Separazione rete Telecom: Open Access importante passo avanti, purché la gestione sia affiancata da ‘regole’ che garantiscano effettiva concorrenza

di di Enrico Manca (Presidente Isimm) |

Italia


Enrico Manca

ISIMM ha ideato e promosso il convegno “La separazione della rete degli operatori di telecomunicazioni tra concorrenza e sviluppo” molte settimane or sono. Nei giorni scorsi erano stati sollevati da qualche parte dubbi se fosse opportuno tenerlo o meno, in considerazione del fatto che esso si sarebbe svolto in assenza di decisioni sulla questione della rete da parte di Telecom Italia. Ma dopo una attenta riflessione anche per rispondere all’interesse che l’iniziativa aveva suscitato abbiamo ritenuto utile in ogni caso sviluppare su questa complessa tematica un confronto ed una riflessione a tutto campo.

  

Come si sa, con una tempistica sorprendentemente paradossale e frutto, naturalmente, del caso, almeno per quello che ci riguarda, l’Amministratore Delegato di Telecom Franco Bernabè ha reso noto il progetto di dar vita ad una riorganizzazione complessiva delle strutture preposte al proprio core business, istituendo una nuova direzione Technology & Operations, articolata in 4 sottostrutture, di cui una è Open Access, ovvero un’unità organizzativa chiamata a gestire in modo separato sviluppo e manutenzione delle infrastrutture di rete e processi di attivazione dei servizi, presumibilmente, in prospettiva guidata da un sistema di governance autonomo rispetto al resto della società.

E’ ovviamente troppo presto per valutare, nel merito la proposta.

La stessa Autorità delle Comunicazioni, nel giudicare positiva la decisione, si è riservata di valutare nei prossimi giorni il progetto in modo più approfondito. Per parte mia vorrei aggiungere, che pure in attesa dei necessari approfondimenti, questa decisione rappresenta un importante passo in avanti in vista degli impegni che Telecom Italia assumerà nel preannunciato prossimo CDA di marzo.

  

Ringrazio il Presidente Calabrò per la sua presenza qui questa mattina come ringrazio il Commissario Pilati dell’Antitrust. Consentitemi un ringraziamento particolare al Prof. Maurizio Decina per aver accolto il mio pressante invito ad introdurre e a moderare la Tavola Rotonda di questa mattina. Consentitemi ora di sviluppare alcune osservazioni sul tema che è alla nostra attenzione: la questione della separazione della rete, comunque sia risolta, coinvolge una pluralità di aspetti che vanno da quelli tecnologici, alle scelte di politica industriale, ai modelli di business di marketing e, alla fine, anche di strategia regolamentare.

  

In questa sede, e al fine di offrire spunti per il dibattito che seguirà, vorrei porre l’accento su tre questioni connesse con il tema della separazione della infrastruttura di rete di Telecom Italia più funzionale allo sviluppo della concorrenza del mercato :

  • la tutela degli interessi strategici del sistema economico nazionale;  

  • il finanziamento degli investimenti necessari per l’ammodernamento dell’infrastruttura di telecomunicazioni del paese;

  • l’impatto che le scelte in campo possono provocare sulla complessiva capacità competitiva dell’intero settore.

  

Il tema della rete e della sua rilevanza strategica pone seriamente così come il settore energetico e quello dei trasporti, il problema del controllo delle infrastrutture di rete critiche, e chiama in causa il più vasto rapporto tra Stato e mercato. Qualunque sarà il modello europeo di riferimento è importante che la gestione della rete sia affiancata da “regole” che garantiscano nel loro complesso l’armonizzazione tra le esigenze dei clienti, la promozione della concorrenza e gli interessi strategici nazionali; ma anche – e non è un punto minore – tali da garantire lo sviluppo e la competitività a medio lungo termine della industria delle comunicazioni elettroniche.

  

Per gli utenti, siano essi privati o aziende, significa assicurare capillarità e facilità di accesso alla rete, continuità del servizio, tariffe proporzionate ai servizi offerti, eque e trasparenti, pluralità di offerta, possibilità di scegliere e cambiare fornitore, un’offerta di servizi che risponda alle esigenze di consumo o di business. Per gli operatori del settore si tratta di garantire ampie possibilità di concorrenza per i servizi, condizioni di accesso alla rete eque, trasparenti e non discriminatorie, possibilità di remunerare gli investimenti nelle nuove tecnologie di rete.

Per il sistema nazionale devono essere assicurati innanzitutto l’integrità e la sicurezza della rete, e una diffusione dei servizi, a costi sostenibili, in tutte le parti del paese e per tutta la popolazione.

  

Le tecnologie delle comunicazioni, soprattutto considerando le caratteristiche dell’evoluzione determinata dalla convergenza e dalla progressiva integrazione di servizi voce, dati e video, sono sempre più uno strumento di coesione sociale e di democrazia.

L’interesse del paese è di avere un’infrastruttura di telecomunicazioni che, per livello di innovazione e di efficienza, sia confrontabile con quella dei paesi più avanzati: anche in considerazione del fatto che  le telecomunicazioni, sono strumento di competitività e di recupero di produttività per l’intero sistema economico nazionale.

