L'operazione

Vodafone conferma le trattative con John Malone

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Liberty Global di John Malone tenta l’avanzata sul mercato europeo. Vodafone conferma le trattative ma esclude una fusione tra le due compagnie.

Il mercato dei media e delle tlc è entrato nella fase di profondo mutamento. Il nuovo colpo di avvio è stato negli Stati Uniti dall’operazione miliardaria su Time Warner Cable guidata dal tycoon Johne Malone che si sta muovendo anche in Europa.

Dopo i rumors circolati nei giorni scorsi, Vodafone ha confermato di essere in trattative con Liberty Global. Obiettivo di questo possibile accordo sarebbe la combinazione degli asset europei delle due società.

Vodafone ha comunque escluso una fusione dei gruppi che, secondo alcuni osservatori sentiti dal Financial Times, potrebbe portare alla nascita di una potente compagnia del valore di 100 miliardi di sterline.

Alcune settimane fa il presidente di Liberty, Malone, ha parlato delle sinergie che potrebbero aversi da un’eventuale integrazione con i business europei di Vodafone.

Ma l’operatore tlc ha detto molto chiaramente di non essere interessato a una fusione ma piuttosto a uno scambio di “selezionati asset tra le due società“.

In ogni caso ancora non è noto quali saranno le attività coinvolte e l’azienda britannica ha anche sottolineato che al momento “non c’è certezza che verrà conclusa alcuna operazione”.

Gli asset di Vodafone nel Regno Unito, in Germania e Paesi Bassi sarebbero prontamente complementari ai servizi via cavo offerti da Liberty in questi Paesi (Virgin Media, UPC e Ziggo).

Questo permetterebbe alle due aziende di offrire servizi combinati di telecomunicazioni e televisione.

Liberty ha subito precisato di non aver alcun interesse per i business di Vodafone sui mercati emergenti dati i chiari vantaggi della combinazione delle proprie operazioni sulla linea fissa in Europa Occidentale con le attività sul mobile di Vodafone.

Pare inoltre che ci sia una piccola ma significativa minoranza di azionisti che sarebbe favorevole alla separazione degli asset sui mercati emergenti in un’unità separata.