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Autobus elettrici paralizzati dalla neve? Ad Oslo cancellato in media solo il 2% delle corse

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Nel tempo della disinformazione usata come maglio per colpire quel mercato, quell’industria o quel gruppo di aziende, si rende necessario indagare meglio i titoli sensazionalistici, come il caso della flotta di autobus elettrici della Capitale norvegese paralizzata da freddo e neve. A guardare bene, però, sono saltate in media fino al 2,5% delle corse giornaliere a dicembre. Un dato ben migliore di quanto accade a Roma, Milano o Napoli, normalmente, dove di mezzi pubblici elettrici sono ancora pochissimi.

Olso, nessuna paralisi degli autobus elettrici del servizio di trasporto pubblico locale

Sono giorni che in rete gira la notizia delle bufere di neve che ad Oslo in Norvegia stanno mettendo fuori uso gli autobus elettrici del trasporto pubblico cittadino. Notizia vera o falsa? Accade spesso che una piccola verità diventi rapidamente una grande bufala e anche in questo caso è accaduto qualcosa del genere.

Tutti i Paesi scandinavi, Norvegia compresa, stanno in questi giorni affrontando un intenso episodio di gelo, con forti nevicate. La passata notte di Capodanno, in Norvegia, è stata una delle più gelide degli ultimi 40 anni, con punte di -25°C nella città di Oslo e di -40° nell’estremo nord del Paese, con intense nevicate che nelle città affacciate sul mare del Nord hanno toccato i 70cm di accumulo a terra.

Quanto ne risente la mobilità elettrica di queste condizioni meteorologiche così avverse? Nei giorni scorsi è girata la notizia di un trasporto pubblico paralizzato dalla neve e dal freddo ad Oslo.

I giornali, anche italiani, hanno riportato che nella Capitale norvegese decine e decine di autobus elettrici non sono partiti nei giorni scorsi, quando in realtà si trattava di “corse” saltate.

Come ha spiegato in un comunicato stampa la Ruter, azienda che gestisce gli autobus elettrici nell’area metropolitana di Oslo: ogni giorno, per alcuni giorni nel mese di dicembre 2023, si è avuta una media di 50-100 corse saltate su 4.000 giornaliere, a causa di neve e ghiaccio.

Parliamo quindi di un range di corse saltate tra l’1 e il 2,5% del totale giornaliero.
Sappiamo bene (soprattutto chi i mezzi pubblici li usa) che il dato è ben peggiore a Roma, Milano e Napoli, dove certamente non fa così freddo e anzi l’inverno vero latita da anni, con salti di corse continue di autobus a gasolio non certo elettrici (si dirà, ma sono problemi diversi, chiaro, ma di fatto la qualità del servizio di trasporto pubblico cittadino in Italia è ben peggiore di quello offerto in Norvegia, anche a parità di tecnologia).

La Norvegia detiene la maggiore quota al mondo di veicoli elettrici. Nel 2022 sono stati l’80% di tutti i nuovi veicoli immatricolati, secondo il World Resources Institute.

Più della metà della flotta di Ruter è già costituita da veicoli a batteria. Entro la fine del 2024, a Oslo circoleranno solo autobus elettrici.

Ma è vero che il freddo limita l’autonomia delle batterie

Sicuramente, come noto, quando fa freddo in inverno i veicoli elettrici di ogni dimensione possono avere problemi di limitata autonomia. In particolare, in caso di temperature rigide, il riscaldamento dell’abitacolo può consumare fino al 30% della batteria nel caso di un autobus.

Secondo recenti studi condotti dall’Università del Michigan, a temperature molto basse, tra -10 e -12°C, un veicolo elettrico parcheggiato può perdere fino al 30-40% della sua autonomia prima ancora di iniziare a muoversi.

Questo ha spinto la Ruter di Oslo a trovare delle soluzioni per evitare davvero una paralisi dei mezzi pubblici in questo freddo inverno scandinavo, ad esempio potenziando la rete di ricarica e modificando i turni di ricarica: l’importante, hanno spiegato, è che il mezzo rimanga attaccato al sistema di ricarica fino all’ultimo minuto utile prima di partire per il servizio.

Bisogna inoltre ricordare che il freddo e la neve mettono a dura prova anche i motori tradizionali a benzina e diesel: con una temperatura di -5°C un motore a idrocarburi consuma il 10% in più di carburante rispetto a quando la temperatura si aggira sui 20°C e l’aumento è ancora più significativo durante gli spostamenti urbani brevi con temperature negative, casi nei quali si arriva ad un aumento dei consumi di carburante anche del 20%.