DECODER: Movimento difesa del cittadino, ‘Giusta la sentenza europea, i contributi di Stato erano gonfiati’

di Flavio Fabbri |

VINTI

Dopo la decisione presa dal Tribunale dell’Unione Europea, che ha sostanzialmente bocciato il ricorso Mediaset sugli incentivi ai decoder del digitale terrestre, arrivano le prime reazioni alla sentenza. Soddisfazione è stata espressa dal Movimento difesa del cittadino (Mdc) che, nelle parole del responsabile Nuove Tecnologie e Servizi a Rete, Francesco Luongo ha sottolineato che: “A distanza di sei anni, la sentenza del Tribunale dell’Unione Europea conferma inequivocabilmente che avevamo ragione noi sull’illegittimità dei contributi statali ai decoder”.

Già nel 2004, infatti, l’Mdc aveva denunciato pubblicamente l’erogazione da parte dello Stato di 120 euro per singolo device ai fornitori di decoder, come un atto insensato e soprattutto illegittimo. Una battaglia che è continuata anche dopo, quando nel 2005 tale contributo “stranamente si ridusse a 70 euro“. Alla base delle generose elargizioni statali, infatti, c’era la più che condivisibile ragione degli aiuti di Stato alle fasce più deboli, che non potevano permettersi di spendere 50 euro per comprarsi un decoder. Ma se il digital divide si deve combattere, è anche vero che sprechi o regali non sono ammessi in tempi di crisi economica.

L’Unione Europea – ha stigmatizzato Luongo – per l’ennesima volta, ha messo a nudo un caso di business a vantaggio di pochi, con l’aggravante di essere stato portato a termine con i soldi dei cittadini, gli stessi soldi pubblici sui quali la politica chiede oggi coraggiosi tagli“. Resta ora da chiedersi, sempre con le parole del responsabile nuove tecnologie dell’Mdc: quali saranno le conseguenze reali della sentenza UE? A chi saranno addebitati i costi della condanna? Ai cittadini o alle imprese?