Il discorso

Democrazia Futura. America first, messaggi a Russia e Cina

di Giampiero Gramaglia, giornalista, co-fondatore di Democrazia futura, già corrispondente da Washington |

Il discorso sullo stato dell’Unione di Joe Biden, tutto centrato sulla nazione, sull'America del futuro, che passerà per le elezioni presidenziali del 2024. Le riflessioni di Giampiero Gramaglia.

Giampiero Gramaglia

Il discorso sullo stato dell’Unione di Joe Biden. “America first”. Questo il messaggio lanciato da Joe Biden al Congresso. Un discorso centrato su politica ed economia interne in previsione della sua discesa in campo per un secondo mandato presidenziale alla Casa Bianca. “La politica estera è venuta in primo piano solo dopo circa 60 dei 73 minuti del lungo discorso”, con messaggi rivolti sia alla Russia sia alla Cina.

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Chi si aspettava un discorso sullo stato dell’Unione orientato sulla politica estera, contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina e contro la Cina per l’intrusione nello spazio aereo statunitense con una sonda probabilmente spia, è rimasto deluso: il presidente Joe Biden ha essenzialmente parlato di politica ed economia interne, delineando i temi della campagna elettorale per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti del novembre 2024 (USA 2024).

Quanto ai toni, l’opposizione repubblicana ha risposto all’appello a moderare lo scontro con interruzioni e talora insulti: gli oltranzisti ‘trumpiani’ e i cospirazionisti di QAnon gli davano del bugiardo. Mentre, seduti dietro il presidente, la sua vice Kamala Harris e lo speaker della Camera Kevin McCarthy manifestavano reciproca freddezza, nonostante una battuta scherzosa di Joe Biden a McCarthy: “Non voglio rovinarti la reputazione, ma non vedo l’ora di lavorare con te”.

La politica estera è venuta in primo piano solo dopo circa 60 dei 73 minuti del lungo discorso, pronunciato nella notte italiana tra martedì 7 e mercoledì 8 febbraio 2023 di fronte al Congresso in sessione plenaria.

Fronte Russia, gli Stati Uniti d’America “staranno al fianco dell’Ucraina finché necessario”: “la brutale aggressione russa” è un “test per gli anni a venire, per noi e per il Mondo”.

L’America vuole “più libertà, dignità, pace, non solo in Europa, ma ovunque”, dice Joe Biden, rivolgendosi all’ambasciatrice ucraina Oksana Markarova, seduta tra gli ospiti della first lady Jill Biden.

Fronte Cina, gli Stati Uniti reagiranno ogni volta che Pechino “minaccia la nostra sovranità”, come “abbiamo fatto la scorsa settimana” – un riferimento esplicito alla vicenda del pallone cinese intercettato nei cieli americani e poi abbattuto -, ma in spirito “di competizione, non di conflitto”. Intervistato dalla televisione pubblica Pbs dopo il discorso sullo stato dell’Unione, Joe Biden ha liquidato con un secco “No” la domanda se i rapporti fra Stati Uniti e Cina subiranno un duro colpo per la vicenda della sonda spia.

Un discorso centrato su politica ed economia interne

Parole ferme, ma non aggressive. Com’è stato tutto il discorso: un appello a unità e collaborazione bipartisan, dopo la stagione della polarizzazione; un manifesto elettorale, che prelude senza dubbio a una ricandidatura. “Finiamo il lavoro insieme”: è il refrain di Biden, che rivendica i suoi successi – il Covid superato, la disoccupazione ai minimi dal 1969, la democrazia consolidata dopo la scossa dell’insurrezione del 6 gennaio 2021 – e traccia un percorso, alternando – notano i commentatori – “i toni riflessivi ed ecumenici a quelli più fieri e combattivi”.

Il presidente è consapevole che, con un Congresso diviso, deve cercare e trovare compromessi, se vuole portare avanti la sua agenda. Ma sa pure che, se l’opposizione gli farà muro contro, potrà scaricarle addosso la colpa di uno stallo. E come lui lo sanno senatori e deputati, molti dei quali sono in aula con un nastrino ucraino giallo-blu.

Biden presenta un piano economico “per le persone dimenticate”: nessun taglio al welfare e ‘minimun tax’ per i ricchi, con echi protezionisti (i progetti federali con materiali ‘made in Usa’) e l’accento sul contrasto al cambiamento climatico (“una minaccia esistenziale”). L’occhio è rivolto alle sue ‘constituencies’ liberal, nera e ispanica: ripristinare il diritto di aborto, vietare le armi d’assalto contro le stragi nelle scuole e sui luoghi di lavoro, riformare la polizia contro un ricorso alla forza sproporzionato, dire no alla violenza politica e all’estremismo.

