Stablecoin

Svizzera, il Canton Ticino vuole la sua criptovaluta: il TicinoCoin

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Un gruppo di stakeholders del Canton Ticino chiede il sostegno del Consiglio di Stato per realizzare una moneta locale complementare con un rapporto di parità (1 a 1) sul franco svizzero basata sulla tecnologia blockchain: il TicinoCoin.

Dalla vicina Svizzera arrivano novità sul fronte delle criptovalute.

Il Canton Ticino sta lavorando con il Consiglio di Stato per la realizzazione del TicinoCoin, un progetto per la creazione di una stablecoin all’interno del Ticino.

L’idea dei promotori è la creazione della prima moneta digitale con un rapporto di parità (1 a 1) sul franco svizzero. Pertanto garantita dalla Banca Centrale di Stato elvetica. Sarebbe la prima volta di uno Stato sovrano che attraverso il suo istituto centrale emette una criptovaluta con un controvalore fisso e garantito.

I vantaggi del TicinoCoin

L’operazione nasce in primo luogo per favorire il commercio locale: l’incasso di TicinoCoin causerebbe al negoziante minori costi di transazione (se non praticamente nulli) rispetto ad altre comuni forme di pagamento elettronico quali carte di debito o di credito.R

L’utilizzo della criptovaluta potrebbe essere incentivato dalla concessione di sconti o promozione per quegli utenti che decidessero di pagare le proprie transazioni con questa modalità.  Il rapporto di cambio 1:1 con franco svizzero sarebbe, nelle intenzioni dei promotori, un’ulteriore fonte di semplificazione e chiarezza a tutto vantaggio degli utilizzatori. Un ruolo, ovviamente, potrebbe essere anche giocato dal sostegno pubblico: il Cantone potrebbe per esempio accettare la spendibilità della moneta locale complementare presso gli sportelli cantonali, oppure aprire la possibilità per il pagamento di imposte e tasse in TicinoCoin, favorendo così ulteriormente la liquidità della moneta virtuale.

L’interrogazione parlamentare

L’interrogazione parlamentare è pronta per essere depositata la prossima settimana. “I segnali di apertura ci sono tutti, siamo ottimisti sul fatto che il Consiglio possa dare il suo patrocinio al progetto e non solo“, ha spiegato all’Adnkronos Paolo Pamini, parlamentare del Cantone tra i firmatari dell’interrogazione parlamentare. “L’idea è quella di fare della repubblica una seconda criptovalley svizzera per rilanciare l’economia della regione e creare nuovi posti di lavoro. Attorno a Zugo e all’Ethereum – continua Pamini –, è nato un ecosistema di diverse centinaia di startup in vari ambiti, non solo finanziari e questo ha attratto talenti e imprenditori. Al di là del commercio locale, la scommessa è questa: creare una moneta complementare al franco, come ce ne sono altre cartacee in Svizzera, e al contempo favorire la crescita di un ecosistema digitale“.

Quella del Parlamento cantonale di settimana prossima è l’ultima seduta prima delle elezioni del 7 di aprile, ma nelle scorse settimane c’è stata già un’altra grande apertura sul fronte delle criptovalute. “Se accadesse questo, sarebbe la prima volta di uno Stato sovrano che attraverso il suo istituto centrale emette una criptovaluta con un controvalore fisso e garantito in una delle principali valute nazionali, il franco svizzero. Poiché – conclude Pamini – “il TicinoCoin sarebbe negoziato sugli exchanger internazionali di criptovaluta, il Cantone offrirebbe la possibilità di disporre di una criptovaluta equivalente al franco svizzero”.

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