Codici sorgenti aperti: anche la PA imbocca la via del software open source. Nicolais, ‘Consentirà risparmio di tempi e costi’ 

di Raffaella Natale |

Italia


Open source

La Pubblica amministrazione italiana, nel complesso processo di modernizzazione tecnologica avviato per renderla sempre più efficiente, trasparente e vicina a cittadini e imprese, ha imboccato anche la strada del software open source, ossia con i codici sorgenti aperti e, quindi, facilmente modificabili. Il Ministro per le Riforme e l’Innovazione nella PA, Luigi Nicolais, e il presidente del CNIPA, Livio Zoffoli, nel corso di una conferenza stampa hanno presentato il Portale dell’Osservatorio Open Source, nato per monitorare lo scenario applicativo, i sistemi adottati e le aziende che offrono servizi in questo settore, creando così una “piazza telematica” di scambio e una “vetrina digitale” di esperienze e di soluzioni.

 

Nicolais ha sottolineato a key4biz che si tratta di una scelta importante, “per rendere anche un servizio ai vari utenti che sono, quindi, più fortemente motivati a utilizzare l’open source”.

Il Ministro ha evidenziato che “uno dei pericoli dell’open source è infatti proprio una scarsa conoscenza di queste piattaforme tecnologiche”.

“Questa è solo una delle iniziative – ha detto ancora a key4biz – ce ne saranno altre. Abbiamo questo riuso che vuole in qualche modo anche incentivare, con un supporto economico, l’uso dell’open source nella PA”.

Speriamo che questo sistema delle amministrazioni locali, collegate con le centrali, permetta loro di iniziare rapidamente ad utilizzare in maniera più massiccia il sistema informatico”.

 

Nel corso del suo intervento in conferenza stampa, Nicolais ha spiegato che con il “software open source, oltre ai privati anche le PA beneficeranno dei vantaggi di tali programmi, caratterizzati non solo dalla possibilità di modificarli per renderli più rispondenti alle esigenze, ma anche di condividerli più agevolmente, aprendo il mercato dei servizi informatici connessi e riducendo tempi e costi di acquisizione degli stessi programmi”.

Il Ministro ha, quindi, parlato delle azioni previste dalle linee strategiche per l’eGovernment, informando che sono incluse “attività finalizzate proprio a migliorare la qualità del software open source per facilitare il suo utilizzo”.

“E’ necessario studiare e definire un modello d’uso che ne garantisca la sostenibilità economica, nell’ambito di un mercato aperto al quale partecipino PA e Imprese”.

 

Nicolais ha inoltre ricordato che “i commi 892 e 895 dell’art.1 della Legge Finanziaria 2007 prevedono l’erogazione di 30 milioni di euro in tre anni a sostegno dei progetti per la Società dell’Informazione e tra questi è data priorità a quelli che utilizzano e/o sviluppano applicazioni a codice sorgente aperto per la PA, favorendo così la loro diffusione. Per accedere a queste risorse i programmi devono risiedere su un ambiente di sviluppo cooperativo su web, che oggi viene presentato, affinché siano visibili e soprattutto riusabili”.

 

A riguardo, il presidente del CNIPA ha precisato che “si potranno ottimizzare i costi dello sviluppo del software all’interno della PA, agevolando la condivisione e il riuso di quello appositamente sviluppato per risolvere esigenze tipiche della stessa burocrazia pubblica e favorendo, nel contempo, una maggiore interoperabilità e cooperazione tra le applicazioni grazie anche ad una più rilevante diffusione di for-mati e standard aperti. Non solo, ma si potranno anche produrre ricadute favorevoli per gli opera-tori di mercato per gli interventi tecnici necessari, come lo sviluppo software, l’aggregazione di prodotti Open Source, la fornitura di servizi, etc.”.

 

Come spiega una nota, con l’avvio del Portale dell’Osservatorio Open Source di fatto si amplia la visione tradizionale dell’open source, per assumere – relativamente al comparto applicativo – la fisionomia di programmi che si valorizzano soprattutto con la modificabilità dei codici e con la condivisione per il riuso. Una rivoluzione di cui sono “attori” non solo la Pubblica Amministrazione , ma anche le università, il mercato e i liberi sviluppatori.

 

L’iniziativa, del resto, tiene conto non solo del fatto che ormai l’Italia si pone al 4° posto al mondo per soggetti sviluppatori di programmi Open Source, ma anche che tale tipologia di software, proprio per la sua versatilità, trova sempre più ampia utilizzazione nell’informatica pubblica.

 

La stessa Commissione Ue sta sollecitando gli Stati membri a riappropriarsi della capacità di creare software, anche per favorire, in seguito all’allargamento a 27 Paesi, l’interoperabilità dei sistemi di tutte le PA con programmi informatici sviluppati in modo specifico e facilmente adattabi-le alle rispettive esigenze.

Secondo i dati più recenti dell’Osservatorio Open Source del CNIPA, infatti, è stato registrato un aumento delle PA (centrali) che utilizzano anche software open source per i propri sistemi (si è passati dal 54% del 2005 al 67% del 2006). Oltre al dato percentuale è da notare come sia aumentato il numero di progetti all’interno delle PA che utilizzavano già open source: un segnale del fatto che il software open source viene percepito come maturo.

 

Gli strumenti che il CNIPA mette a disposizione della PA per contribuire al perseguimento di questi obiettivi consistono in due portali specializzati: un “ambiente di sviluppo software cooperativo” e una “vetrina virtuale“.

L’ambiente di sviluppo cooperativo è una piattaforma che agevola, offrendo supporto e stru-menti opportuni, lo sviluppo di applicazioni e componenti software da licenziare ed utilizzare se-condo i paradigmi tipici del software a codice sorgente aperto. Questo ambiente di sviluppo cooperativo nasce per favorire e coinvolgere tutte le PA, centrali e locali, che intendono proporre e/o partecipare allo sviluppo, alla gestione ed alla evoluzione continua dei progetti ospitati nell’ambiente stesso e, al contempo, per raccogliere suggerimenti e modifiche provenienti dal mondo accademico e dagli eventuali operatori di mercato interessati.

La “Vetrina virtuale” nasce per raccogliere e condividere il patrimonio di esperienze maturato attraverso sviluppo e/o utilizzo di software con codice sorgente aperto da parte delle PA, anche con l’eventuale ausilio di operatori di mercato che hanno partecipato alla sua realizzazione.

La Vetrina, inoltre, seleziona e promuove le best practices nell’ambito dell’adozione di componenti e prodotti basati sul software OS nella PA, nonché diffonde la conoscenza in tale materia attraverso casi di studio e esempi concreti, al fine di trarre il massimo beneficio dall’esperienza maturate dalle altre PA. In essa si potranno ricercare le soluzioni già esistenti, le difficoltà incontrate, gli attori del mercato che offrono servizi in materia e la loro localiz-zazione geografica.

E’ stata inoltre sviluppata con una particolare attenzione alla facilità d’uso, in modo tale che anche i non-addetti-ai-lavori possano apprezzare e trarre spunto dalle esperienze maturate dalle PA.

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