Il presidente sollecita i repubblicani a collaborare. Ma non si aspetta che questo accada, anche se lui condisce l’appello alla collaborazione proponendo temi per definizione bipartisan: lotta al cancro e difesa della salute mentale, tutela dei veterani, contrasto all’epidemia di oppioidi e overdosi.

Joe Biden avverte: con il voto di midterm,

“il popolo ci ha dato un messaggio chiaro, lo scontro per lo scontro non ci porta da nessuna parte”;

e aggiunge:

La mia visione per riunire il nostro Paese è sempre stata ripristinare l’anima della Nazione e ricostruirne la spina dorsale, la classe media”.

E ancora:

“La storia dell’America è storia di progresso e resilienza … Siamo l’unico Paese uscito da ogni crisi più forte di quando vi è entrato … Lo stiamo facendo di nuovo…”.

La risposta repubblicana e come la pensa l’opinione pubblica

Nel 2022, era stata la guerra in Ucraina a costringere Joe Biden a rivedere interamente il discorso sullo stato dell’Unione, pronunciato sei giorni dopo l’inizio dell’invasione russa. Il presidente inviò un messaggio forte agli oligarchi russi: “Troveremo e sequestreremo i vostri yacht e i vostri jet e le vostre case di lusso”, disse. Questa volta, è stato l’abbattimento, sabato scorso, della sonda cinese a suggerire alcune modifiche al testo già predisposto.

Il presidente vuole dare dell’Unione un quadro positivo rassicurante, più che stupire il pubblico annunciando programmi e iniziative.

Gli risponde, fra i repubblicani, Sarah Huckabee Sanders, governatrice dell’Arkansas, figlia d’arte – pure il padre lo fu – ed ex portavoce di Donald Trump alla Casa Bianca. La governatrice più giovane dell’Unione – 40 anni – non raccoglie il ramoscello d’ulivo di Biden: l’America – dice – “è pronta a una nuova generazione di leader”, frase che suona, però, campana a morto pure per la ricandidatura di Trump – Biden ha 80 anni, il magnate 77 -.

Per Joe Biden, è stato il primo discorso sullo stato dell’Unione tenuto davanti a un Congresso diviso, Camera repubblicana e Senato democratico. Ricordando quanto ha finora fatto, il presidente vuole dimostrare di poter essere ancora utile al Paese.

Però un sondaggio Washington Post / Abc indica che l’opinione pubblica è scettica sull’operato di Joe Biden, la cui Amministrazione si auto-definisce “una delle più efficaci dei tempi moderni”.

Oltre tre americani su cinque pensano che il presidente non abbia finora combinato granché e solo poco più di un terzo gli riconosce buoni risultati. Persino una maggioranza di democratici ritiene che un mandato per Joe Biden possa essere sufficiente.

Del resto, gli americani, che nel 2020 andarono a votare con un’affluenza record, non sono per nulla eccitati da una rivincita 2024 Biden – Trump. Secondo lo stesso sondaggio, una netta maggioranza non vuole né l’uno né l’altro alla Casa Bianca dal 2025 in poi.

Impegni pubblici e guai familiari

Il discorso sullo stato dell’Unione è uno dei maggiori eventi politici statunitensi: una tradizione che risale al 1790, quando George Washington pronunciò il primo – rimasto il più breve -. Il presidente parla davanti al Congresso in sessione plenaria, presenti i suoi ministri quasi al gran completo – uno resta a casa, in quanto ‘designated survivor’ in caso di catastrofe nucleare o terroristica o naturale -, i giudici della Corte Suprema, i vertici militari.

L’evento, alle 21.00 ora di Washington, le 03.00 del mattino in Italia, va in prime time sulle televisioni  degli Stati Uniti. In tribuna, fra gli ospiti del presidente e della first lady – 26 in tutto -, oltre all’ambasciatrice ucraina, Bono degli U2, una sopravvissuta all’Olocausto, Ruth Cohen, i genitori di Tyre Nichols, un giovane nero pestato a morte dalla polizia a Memphis. C’è pure l’ambasciatrice d’Italia Mariangela Zappia.

Nonostante l’invito del presidente a stemperare la polarizzazione, la Camera a trazione repubblicana s’appresta ad avviare l’indagine sul figlio di Biden, Hunter, alla cui origine c’è una vecchia e oscura storia, cioè il ritrovamento nel suo laptop – depositato in un laboratorio di informatica – di alcuni file sui suoi discussi affari. L’iniziativa è potenzialmente imbarazzante per Biden e rischia di gettare un’ombra sulla sua ricandidatura.

