Il discorso

Breton, cosa ha detto al MWC: spettro meno caro per satellite e 6G. Switch off del rame entro il 2030

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Lo spettro dovrebbe essere più conveniente e assegnato in modo più rapido in Europa. Lo ha detto il commissario al Mercato Interno Thierry Breton nel suo intervento al MWC di Barcellona.

Lo spettro dovrebbe essere più conveniente e assegnato in modo più rapido in Europa. La pensa così il commissario Ue al Mercato Interno Thierry Breton, che continua a promuovere una maggiore unità del mercato Tlc nella Ue e fissa al 2030 la data dello switch off del rame e della sua sostituzione con la fibra.

Il discorso programmatico del commissario Breton al Mobile World Congress è stato per la maggior parte una sintesi dei punti chiave del Libro bianco sulle infrastrutture digitali della scorsa settimana, che in generale è una serie di proposte volte a creare – e finanziare – l’infrastruttura di rete con capacità Gigabit entro il 2030. Ma ha aggiunto alcune note in merito alla politica sullo spettro.

Breton: ‘Spettro radio, servono aste più convenienti’

“Dovremmo dare alla politica dello spettro una vera dimensione europea e spingere per aste più tempestive e convenienti”, ha detto Breton. “Perché, nella corsa tecnologica verso il 6G, non possiamo permetterci ulteriori ritardi nel processo di concessione delle licenze dello spettro, con enormi disparità nella tempistica delle aste e nella realizzazione delle infrastrutture tra gli Stati membri: non possiamo permetterci lo stesso risultato delle aste 5G, dove, dopo otto anni, il processo non è ancora terminato”.

Non sembrano esserci dubbi sul fatto che gli operatori dovranno ancora spendere molto per lo spettro, in un modo o nell’altro. Ma se l’Ue riuscisse a ottenere ciò che vuole, i parametri potrebbero cambiare. Lo spettro satellitare è il primo a subire un potenziale cambiamento, ma il mobile potrebbe seguire.

“È giunto il momento di europeizzare l’assegnazione delle licenze per l’uso dello spettro, almeno per i satelliti”, ha detto Breton.

“Non si tratta di raccogliere fondi a livello europeo dalle aste dello spettro, che in ogni caso non dovrebbero essere usate come mucche da mungere per ricostituire le finanze pubbliche”, ha aggiunto, rassicurando senza dubbio i governi nazionali che non hanno intenzione di separarsi dalla loro prerogativa di assegnare lo spettro a livello nazionale, con i diritti e i proventi connessi.

Breton: ‘Sullo spettro premiare l’operatore che si impegna a investire di più’

“Si tratta di garantire che tutti gli europei possano beneficiare tempestivamente delle tecnologie più avanzate”, ha aggiunto Breton. “Ecco perché come meccanismo alternativo proponiamo che le aste dello spettro, mantenute a livello nazionale, siano progettate non per premiare il miglior offerente, ma l’operatore che si impegna a investire di più e più rapidamente nello sviluppo della rete”.

Si parte dai satelliti ma si pensa al 6G

Il discorso del commissario potrebbe riguardare inizialmente i satelliti (citati direttamente i questo senso), ma sembra chiaro che Breton – o meglio i suoi successori – potrebbe toccare anche le frequenze per gli operatori di telefonia mobile, in particolare in vista della prossima generazione di telefonia mobile vale a dire il 6G.

I cambiamenti proposti nel modo in cui viene assegnato lo spettro mobile rientrano nell’obiettivo della Commissione di creare un mercato unico delle telecomunicazioni in tutta Europa.

Parte di ciò è, ovviamente, la questione del consolidamento.

Breton: ‘Sugli operatori non c’è un numero magico’

“Non esiste un numero magico in questo campo”, ha detto Breton. “Data la convergenza di diverse tecnologie e servizi verso il continuum informatico, non possiamo dare uno sguardo ristretto ai mercati e ai loro attori”.

Non è la prima volta che la Commissione europea insiste sul fatto che non c’è alcun dogma del quarto operatore. Ma dobbiamo ancora vedere prove reali di ciò, dal momento che la recente decisione sulla fusione Orange/MasMovil è arrivata con rimedi competitivi volti a facilitare la creazione di un nuovo quarto attore.

Il commissario europeo ha sottolineato che le reti europee non possono continuare ad avere 200 millisecondi di latenza se vogliono andare verso le nuove generazioni tecnologiche che coinvolgono Intelligenza Artificiale, automazione, calcolo ad alte prestazioni e sensori multipli.

La latenza mostra quanto tempo impiega un’azione a produrre un effetto dopo essere stata inviata dal mittente al destinatario. Nei videogiochi, è un fattore particolarmente apprezzato. E negli interventi chirurgici a distanza o nelle auto autonome, sarà fondamentale per prevenire le tragedie. Ma solo se sarà davvero garantita una bassa latenza nell’interazione con gli operatori di telecomunicazioni, Breton potrà riuscire con i piani delineati al MWC.

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