Verizon: 100 mld di dollari per la quota Vodafone in Verizon Wireless

di Alessandra Talarico |

Per gli analisti è il momento giusto per vendere. La circostanza che permetterebbe di concretizzare il deal riguarda le plusvalenze sulla vendita, che potrebbero essere molto più basse dei 20 mld di stimati dagli analisti - meno di 5 mld di dollari.

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Potrebbe essere la volta buona: Verizon Communications ha messo insieme un’offerta da 100 miliardi di dollari (77 miliardi di euro) in contanti e azioni per rilevare la quota del 45% in mano a Vodafone nella joint venture Usa Verizon Wireless.

Secondo quanto riferito da Reuters, il gruppo americano non avrebbe ancora presentato un’offerta formale alla società britannica, che potrebbe ricevere 50 miliardi cash e il resto in azioni.

 

Rispetto agli anni passati, la differenza che potrebbe permettere di concretizzare il deal riguarda le plusvalenze sulla vendita, che potrebbero essere molto più basse dei 20 miliardi di stimati dagli analisti – meno di 5 miliardi di dollari – circostanza che, se confermata, eliminerebbe uno dei principali ostacoli alla vendita da parte di Vodafone.

Nei giorni scorsi il direttore finanziario di Verizon, Fran Shammo, si era detto fiducioso nel fatto che il gruppo Usa sarebbe riuscito a fare in modo che la transazione possa svolgersi in maniera efficiente anche dal punto di vista fiscale.

 

La quota di Vodafone in Verizon Wireless è valutata intorno a 115-120 miliardi di dollari. Vodafone punterebbe a ottenere – secondo una fonte – 135 miliardi. Più volte in passato Verizon ha ribadito l’interesse a prendere il pieno controllo dell’azienda e sottolineato di aver la forza economica per portare a termine il progetto.

A novembre scorso, il Ceo di Vodafone, Vittorio Colao, aveva a sua vota fatto sapere di non escludere la cessione della quota della JV, eventualità che consentirebbe all’operatore britannico di uscire da una società di cui non ha il controllo e di concentrarsi sui mercati europei.

In effetti, con 100 miliardi di dollari, pari al 70% della sua capitalizzazione di borsa, Vodafone potrebbe in teoria anche comprarsi France Telecom e Deutsche Telekom, ma difficilmente gli azionisti accetteranno acquisizioni importanti, ancora scottati dalla frenetica espansione dello scorso decennio, quando alla guida della società c’era Chris gent.

Più probabile un mega riacquisto di azioni per evitare le tasse sui dividendi e anche per permettere all’utile per azione di non essere troppo diluito. Verizon Wireless conta 100 milioni di utenti che spendono in media 54 dollari al mese e genera una liquidità di 1 miliardo di dollari al mese.

Attualmente, più di un terzo dei profitti Vodafone sono generati dalla JV Usa e il risultati del gruppo subirebbe un notevole scossone se e quando sarà ceduto il 45% dell’operatore.

 

 

Secondo l’analista Paul Murrell di Olivetree Securities, il prezzo di 100 miliardi di dollari al netto delle tasse non è “un’offerta che Vodafone e i suoi azionisti sarebbero propensi ad affrontare, se non fosse per il fatto che ogni volta che sulla stampa circolano indiscrezioni su una possibile vendita, il titolo sale, rafforzando l’idea che una vendita è ben vista dal mercato”.

Quest’anno, le azioni Vodafone sono cresciute del 26% sulla scia delle continue voci su un possibile accordo tra le parti, che se veramente andasse in porto rappresenterebbe la terza operazione più imponente mai realizzata, secondo gli analisti di Thomson Reuters.

 

Verizon Wireless è stata creata nel 2000 e più volte i due partner sono sembrati sul punto di voler divorziare. Nel 2004, Vodafone ha presentato un’offerta da 38 miliardi di dollari per rilevare la concorrente AT&T Wireless, poi acquisita da Cingular per 40 miliardi di dollari e successivamente ceduta a T-Mobile. Nel 2006, quindi Verizon presenta a Vodafone un’offerta per acquisire la sua quota nella joint venture, ma il gruppo britannico non vuole cedere quello che considerava uno dei suoi business più remunerativi.

 

Il momento potrebbe essere, però, quello giusto per entrambi i gruppi, anche se Vodafone conta molto sulla JV Usa, vista la debolezza dei mercati europei.

Per l’analista Jonathan Chaplin, difficilmente Vodafone potrà ottenere una proposta migliore di questa anche alla luce del crescente consolidamento del mercato mobile Usa che sta portando a una riduzione dei player in campo (gli azionisti di MetroPcs hanno dato l’ok, mercoledì, alla fusione con T-Mobile). Verizon, a sua volta, potrebbe beneficiare nel 2014 di un aumento del 33% dell’utile per azione.

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