Eutelsat: il satellite vince la sfida della convergenza. Una tecnologia che corre verso il futuro. Intervista a Giuliano Berretta

di di Raffaele Barberio |

Il satellite oltre la Tv per colmare il digital divide. L'Italia sempre centrale nella strategia di Eutelsat.

INTERVISTA


Giuliano Berretta

Risultati al di là delle aspettative. Eutelsat ha presentato un bilancio ottimo e previsioni in forte crescita. Una società attiva che si sta muovendo verso nuovi mercati e che ha annunciato prossimi accordi con operatori tlc per servizi video e a valore aggiunto. Il satellite esce vincente dalla convergenza delle tecnologie. Ne abbiamo parlato con Giuliano Berretta, presidente e direttore generale di Eutelsat Communications.

 

K4B. Eutelsat ha appena presentato i dati di bilancio 2007/2008, con risultati superiori alle previsioni. Quali gli elementi vincenti?

 

Berretta. Il dato più rilevante è che cresciamo, cresciamo bene e in modo inequivocabile. Registriamo un accentuato sviluppo sui servizi video, che producono il 75% del fatturato, ma abbiamo avviato un nuovo percorso sui servizi a valore aggiunto che oggi sono solo il 4%, ma hanno un grosso potenziale di crescita. Sono le applicazioni del futuro sulle quali stiamo fortemente investendo e che legano il satellite a internet.

 

 

K4BGli esperti, però, dicono che sul mercato europeo il segmento video è pressoché saturo. Perché continuare a puntare su questo settore?

 

Berretta. Il servizio video ha avuto uno sviluppo estremamente interessante, perché il numero di canali durante quest’anno è aumentato ancora del 20% nonostante fosse già estremamente elevato e siamo passati a più di 3000 canali video nella flotta di Eutelsat: parliamo esattamente di 3123 canali al 30 giugno che ci rendono il numero uno nella zona che copriamo (Europa, Africa, Medio Oriente, Russia, Turchia ecc.). Alcuni canali sono dedicati all’Europa Occidentale (Unione Europea eccettuato qualche Paese), chiamata primo continente, e poi c’è il secondo continente (Russia e tutto il resto, Africa, Turchia). Il secondo continente ha raggiunto il primo come numero minimo dei canali, con una crescita molto più forte del primo, infatti sui 515 canali aggiuntivi, 422 vengono dal secondo continente. Il primo continente ha quasi raggiunto un livello di saturazione anche se continua ad aumentare.

 

 

K4BTecnicamente parlando, si sono rese necessarie modifiche o implementazioni della rete di satelliti per arrivare a questi risultati?

 

Berretta. Sì, sono stati necessari alcuni interventi. Non avevamo più capacità e per aumentare anche il primo continente abbiamo dovuto creare una nuova posizione orbitale 9 gradi est e chiamarlo col nome gemello dell’Hot Bird che sta 13 gradi est con i suoi oltre 1100 canali. La posizione Eurobird 1 copre le isole britanniche con 121 canali.

Avremo presto anche una terza posizione che stiamo creando perché le altre erano entrambe sature, Eurobird 9 a 9 gradi est, che consentirà di ricevere la televisione con antenne a doppia testa sia dai 9 che dai 13 gradi est.

Si sta registrando un certo spostamento verso la nuova posizione orbitale che diventerà magari anche meglio dell’Hot Bird, che risulta ormai saturo. Alcuni clienti verranno infatti presto spostati altrove, operazione che ci consentirà di guadagnare capacità per i nostri più grossi clienti come Sky Italia.

 

 

K4B.   Il quadro che emerge dai dati finanziari è quello di una società che corre, che ha un ottimo cash flow, che riesce a distribuire un dividendo agli azionisti e a programmare investimenti per il futuro…

 

Berretta. In effetti, c’è stato un aumento maggiore dell’EBITDA che ha portato non solo ad una maggiore redditività ma anche ad un cash flow molto interessante. Il nostro cash flow operativo è stato superiore al 60% in tutti questi 3 anni: il 63% nel 2005/2006, il 63,6% nel 2006/2007 e il 64,5% nel 2007/2008. Si tratta di una cifra molto importante perché è da lì che vengono fuori gli investimenti che si fanno e i dividendi. Significa che stiamo migliorando la redditività perché in cassa rimane sempre di più ogni anno. Il cash flow operativo di quest’anno come cifra assoluta è pari a 566,6 milioni di euro.

