Telecom Italia: Bernabè ottimista, ‘Sulla strada giusta per il rafforzamento, passando da rigore gestionale e ulteriore contenimento costi’

di Alessandra Talarico |

Italia


Franco Bernabe' Gabriele Galateri

Franco Bernabè guarda con ragionevole ottimismo al futuro di Telecom Italia, una società in grado di affrontare la crisi con serenità, grazie anche alla liquidità in cassa, pari a 12 miliardi di euro. “Un margine di tesoreria sufficiente per fare fronte ai rimborsi dei prossimi mesi”.

 

Certo, il crollo dei consumi e degli investimenti non può non impensierire, ma il settore delle telecomunicazioni, specialmente in Italia, ha subito una flessione “meno drammatica” degli altri comparti.

 

Come del resto ha ribadito più volte, anche ieri, a margine di un’assemblea degli azionisti durata 8 ore, Bernabè ha sottolineato che Telecom è un’azienda solida e che il piano industriale approvato a dicembre rappresenta “la strada giusta” verso il rafforzamento del gruppo, che deve passare necessariamente dal “rigore gestionale” e da un “instancabile lavoro sui costi” e deve puntare sul mercato domestico come generatore di cassa e su quello brasiliano come motore di crescita.

Sul fronte dei costi,  il gruppo persegue l’obiettivo di efficienze complessive per “oltre 2 miliardi di euro” pur mantenendo un alto livello di investimento, stimato in “circa 10 miliardi”.

 

Il gruppo ha approvato ieri il bilancio 2008 – concluso con un utile netto di 2,214 milioni di euro (-9,6% sul 2007) e ricavi di 30,158 milioni, in riduzione su base organica del 2,3% rispetto all’anno precedente – e la distribuzione, a partire dal 23 aprile, di un dividendo di 5 centesimi per le azioni ordinarie e di 6,1 centesimi per le risparmio. Lo scorso anno il dividendo per le azioni ordinarie era stato di 8 centesimi, quello per le risparmio di 9,1 centesimi.

 

Anche il presidente del gruppo, Gabriele Galateri ha sottolineato, nel corso dell’assemblea, come il comparto TLC si sia dimostrato come “quello più capace di resistere alla crisi”, ribadendo quindi come la società si sia sforzata negli ultimi tempi per migliorare i rapporti con le istituzioni e le autorità di controllo, attuando molti cambiamenti sul modello organizzativo di controllo interno.

 

Riguardo il rapporto con i soci di Telefonica, il presidente lo definisce “costruttivo e trasparente”, improntato al più rigoroso rispetto delle regole poste dalle Autorità. Con Telefonica, ha aggiunto, “competiamo vigorosamente sui mercati in cui siamo entrambi presenti”, come Brasile e Argentina, “mentre lavoriamo per creare importanti sinergie negli altri casi”.

 

Le sinergie con i soci spagnoli sono state stimate in 1,3 miliardi di euro, “conseguibili nel triennio 2008-2010 di cui il 55% di competenza di Telecom Italia”, ha quindi spiegato Bernabè.

 

E a proposito di Argentina, paese in cui l’Antitrust contesta a Telecom la possibile situazione di monopolio che si creerebbe a causa della contemporanea presenza di Telefonica, proprietaria di Telefonica Argentina, in Telecom Italia (attraverso Telco) e, quindi, in Telecom Argentina, l’ad ha ribadito che non ci sono novità dopo la decisione dell’Authority di vietare ai consiglieri di Telecom Argentina nominati dal gruppo italiano la partecipazione ai cda della società.

 

Un provvedimento definito “totalmente infondato” e “lesivo degli interessi di Telecom Italia”, che – ha aggiunto l’ad – è consapevole di essere nel giusto e di aver contribuito in maniera decisiva allo sviluppo delle telecomunicazioni nel Paese grazie anche “al rilancio e al successo di Telecom Argentina, che è oggi un grande asset di quella nazione”.

 

La situazione nel Paese è “complessa”, ha detto ancora Bernabè, “ma Telecom continuerà a difendersi in tutte le sedi opportune”.