Numeri satellitari: Telecom annuncia ricorso al TAR dopo la multa da 325 mila euro. Coinvolte altre 12 società

di Alessandra Talarico |

Italia


Dialer

Telecom Italia ricorrerà al TAR contro la multa 325 mila euro comminata dall’Antitrust per pratiche commerciali scorrette legate ai numeri satellitari internazionali e a numeri speciali.

L’Agcm, nell’ambito dello stesso provvedimento, ha emesso sanzioni complessive per 2,4 miliardi di euro a 13 società: oltre a Telecom, coinvolte Elsacom (270 mila euro), CSINFO (255 mila euro), Eutelia (215 mila euro), Karupa (255 mila euro), Teleunit (180 mila euro), Voiceplus (255 mila euro), Drin TV (115 mila euro), AbcTrade (115 mila euro), Telegest Italia (115 mila euro), Aurora Uno (115 mila euro), OT&T (115 mila euro), Ivory Network Limited (100 mila euro).

 

Secondo l’Antitrust, Telecom Italia non ha avuto una responsabilità “diretta e immediata civile e contrattuale” nei confronti degli utenti coinvolte nelle truffe satellitari, ma “ha posto in essere comportamenti contrari alla diligenza professionale” dal momento che la società sarebbe stata a conoscenza “dell’esistenza di fenomeni di utilizzo indebito di numerazioni satellitari e speciali legati all’operare abusivo di dialers”.

Alla base degli illeciti contestati dall’Autorità, vi sono infatti i famigerati ‘dialers’, strumenti nati per agevolare il commercio via internet, ma subito divenuti mezzo per fare lievitare i costi della bolletta telefonica di ignari utenti, alterando i parametri della connessione a internet in modo da sostituire il numero telefonico del collegamento con un numero a pagamento maggiorato su prefissi internazionali satellitari o speciali per servizi a valore aggiunto. I dialer possono inoltre essere usati per riprogrammare il computer dell’utente a sua insaputa.

 

In base a quanto appurato dall’indagine Antitrust, Telecom – in qualità di “fornitore di servizi di comunicazione elettronica e dunque soggetto responsabile della rete” – avrebbe dovuto “adottare misure volte a contenere i rischi rappresentati dall’indebita intrusione di dialers sugli apparati informatici degli utenti ad opera di soggetti terzi”.

 

Telecom, anzi, da quanto si legge nella nota dell’Agcm, avrebbe “sollecitato i pagamenti senza operare alcuna distinzione, minacciando il ricorso all’esecuzione coattiva con riferimento al traffico verso le numerazioni non geografiche, o giungendo al distacco delle linee con riferimento al traffico verso le numerazioni satellitari internazionali”.

 

L’incumbent italiano, però, non ha accettato gli addebiti e ha ribadito la propria “totale estraneità a tali fenomeni fraudolenti”, respingendo “con fermezza le responsabilità che le vengono attribuite”.

In una nota, la società ha precisato che dal momento che le numerazioni satellitari vengono utilizzate dai centri servizi, Telecom “non può vigilare sul corretto uso di tali numerazioni e non può essere ritenuta responsabile né del contenuto del servizio né delle informazioni relative ai costi e alle modalità di fruizione”.

La società ha quindi sottolineato che “non esistono in rete strumenti tecnici che consentano di distinguere il traffico regolare da quello generato dall’installazione sul computer del cliente, durante la navigazione in internet, dei cosiddetti dialer”, ma che “l’azienda ha in ogni caso messo in atto una campagna informativa finalizzata a sensibilizzare i propri clienti sui rischi connessi all’utilizzo di determinate numerazioni e ha ottemperato con la massima rapidità a tutti i provvedimenti che hanno portato alla progressiva disabilitazione di tali numerazioni”.

L’intervento dell’Authority si è reso necessario in seguito alle diverse denunce dei consumatori, che si sono visti addebitare in bolletta cifre astronomiche ascrivibili a chiamate/connessioni (mai fisicamente effettuate, poiché generate dai dialers) verso numerazioni satellitari internazionali e numeri speciali.

 

A maggio, l’Antitrust era anche intervenuto per evitare il distacco della linea telefonica a quei clienti che contestavano il pagamento di chiamate mai effettuate, imponendo alle società coinvolte a vario titolo la sospensione di ogni attività diretta al recupero presso gli utenti delle somme relative alle chiamate e/o alle connessioni verso numerazioni satellitari e speciali, nei casi in cui fosse accertato il carattere anomalo di questo traffico.

 

Le numerazioni satellitari internazionali vengono assegnate dall’ITU (International Telecommunication Union) alla società Usa Globalstar.

Il distributore in Italia dei servizi della Globalstar è Elsacom, una società controllata da Finmeccanica, a sua volta controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze.

Le numerazioni “speciali di altri gestori” sono invece assegnate dal Ministero delle Comunicazioni a diverse società come, appunto, CSINFO, Eutelia, Karupa S.p.A., Teleunit, Voiceplus.

Queste società, una volta ottenuta la numerazione la rivendono ad operatori intermediari – i cosiddetti centri servizi – che a loro volta cedono i numeri ad aziende che dovrebbero utilizzarli per fornire servizi a ‘valore aggiunto’.

 

Spesso e volentieri, però, di aggiunto si hanno solo zeri nella bolletta: secondo le associazioni dei consumatori, sono circa 1 milione ogni anno i clienti vittime di questi servizi e gli esborsi non dovuti oscillano dai 50 ai 100 euro, per un importo complessivo tra i 250 e i 500 milioni di euro negli ultimi 3 anni.