Dibattito

Consolidamento Tlc, Vestager: nessun allentamento delle regole Ue

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La Commissaria Europea per la Concorrenza Margrethe Vestager smentisce le voci circolate nei giorni scorsi di un possibile cambiamento della normativa Ue sui mergers.

La Commissione europea non sta prendendo in considerazione la possibilità di semplificare le norme sulle fusioni nel settore delle Tlc. La precisazione arriva dalla commissaria europea per la Concorrenza Margrethe Vestager, secondo cui il problema non riguarda tanto le norme in vigore, ma piuttosto l’assenza di un mercato europeo delle telecomunicazioni.

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In altre parole, la Commissione è favorevole ad un vero consolidamento europeo degli operatori, che è ben altra cosa rispetto al consolidamento nazionale.

Il dibattito di lunga data riguarda la presenza di troppi operatori di piccole dimensioni a livello nazionale in diversi paesi della Ue, che di fatto rappresentano un limite a livello globale. Per competere nello scacchiere mondiale è necessario creare operatori pan-europei con una scala sufficiente per concorrere con i big internazionali.

Le parole della Vestager sono arrivate dopo che la bozza di un documento della Commissione sulla connettività, visionato da Reuters la scorsa settimana, aveva suggerito a gran parte della stampa (fra cui anche il Financial Times) un possibile alleggerimento della normativa antitrust europea sulle operazioni di fusioni per gli operatori delle telecomunicazioni dell’Unione europea.

Ma alla domanda dei giornalisti su eventuali modifiche alle normative Ue in tema di fusioni, Vestager ha risposto: “No, non ne ho sentito parlare”.

Sui mergers contrasto Vestager – Breton?

La posizione di Vestager sembra in qualche modo differire da quella del collega Thierry Breton, commissario del Mercato Interno ed ex ad di France Telecom, che da tempo spinge per allentare le regole sulle fusioni per i fornitori di telecomunicazioni.

Vestager ha detto che è necessario affrontare l’assenza di un mercato unico europeo delle telecomunicazioni.

“Quindi uno dei miei cavalli di battaglia è proprio quello di spingere per eliminare le barriere che ci impediscono di avere un vero mercato unico europeo per le società di telecomunicazioni”, ha affermato.

“Perché ciò significa che quando si ha un mercato frammentato, si rende molto difficile per le aziende ottenere dimensioni e quindi ottenere efficienze. E abbiamo un paio di idee su come realizzarlo”, ha detto Vestager.

La commissaria ha invece indicato lo spettro – posseduto e regolamentato da ciascun paese dell’UE e visto da alcuni governi più come una fonte di entrate redditizia che come un modo per far avanzare il mercato delle telecomunicazioni – come una barriera.

​”Perché il potenziale di business è molto più grande perché sai che se hai una gestione dello spettro più centralizzata, puoi effettivamente ottenere efficienze che oggi non sono possibili”, ha detto Vestager.

Il consolidamento transfrontaliero (ovvero le fusioni nel settore delle telecomunicazioni) era solo uno dei tanti punti del documento della Commissione che abbiamo raccolto la scorsa settimana in cui suggeriva attentamente il consolidamento “o diverse forme di cooperazione a monte” che potrebbero consentire agli operatori di ottenere una maggiore scala o espandersi per diventare più redditizi. Ciò non equivale a consentire la fusione di più operatori rivali in un mercato nazionale.

David Cantor: Consolidamento transfrontaliero non implica quello nazionale

Non c’è nulla di nuovo nella bozza, ha detto l’avvocato specializzato in Tlc David Cantor: “La Commissione ha ripetutamente affermato di non avere problemi con il consolidamento transfrontaliero. Gli operatori dicono sempre che per consolidarsi su scala continentale bisogna prima consolidarsi a livello nazionale, il che è altamente discutibile e questo confonde il dibattito pubblico”.

Il sistema di regolamentazione delle telecomunicazioni – con 27 autorità nazionali – ha “artificialmente ossificato la frammentazione del mercato in modo duraturo”, ha aggiunto Cantor. “L’UE non è riuscita a raggiungere un consenso sullo spostamento della gestione dello spettro a livello comunitario, e i paesi guadagnano molti soldi dalla vendita dei diritti dello spettro. Ci sono anche importanti questioni di sicurezza nazionale. Non anticiperei un cambiamento drammatico in tempi brevi”, ha detto.

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