Ma i guai per il presidente non vengono solo dall’opposizione. Nella sua Amministrazione, è in atto un esodo – fenomeno abbastanza consueto a metà mandato -. Dopo il capo dello staff, Ron Klain, rimpiazzato da Jeff Zients, sta per andarsene il segretario del Lavoro Marty Walsh, che va a dirigere la NHL Players Association, il sindacato nazionale dei giocatori di hockey. Proprio Walsh era ieri sera il ‘designated survivor’ della squadra ministeriale.

Ucraina verso un anno di guerra: la parola all’Unione europea e alle armi

Secondo indiscrezioni insistenti della stampa statunitense, Joe Biden vuole recarsi in Polonia nell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina, il 24 febbraio 2023. Ma una decisione definitiva non è stata ancora presa. Nell’attesa, Washington, dopo avere deciso l’invio di carri armati a Kiev, pondera le nuove richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj , missili a gittata sempre più lunga ed aerei caccia: armi che aumentano il coinvolgimento dell’Occidente nel conflitto, mentre la Russia stia per lanciare un’offensiva nel Donbass.

In questi giorni, la partita diplomatica è più europea che americana: c’è stato il Vertice Ucraina/Unione europea a Kiev, la scorsa settimana; e c’è il Vertice europeo a Bruxelles, questa settimana, con Volodymyr Zelens’kyj , che, dopo la visita a Londra, ha fatto già tappa a Parigi per una cena con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Giorgia Meloni si dovrà accontentare, almeno per ora, d’un colloquio a margine del summit di Bruxelles. Il presidente ucraino sta provando a fare shopping di armi.

Nei rapporti tra Ucraina e Unione europea, c’è la sostanza e c’è l’apparenza, che non sempre coincidono. L’apparenza è quella d’una grande solidarietà. La sostanza è quella di un’enorme quantità di aiuti, finanziari e militari, ma anche di una grande cautela nell’Unione europea nell’accelerare il processo di adesione dell’Ucraina, cui è già stato riconosciuto – in tempi record – lo statuto di Paese candidato.

Due giorni di salamelecchi diplomatici a Kiev hanno certificato fin dove l’Unione europea è già andata – molto in là – ed è ancora disposta a spingersi in termini di sostegno e appoggio, ma pure la prudenza nell’impegnarsi su tempi e modi di un futuro ingresso. L’orizzonte dei negoziati, in corso da anni, per l’adesione dei sei Paesi dei Balcani, Serbia, Montenegro, Bosnia, Macedonia, Albania e Kosovo, è il 2030.

Cina: il pallone frena la distensione, ma tutti sanno di spiare ed essere spiati

Con l’incidente del pallone, i rapporti tra Stati Uniti e Cina tornano a essere – magari temporaneamente – gelidi: episodi analoghi, in passato, hanno creato reciproci imbarazzi fra i Paesi coinvolti. Ma tutti sono consapevoli di spiare e di essere spiati.

La visita a Pechino del segretario di Stato Antony Blinken, che doveva ricucire i rapporti a partire dall’incontro tra i presidenti Joe Biden e Xi Jinping, a margine del Vertice del G20 di Bali in novembre, è rinviata ‘sine die’. Ma l’eco dell’incidente potrebbe attenuarsi abbastanza rapidamente.

L’intelligence statunitense rivela di essere a conoscenza di un vasto piano cinese di spionaggio tramite palloni che avrebbero condotto decine di missioni in tutti i continenti negli ultimi anni: capaci di eludere i radar, le sonde presenterebbero dei vantaggi rispetto ai satelliti. Non è però chiaro se il pallone abbattuto stesse eseguendo la sua missione o fosse davvero finito fuori rotta.

L’abbattimento della sonda cinese è avvenuto sabato 4 febbraio nel pomeriggio, dopo che il pallone aveva lasciato il territorio americano: per giorni, lo aveva attraversato con traiettoria nord-ovest/sud-est. La sonda, di grandi dimensioni – tre autobus è l’indicazione molto approssimativa fornita -, era appena entrata sull’Oceano Atlantico all’altezza delle due Caroline. A quel punto, sono venuti meno i timori che avevano consigliato di non abbatterla, cioè il pericolo della caduta di detriti al suolo.

La Cina protesta e annuncia non meglio determinate “reazioni”.

Gli Stati Uniti esaminano quel che resta del pallone in un laboratorio dell’Fbi a Quantico, in Virginia. E i repubblicani cercano di trarne qualche vantaggio politico: Donald Trump sentenzia che è

“una vergogna, così come era stato uno show dell’orrore l’Afghanistan e molte altre cose che circondano l’incompetente Amministrazione Biden”,

ma i media raccontano che tre palloni spia cinesi sorvolarono gli Stati Uniti d’America quando lui era presidente – lui nega, ma le informazioni in tal senso di moltiplicano e sono molto dettagliate -.

