Il modello

Blockchain a tutela del Made in Italy, i risultati dello “Studio di fattibilità”

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Pubblicato lo studio di fattibilità per il progetto pilota “Blockchain per la tracciabilità del Made in Italy” applicato all’industria tessile. Patuanelli: “Stiamo lavorando nell'ambito della European Blockchain Partnership per esportare il modello italiano di protezione delle filiere produttive attraverso le tecnologie emergenti”.

Presentato oggi a Roma, nella Sala degli Arazzi del Ministero dello Sviluppo economico, il progetto pilota “Blockchain per la tracciabilità del Made in Italy” per tutelare e proteggere l’eccellenza dei nostri prodotti sui mercati internazionali, per rendere ancora più efficace la lotta alla contraffazione e per garantire il massimo sostegno alla competitività delle imprese manifatturiere italiane.

Oggi – ha dichiara Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico – presentiamo i risultati di una prima sperimentazione del MiSE che utilizza la Blockchain e le tecnologie basate sui registri distribuiti. Stiamo lavorando a livello europeo nell’ambito della European Blockchain Partnership al fine di esportare il modello italiano di protezione delle filiere produttive attraverso le tecnologie emergenti.  Pensiamo che in questo ambito il nostro Paese possa giocare un ruolo di leader a livello comunitario”.

Un modello sperimentale, applicato in via preliminare nel settore del tessile (oltre 46 mila imprese e 400 mila occupati), che risponde a precisi bisogni e che può crescere con un approccio progressivo e una visione di lungo termine, quello presentato oggi a Roma, alla presenza del ministro e di Enrico Cereda, amministratore delegato di IBM Italia, azienda che ha collaborato allo sviluppo della piattaforma.

Successivamente allo studio di fattibilità avviato dal ministero, è stato prodotto un primo prototipo basato su piattaforma blockchain, messa a disposizione delle aziende partecipanti via cloud.
Lo studio è partito dall’individuazione delle principali problematiche della filiera da cui, applicando metodologie innovative come il design thinking, sono emerse le esigenze più significative, tra cui la semplificazione delle interazioni, l’accesso immediato alle informazioni, le logiche di integrazione con i gestionali delle imprese e la semplicità d’uso.

L’idea alla base del progetto è che la tecnologia a registri distribuiti possa giocare un ruolo chiave per migliorare la trasparenza nell’offerta ai consumatori di produzioni italiane.
Questo aspetto risulta essere a tutto vantaggio delle aziende e delle imprese che operano sui nostri territori ed in particolare delle piccole e medie imprese che, pur costituendo una porzione fondamentale del nostro sistema sociale ed economico, si trovano spesso a competere in condizioni sbilanciate all’interno di complesse ed estese filiere nazionali ed internazionali.

La blockchain può essere definita come un libro mastro condiviso e distribuito che facilita il processo di registrazione delle transazioni relative ad un asset (oggetto della transazione) in un business network (o ecosistema).
Tutto ciò significa associare ad ogni oggetto fisico che transita da un attore ad un altro un’identità digitale che ne facilità la tracciabilità all’interno della filiera.

Una soluzione che risulta di facile replicabilità in altri contesti industriali e su cui Il Ministero sta valutando diverse opzioni disponibili per un ulteriore sviluppo, con l’obiettivo di avviare nuove sperimentazioni anche su altre filiere produttive.
La piccola e media impresa, si legge in una nota ministeriale, “ha oggi il forte bisogno di un sostegno sistemico per poter migliorare la trasparenza e la tutela dei propri marchi, sotto molteplici punti di vista, sia all’interno della filiera di appartenenza sia nei confronti dei consumatori finali”.

Di fronte a uno scenario che mette in luce un’eccessiva frammentarietà di sistemi, approcci e iniziative, “la Blockchain mette a disposizione caratteristiche da paradigma di riferimento con cui garantire la standardizzazione, l’immutabilità e l’autenticità di dati e documenti, la loro sicurezza, la riduzione dei contenziosi sulle transazioni e l’automazione dei processi, con un deciso miglioramento della produttività complessiva”.

Come ha dichiarato Patuanelli, l’Italia fa parte del Gruppo Policy della European Blockchain Partnership e proprio ieri c’è stata una riunione a Malaga, a cui ha partecipato ovviamente anche la nostra delegazione in qualità di co-chair dell’organizzazione.
Nel corso della riunione sono stati discussi i risultati del questionario redatto da ciascuno Stato Membro sulle priorità della Partnership per il prossimo anno e la nostra delegazione ha sostenuto l’importanza di avviare uno specifico progetto pilota sulla tracciabilità dei prodotti europei per promuovere le nostre specificità e tutelare i prodotti da frodi e contraffazioni.