A questo punto viene in campo la questione degli investimenti necessari a realizzare l’infrastruttura di rete di nuova generazione, la cosiddetta Next Generation Network (NGN).

Anche se, a onor del vero, la problematica di separazione della rete si è posta nel Regno Unito, per garantire condizioni di “uguaglianza nell’accesso” alla vecchia rete in rame tra operatori alternativi e divisione retail dell’incumbent, è comunque il tema dell’accesso alla nuova NGN che è oggi al centro del dibattito.

  

La realizzazione della “nuova rete” ha una grande rilevanza strategica per lo sviluppo economico del Paese e rappresenta un “asset” competitivo essenziale per gli operatori TLC.

Per raggiungere questo obiettivo sono necessari forti investimenti.  Si valuta che per realizzare la NGN in un paese delle dimensioni dell’Italia se si vuole in modo efficace contrastare il digital divide e coprire tutto il Paese, a partire dalle aree più disagiate, occorrano investimenti dell’ordine dei 15-20 miliardi di Euro nei prossimi 5 anni, stima elevata, questa che comprende però il pieno completamento della rete anche nelle zone oggi escluse dalla banda larga.

  

In termini economici e finanziari il carattere eccezionale di questo sforzo evoca quanto già accaduto nella prima fase di digitalizzazione del sistema, quando, a partire dagli anni ’80, si è passati da centrali elettromeccaniche di commutazione a quelle elettroniche.

Con una differenza, però non di poco conto: allora tale passaggio epocale fu interamente finanziato dalle imprese del Gruppo STET grazie alla loro condizione di monopolisti del mercato.

  

Oggi le questioni sono più complesse sia perché si opera in condizioni di libero mercato e sia perché siamo di fronte ad una evoluzione profonda e di sistema originata dall’innovazione tecnologica della rete.

La rete di accesso, quella tradizionale in rame, è di fatto ancora una risorsa “essenziale” e “non replicabile”. In questo senso essa  rappresenta un “collo di bottiglia” al processo competitivo.

  

Si pone quindi il problema di rivedere l’efficacia dell’attuale sistema di regole in modo da garantire che anche nella prospettiva della NGN esso sia, da una parte, di stimolo agli investimenti e, dall’altro, garantisca l’effettiva non discriminazione e parità di trattamento fra tutti i soggetti.

Nello scenario che si sta prefigurando il tema dei servizi diventa centrale per lo sviluppo del settore: e qui veniamo al terzo punto che ho richiamato all’inizio di questo intervento.

  

Il livello degli investimenti, la strategicità di un efficiente sistema di infrastrutture di rete di comunicazione elettronica per il paese, stanno di fatto delineando una  la scelta fra un sistema fondato sulla competizione fra infrastrutture diverse, oppure su di un sistema fondato sulla concorrenza nei servizi offerti su di un’unica rete.

E’ questo, un tema che presenta chiari risvolti di politica industriale, di strategia regolatoria, e di riposizionamento dell’offerta industriale. Se lo sviluppo del settore diventa fortemente dipendente da quello legato ai servizi bisognerà creare regole adeguate che favoriscano condizioni competitive di accesso alla rete.

  

Da più parti si sostiene che le caratteristiche della nuova rete favoriscano, di fatto, un modello di competizione basato su un’unica rete.

Infatti si argomenta che l’NGN, separando la componente di trasporto da quella di sviluppo dei servizi, crea le premesse per una ulteriore “disintermediazione” della catena del valore dell’operatore TLC, che si articola in tre blocchi: infrastruttura di rete, sviluppo ed erogazione dei servizi, rapporto con il cliente.

La “rottura” della catena del valore comporta anche la possibilità di ingresso di nuovi soggetti provenienti da settori industriali diversi dalle TLC tradizionali.

Questa nuova concorrenza diretta  tra settori, una volta non in concorrenza fra loro, rappresenta una spinta formidabile allo sviluppo di servizi innovativi che possono fornire valore al cliente finale e nel contempo contribuire a massimizzare la redditività delle infrastrutture e ripagarne gli investimenti.

La sfida che abbiamo davanti rende necessarie nuove forme di cooperazione tra i soggetti in campo:

  

• tra gli operatori per ricercare modelli che consentano la gestione congiunta del rischio degli investimenti e lo sviluppo complessivo dell’offerta;

• tra industria manifatturiera e aziende di servizi (di telecomunicazioni e non), al fine di arrivare ad una riconfigurazione dell’offerta di infrastrutture e servizi di comunicazione che risponda al nuovo scenario di mercato;

• tra pubblico e privato, al fine di garantire la gestione equilibrata di tutti gli interessi in gioco.

  

La complessità delle tematiche in questione ed il loro carattere di forte strategicità, richiede oltre alla cooperazione di tutti gli attori del sistema economico,  anche un ruolo forte del soggetto pubblico per garantire un equo, proporzionato ed efficiente sistema di regole.

Grazie per l’attenzione.

 

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