Le reazioni della Cina all’abbattimento del pallone

La Cina ha subito reagito all’abbattimento della sonda, esprimendo, con una nota del Ministero degli Esteri,

“forte insoddisfazione e protesta” per la distruzione “del suo dirigibile civile senza pilota”.

I cinesi lamentano che gli americani abbiano insistito

“per usare la forza, ovviamente reagendo in modo eccessivo e violando gravemente la prassi internazionale” malgrado non ci fossero elementi di pericolo e la sonda, destinata – è la versione di Pechino – a compiere osservazioni meteorologiche, fosse “entrata nello spazio aereo degli Stati Uniti per cause del tutto accidentali”.

La Cina sostiene di avere

“chiesto chiaramente agli Stati Uniti d’America di gestire la questione in modo corretto e calmo, professionale e sobrio”

e cita un portavoce del Dipartimento della Difesa di Washington, secondo cui non c’era pericolo per le persone a terra. Il Ministero della Difesa di Pechino s’è associato a quello degli Esteri nella protesta, con parole analoghe.

Non è però chiaro quali iniziative la Cina intenda prendere, se ne prenderà. E ci s’interroga se possa esserci un nesso tra la recente decisione degli Stati Uniti di rafforzare con un’intesa con le Filippine la presenza militare nel Mar Cinese meridionale e la ‘provocazione’ cinese, se tale è stata.

Nel tentativo di confermare che il pallone abbattuto era una sonda meteorologica fuori rotta, e non una spia, Pechino ha silurato il capo del suo servizio meteorologico, Zhuang Guotai, il cui avvicendamento, però – sostiene l’emittente televisiva Fox News -, era da tempo programmato, essendo Zhuang Guotai destinato a guidare il Comitato del Popolo della provincia del Gansu.

Manovre in corso, al largo della Carolina e sul Campidoglio

Varie unità della Marina e della Guardia Costiera statunitensi sono nell’area dov’è caduta la sonda: proteggono il perimetro e procedono al recupero dei detriti, su un fondale di appena 14 metri.

Ma c’è fermento anche nella politica americana.

Il Senato riceverà un’informativa su quanto avvenuto in settimana. Il leader dei senatori democratici Chuck Schumer giudica “politiche” le critiche repubblicane all’Amministrazione Biden. Schumer dice:

“Abbiamo mandato un messaggio chiaro alla Cina, abbiamo protetto i civili, abbiamo ottenuto informazioni di intelligence”.

I repubblicani alla Camera, dove sono maggioranza, lavorano a una risoluzione di critica a Biden: gli contestano di avere lasciato che il pallone sorvolasse tutta l’Unione, prima di farlo abbattere. Biden ha già spiegato di aver atteso che non ci fossero rischi per gli americani, seguendo i consigli del Pentagono. Ma ciò non gli evita l’accusa di “debolezza” da parte dell’opposizione.

Il senatore repubblicano Tom Cotton dice che il presidente è stato “umiliato”. Marco Rubio gli rimprovera di non avere spiegato in modo chiaro la situazione e i pericoli. Le critiche sono un coro, che le notizie di stampa secondo cui l’incidente non è inconsueto non smorzano: sarebbe successo tre volte con Donald Trump alla Casa Bianca, anche se i sorvoli sarebbero stati più brevi; e quattro mesi fa un pallone cinese sarebbe caduto nell’Oceano Pacifico non lontano dalle Hawaii.

Il flirt di Pechino con Mosca

Nella giornata di sabato 4 febbraio, prima dell’abbattimento della sonda, la Cina era salita in cattedra, dando lezioni di diplomazia a Washington ed esaltando la qualità dei rapporti con la Russia.

Una nota di Pechino riferiva che il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, al telefono con Anthony Blinken, aveva detto che Cina e Stati Uniti d’America

“devono rimanere concentrati, comunicare in modo tempestivo, evitare giudizi errati e gestire le divergenze di fronte a situazioni inaspettate”, senza fare “speculazioni o infondata propaganda”.

Contemporaneamente, Pechino dava molto rilievo “all’approfondimento dei rapporti con la Russia”, segnato dalla visita, giovedì e venerdì, del vice-ministro degli Esteri Ma Zhaoxu, che ha anche visto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. La Cina – si legge in una nota –

“è pronta a lavorare con la Russia per attuare una partnership strategica e promuoverne ulteriori progressi”.

Frasi dette a un anno esatto dalla dichiarazione di “amicizia senza limiti” firmata dai presidenti Xi Joinping e Vladimir Putin a Pechino nel loro incontro del 4 febbraio 2022. La nota sulla visita di Ma Zhaoxu non cita l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia né l’ipotesi di un viaggio a Mosca di Xi Jinping in primavera.