 

 

K4BParliamo di una cifra enorme: con questi soldi, cosa si può fare?

 

Berretta. Penso che ci siano poche società che, dopo aver effettuato un investimento annuo medio pari a 450 milioni di euro, possano ritrovarsi con la bellezza del 64,5% del fatturato come libero cash flow operativo. Quest’anno è stato un po’ di meno, l’anno prossimo sarà un po’ di più perché abbiamo 7 satelliti in costruzione.

È una redditività estremamente elevata che Eutelsat raggiunge grazie ad un controllo delle spese molto attento e ad un’economia dei costi che ci ha portato ad essere la compagnia mondiale più redditizia di quelle che operano nel satellitare. Il profitto netto di quest’anno è stato di 172,3 milioni di euro.

 

 

K4BPer fare fronte alle difficoltà che accomunano operatori italiani e stranieri di oggi, Eutelsat ha deciso di adottare una logica di differenziazione dell’offerta e lotta al digital divide…

 

Berretta. La novità degli ultimi mesi è l’offerta Tooway: servizio di nuova generazione sviluppato proprio per offrire all’utente finale un accesso alla banda larga via satellite di grande qualità a prezzi ragionevoli. E’ attualmente sul mercato a 36 euro al mese, perché chi abita nelle periferie o in campagna deve sapere di non avere un trattamento molto diverso dal cittadino.

Adesso abbiamo questo sistema intermedio con un carico utile che si trova solo negli Hot Bird a 20/30 giga. Abbiamo un altro satellite in banda Ku su satellite Eurobird 3 che si trova a 33 gradi est e ci permette di offrire un servizio Tooway in banda Ku, che però è anche disponibile in banda Ka. In Italia lo vendiamo soprattutto in banda Ka. Abbiamo già distributori in 7 Paesi, tra cui l’Italia.

  

  

K4BCosa caratterizza l’Italia rispetto agli altri Paesi europei?  
  

Berretta. Se guardiamo ai tassi di crescita, in Italia, rispetto al resto d’Europa, lo sviluppo del satellitare è accentuato. Il successo di Sky Italia è indubbio e la sensibilità del mercato italiano per il satellitare è positiva soprattutto se ci fermiamo all’ambito della televisione. C’è qualche altro Paese con un trend maggiore, come l’Inghilterra ad esempio, dove più di 10 milioni di famiglie guardano la televisione e quasi un inglese su due guarda quella satellitare.

In Italia sono 7 milioni di famiglie che hanno l’antenna satellitare individuale o collettiva. Gli individuali sono 6 milioni. L’altro milione sono famiglie che hanno antenne collettive. Stesso livello per la Francia. In Italia c’è un operatore di grande successo che è Sky Italia, poi ci sono gli altri che trasmettono in chiaro. In questo Paese c’è una grande quantità di televisioni libere ed indipendenti che usano il satellite per ampliare la loro copertura. Questo è un aspetto molto positivo. Poi c’è la Rai che ha il suo importante bouquet, Raisat.

Per Eutelsat l’Italia è il mercato principale. Siamo presenti anche in altri Paesi, come la Russia dove siamo praticamente l’unica copertura.

  

  

K4BL’Italia è stata totalmente annullata dal segmento satellitare? È ipotizzabile per il futuro una chance per il nostro sistema Paese?

  

Berretta. Io non sarei così pessimista. Il fatturato Eutelsat è pari a 900 milioni di euro. Tanto denaro è stato investito in Italia: 40/50 milioni di euro in Skylogic e altri 20/25 milioni di euro in Sardegna. Stiamo creando opportunità umane e diamo lavoro al Paese e non è male se c’è anche un ritorno dell’investimento. Se gli italiani vogliono entrare a far parte di Eutelsat possono farlo in borsa: ci sono fondi italiani che sono ben investiti in Eutelsat. Poi ci sono Rai, Sky Italia, Mediaset che lavorano su satellite. Senza dimenticare che nella costruzione e progettazione lavorano importanti aziende attive in Italia, ad esempio a Torino e a Roma.

 

 

  

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