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Ecobonus, fondo da 1 miliardo per il 2024. Fino a 13 mila euro per l’acquisto di auto elettriche (e non)

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Cresce il fondo ecobonus per l’acquisto di auto elettriche, a basse emissioni ed endotermiche, a gennaio il decreto del ministero delle Imprese e del made in Italy, secondo quanto anticipato dal ministro Urso. Più attenzione alle fasce deboli, alla produzione italiana e allo svecchiamento del parco auto (che rimane il più vecchio d’Europa).

Fondo ecobonus auto più ricco, maggiori gli incentivi previsti per il 2024

A gennaio 2024 sarà annunciata la nuova dotazione del fondo ecobonus auto, che sarà di 610 milioni di euro di base, a cui saranno aggiunti altri 320 milioni di euro di risorse non utilizzate e quindi recuperate.

Si arriva così quasi a 1 miliardo di euro di incentivi per l’acquisto di veicoli a zero e basse emissioni di CO2 per il prossimo anno.

Il tetto incentivi potrebbe esser fissato a 11 mila euro e non saranno risorse destinate solamente all’acquisto di automobili a motore elettrico (batteria, ibrido e plug.in), ma anche a benzina e diesel (motore endotermico), fascia 61-135 grammi di CO2.

Per le Pmi, sempre con rottamazione di una Euro 0, 1 o 2, il tetto potrebbe salire a 18mila euro.

I punti chiave dell’azione del Mimit

Secondo quanto anticipato dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, al Sole 24 Ore, potrebbero esser previste nel nuovo decreto anche maggiorazioni degli incentivi per chi rottama la propria automobile contestualmente all’acquisto di una nuova.

Una maggiorazione del 25% dovrebbe esser prevista anche per le famiglie con un Isee sotto i 30 mila euro. In questo caso il tetto incentivi sale oltre i 13 mila euro.

Altre caratteristiche della misura che il Governo dovrebbe presentare nelle prime settimane del nuovo anno, sono: la riapertura alle persone giuridiche, incluse le società di noleggio; la rimodulazione dei tetti massimi di prezzo, una misura che nelle intenzioni dell’esecutivo permetterà di sostenere la produzione italiana.

Urso ha infatti spiegato che durante il 2022, “solo il 19-20% degli incentivi è andato a modelli prodotti in Italia”, aggiungendo che “se nemmeno i nuovi bonus invertiranno la tendenza, dovremo penderne atto e spostare più risorse sul lato dell’offerta, cioè sul piano degli investimenti produttivi”.

Favorire le fasce sociali più deboli, svecchiare il parco circolante e favorire il prodotto made in Italy

Nei prossimi giorni sono in agenda diversi tavoli tecnici proprio per concentrare l’azione di Governo sull’industria automobilistica nazionale.

Tre le finalità del piano di lavoro, ha spiegato il ministro dal suo profilo LinkedIn: “rottamare auto 0,1,2 e 3 perché abbiamo il parco auto più vecchio e inquinante d’Europa, garantire la sostenibilità sociale, perché le risorse andranno ai ceti meno abbienti che spesso sono anche quelli che hanno le auto più inquinanti, infine incentivare i veicoli prodotti nel nostro paese”.

Un annuncio importante per tutto il settore automotive nazionale ed europeo, visto che l’Italia rimane uno dei mercati più importanti nel vecchio continente. Peccato che nel tempo diversi esponenti di rilievo dell’esecutivo, tra cui il ministro del’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, lo stesso ministro Urso e il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, abbiano sottolineato la necessità di un approccio neutrale alla tecnologia utilizzata per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, creando confusione, insicurezza e sfiducia nei consumatori e tra le imprese, che nel frattempo avevano investito fortemente nella transizione energetica dell’auto.