tradizionali bandi finanziamenti pari a 4 miliardi di euro per costruire, gestire, monitorare e innovare le infrastrutture di rete fisse e radiomobili.

Un obiettivo certamente a portata di mano per l’Italia, ma oltre ai problemi tecnici, ci sono quelli relativi alle figure professionali da impiegare in un piano del genere.

Grazie al PNRR, entro il 2026, in Italia si stima ci saranno 730 mila posti di lavoro in più rispetto ad oggi. Ma cosa faremo nei prossimi quattro anni?

Mancano i professionisti per la banda larga e le nuove reti

Secondo dati diffusi dal Gruppo System Integrator reti TLC di Federazione ANIE, l’associazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche, c’è la necessità di impiegare circa 20.000 figure professionali aggiuntive, tra progettisti, addetti agli scavi, alla posa e alla giunzione delle fibre ottiche, antennisti e tecnici specializzati nell’integrazione delle stazioni radio base, in un comparto che già presenta allo stato attuale deficit produttivi.

Figure che al momento non ci sono o sono inattive.

La Federazione in un comunicato ha espresso preoccupazione per “le condizioni di concreta difficoltà a cui si andrà incontro nell’utilizzo degli investimenti previsti dai nuovi bandi PNRR, in quanto ad oggi le risorse umane qualificate appaiono molto insufficienti così come lo è il budget a copertura di eventuali nuovi impieghi che saranno necessari per dare poi seguito agli investimenti previsti”.

Oltre al costante rincaro dei prezzi dell’energia e delle altre materie prime, secondo l’associazione c’è “la necessità di investimenti che ad oggi non sono sostenibili dalle aziende operanti nel comparto perché la sola componente relativa ai mezzi necessari all’esecuzione delle opere ammonterebbe ad otre il 10% del valore dei bandi, senza contare i costi connessi alla ricerca e alla formazione delle risorse umane”.

C’è necessità dell’80% in più di forza lavoro per realizzare fibra e 5G

Secondo il Rapporto 2021 del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School, dal titolo “DigitEconomy.24”, consegnato al ministero dell’innovazione e della transizione digitale guidato da Vittorio Colao, per realizzare gli investimenti in fibra ottica e nella rete 5G serve l’80% in più di forza lavoro rispetto al livello attuale.

Colao ha assicurato che dall’inizio di quest’anno saranno avviate le gare per la formazione di 10-15 mila nuovi professionisti da destinare proprio alla realizzazione di queste infrastrutture.

Rimaniamo in attesa di qualche aggiornamento dal ministero, per il momento si registrano le preoccupazioni di un settore, quelle delle telecomunicazioni e delle nuove reti, che vede la possibilità di agire e allo stesso tempo rileva la presenza costante di vecchi e nuovi ostacoli alla crescita di cui abbiamo tanto bisogno, soprattutto dopo l’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid, che si aggiunge a quella preesistente dei cambiamenti climatici e a quella nuova della guerra in Ucraina.