IPTV: business vincente nel segno della convergenza. Crescono domanda e offerta, ma ancora incerte le regole

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L’implementazione dei servizi di IPTV nei diversi marketplace nazionali si sta traducendo in una vera e propria rivoluzione di mercato che, all’insegna della convergenza fra tlc, multimedia e broadcasting, sta portando nuovo dinamismo lungo tutta la value chain e soprattutto nuova linfa per le telco e i service provider, ma anche per i player dell’industria del networking.

Questo perchè, soprattutto in ambito business, sono sempre più numerose le aziende che richiedono soluzioni innovative e scalabili che, contenendo i costi e garantendo elevate performance, consentano di fruire delle funzionalità della TV su protocollo IP senza dover apportare una radicale riprogettazione dei sistemi di back office già esistenti.

E’ in questo scenario che si colloca la strategia di operatori come Juniper Networks che, rivolgendosi proprio ai service provider, consente loro di introdurre nelle reti nuovi servizi e nuove modalità di gestione efficaci e convenienti. La società ha infatti presentato una nuova linea di prodotti studiati per l’integrazione delle soluzioni fornite dai service provider con servizi avanzati come l’IPTV, che garantisce ottimizzazione delle operazioni e delle prestazioni fornite.
Le nuove soluzioni sono concepite per fornire supporto, gestione, sicurezza, e automazione alle reti dei service provider e sono oggi disponibili in un’ampia gamma di piattaforme Juniper, inclusa l’E320 Broadband Services Router, prodotto di punta della Juniper, già implementato nelle reti di oltre 15 clienti service provider.

Le caratteristiche introdotte aggiungono ai servizi un nuovo valore che non potrà non incrementare il trend di mercato che vede già i service provider migrare dalle reti di tipo ATM (Asynchronous Transfer Mode) verso infrastrutture Ethernet, che a sua volta favorisce l’implementazione di applicazioni e servizi emergenti come la web Tv, la Tv interattiva e il Video-on-demand.

L’IPTV rappresenta una grossa opportunità anche per i player dell’home networking, se si considerano le sue potenzialità, in termini di efficienza e competitività, nei confronti di cavo e satellite. Una rete domestica, infatti, è in grado di connettere a banda larga computer di casa e set-top-box IPTV, supportando le comunicazioni fra questi ultimi e i PC media center, che diventano così una sorta di server per lo storage e la riproduzione dei contenuti tv audio-video sul sistema connesso alla rete. 
Infine, considerato  che i servizi IPTV richiedono maggiori prestazioni di rete rispetto ai comuni servizi voce e dati, appare chiaro che per garantire il successo di questo business i service provider IPTV dovranno puntare sull’Home Networking.

Non dimentichiamo però che la convergenza fra telecomunicazioni e broadcasting si sta traducendo in una serie di delicate questioni normative tanto per le singole autorità nazionali che per l’Unione europea. In modo particolare in relazione all’IPTV, che potrebbe essere regolamentata tanto come un servizio dati che bradcasting.

Lo scorso dicembre, la Commissione Ue ha presentato una proposta di aggiornamento della Direttiva TV Senza Frontiere del 1989 (89/552/CEE come modificata dalla Direttiva 97/36/CE), in linea con lo sviluppo del mercato audiovisivo ed il progresso tecnologico, per snellire le procedure, chiarire le tematiche legate al copyright e ai diritti di proprietà intellettuale, rendere più flessibile il finanziamento dei contenuti e garantire un’equa concorrenza di mercato, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata.

Tuttavia, secondo alcuni analisti, qualunque forma di imposizione regolamentare da parte della Ue, così come anche una tipologia di normativa poco chiara in merito alla pubblicità, potrebbe avere un impatto negativo sul dispiego commerciale della IPTV e sull’incremento della domanda.

Ad ogni modo, le stime degli analisti sui consumi sono molti positive: entro il 2010, il mercato mondiale dell’IPTV interesserà 27 milioni di utenti residenziali (dati IMS Research).
A guidare la crescita saranno l’Europa Occidentale e l’Asia, in modo particolare la Cina, mentre il mercato Usa continuerà a manifestare segni di debolezza – almeno fino al 2007 – a causa della forte competizione che ancora si registra nei confronti dei servizi televisivi su protocollo internet.

In particolare, nella sola Europa Occidentale a fine decennio le abitazioni che usufruiranno regolarmente della IPTV saranno circa 12,9 milioni.
Tali previsioni di crescita si appoggiano sostanzialmente agli innegabili successi già riscontrati in Francia, Svezia, Gran Bretagna e Italia, dove l’offerta commerciale è rappresentata dai servizi Fastweb e Telecom Italia, con la sua Alice Home Tv.

Ottime prospettive anche per altri marketplace, come dimostrano i trend più che positivi già registrati in Paesi come l’Austria, la Spagna e la Svizzera. Sarà però la Cina ad aggiudicarsi la leadership mondiale, 3,58 milioni di utenze domestiche entro previste per il 2010, pari al 13,2% dell’intero mercato mondiale dell’IPTV. La rivoluzione multimediale è incominciata.