Telecom Italia: parte il totonomine per la presidenza dopo il via libera dell’Anatel

di Alessandra Talarico |

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Telecom Italia

Saranno i soci Telco – Telefonica, Mediobanca, Generali, Sintonia e Intesa Sanpaolo – a decidere congiuntamente chi sarà il nuovo presidente di Telecom Italia.

Lo ha dichiarato l’amministratore delegato di intesa Sanpaolo, Corrado Passera all’indomani del via libera da parte dell’Authority brasiliana per le tlc – Anatel  all’ingresso di Telefonica nel capitale della società italiana.

 

Un via libera ‘condizionato’ in 28 punti che è comunque arrivato, ha aggiunto Passera, come “da programma” e che permetterà di chiudere la partita del riassetto societario di Telecom forse già domani, col passaggio della quota Olimpia a Telco, che controllerà il 23,6% della società.

 

L’Anatel ha stabilito innanzitutto che le due società controllate da Telefonica e Telecom Italia in Brasile – Vivo e Tim Brasil – dovranno mantenersi completamente indipendenti: niente fusioni, sovrapposizioni di licenze o accordi di mercato, al fine di “preservare la competitività del mercato brasiliano delle comunicazioni mobili”.

 

A Telefonica è quindi fatto espresso divieto di “partecipare, votare o apporre veti alle delibere di Telco, Olimpia e Telecom Italia o di qualsiasi altra impresa direttamente o indirettamente controllata da telecom Italia”, nonché di “esercitare controllo – diretto o indiretto – su qualsiasi impresa del gruppo Tim in Brasile”.

 

Alla società spagnola sarà altresì vietato indicare membri per i consigli di amministrazione e di direzione, o di qualsiasi altro organo equivalente, delle controllate brasiliane di Telecom Italia. Proibito anche lo scambio di relazioni tra le imprese controllate per quanto riguarda  il know how tecnologico, le prestazioni di servizi, le risorse materiali, tecnologiche, umane, la contrattazione congiunta di beni o servizi, l’adozione di marchi o strategie di mercato o di marketing comuni.

 

Le imprese del gruppo Tim – in base a quanto stabilito da Anatel – dovranno far pervenire entro 30 giorni “gli strumenti societari che contemplino inequivocabilmente le condizioni stabilite così come l’adeguamento derivante da queste condizioni, pena la perdita di effetto dell’approvazione proposta”.

 

Entro trenta giorni dovranno anche pervenire all’Anatel copie degli atti dei consigli di amministrazione di Telco, Olimpia e Telecom Italia.

 

Fissati i paletti, l’Anatel ha quindi stabilito un termine di sei mesi perché le parti sottomettano all’approvazione dell’Autorità eventuali modifiche alle attuali proposte che garantiscano la completa separazione tra Vivo e Tim Brasil. Previsti altri sei mesi perché le due società mettano in atto queste modifiche

 

Si stabilisce un termine di sei mesi perché le parti sottomettano all’approvazione dell’Anatel le modifiche che garantiscano la totale separazione tra Vivo e Tim Brasil. Altri sei mesi sono previsti perché le parti mettano in opera questi mutamenti. In questo lasso di tempo, Anatel valuterà il comportamento delle due parti e le eventuali altre restrizioni stabilite dal Cade, l’Antitrust brasiliana, a cui verrà ora trasferito il dossier.

 

Nessuna misura draconiana, dunque, ma una serie di imposizioni volte a evitare la sovrapposizione delle operazioni di Telecom e Telefonica e la presenza di strani ‘incroci’ nei consigli di amministrazione delle due società.

Tuttavia, avverte l’Authority, la commissione è pronta ad adottare “nuove misure restrittive” nel caso in cui qualcuno decida di fare il furbetto aggirando le condizioni imposte o siglando accordi sottobanco.

 

Riguardo il totonomine per la presidenza del gruppo, nonostante le diverse dichiarazioni politically correct, sembra improbabile una riconferma di Pasquale Pistorio, che ha avuto nei giorni scorsi un atteggiamento molto duro nei confronti delle Autorità italiane per quel che riguarda la separazione funzionale della rete.

 

Tarak Ben Ammar, esponente dei soci francesi di Mediobanca, ha riproposto la candidatura alla presidenza di Gabriele Galateri di Genola, siegando che il gruppo ha bisogno ora “di un management che parli dell’avvenire e non credo che Pistorio abbia l’esperienza che i mercati richiedono”.

 

Più cauto Giovanni Perissinotto, amministratore delegato di Generali, secondo il quale è inutile affrontare simili discorsi, di cui si potrà discutere solo in un secondo momento.

 

Sia Telecom Italia che Telefonica, intanto, si sono detti “soddisfatti” delle decisioni Anatel, mentre il miliardario messicano Carlos Slim, che ha tentato in ogni modo di ostacolare il closing, ha chiesto di essere informato sulle indagini in corso in Argentina relativamente a Telecom Argentina, controllata dal gruppo italiano.

 

Oggi, intanto, è previsto un incontro dei legali di Telco, chiamati a valutare le decisioni Anatel, mentre la firma del closing è prevista per domani, con il versamento alla Pirelli di Marco Tronchetti Provera di 3,3 miliardi di euro.

 

A questo punto, ci si augura dunque che dopo mesi e mesi di immobilismo la società riprenda la sua strada e recuperi il ritardo accumulato sia sul versante infrastrutturale che su quello tecnologico rispetto ai competitor europei.