#Datagate: milioni di computer infettati dai malware dell’NSA (anche via Facebook)

di Alessandra Talarico |

Tra le altre cose, l’NSA avrebbe inviato email infettate col malware, così da poter scattare foto dalla webcam e captare l’audio attraverso il microfono, registrando così le conversazioni via Skype e altri sistemi VoIP.

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Un malware per raccogliere automaticamente i dati di milioni di computer in tutto il mondo sarebbe stato utilizzato dalla National Security Agency americana per introdursi nei computer e raccogliere clandestinamente i dati degli utenti telefonici e internet di tutto il mondo, riducendo al minimo l’impiego di risorse umane.

È quanto emerge da nuovi documenti resi noti dal giornalista Glenn Greenwald che per primo svelò al mondo le attività di spionaggio effettuate dagli Usa sulla base delle rivelazioni di Edward Snowden.

Il programma, nome in codice ‘turbine’ sarebbe stato esteso ‘enormemente’ a partire dal 2010 e avrebbe goduto anche del sostegno dell’intelligence britannica GCHQ che avrebbe, anzi, giocato un ruolo di primo piano. In alcuni casi, l’NSA avrebbe usato anche Facebook come trampolino per infettare specifici computer: in sostanza, spiega Greenwald nel suo reportage, “quando il ‘bersaglio’ accede al suo profilo, l’NSA ‘mascherandosi’ da falso server Facebook trasmette pacchetti di dati maligni che ingannano il computer inducendolo a pensare che questi pacchetti provengono dal vero Facebook. Nascondendo il malware all’interno di quello che sembra una normale pagina di Facebook, la NSA è quindi in grado di introdursi nel computer e trasferire i dati dal disco rigido”.

In altri casi ancora l’NSA avrebbe inviato email infettate col malware, così da poter scattare foto dalla webcam e captare l’audio attraverso il microfono, registrando così le conversazioni via Skype e altri sistemi e rivelando l’username del chiamante.

Un documento top secret del 2012 rivela che una volta attivato cliccando sul link delle email, il malware è in grado di inserirsi nel Pc in 8 secondi.

Il sistema di hacking, gestito dalla base di Fort Meadow, avrebbe altresì consentito di lanciare cyberattacchi per negare l’accesso a determinati siti o impedire il download di file.

 

Mentre emergono questi nuovi dettagli, i deputati europei hanno approvato un progetto di risoluzione che chiude sei mesi d’indagini sulle attività di spionaggio della National Security Agency. Nella risoluzione, approvata con 544 voti a 78, con 60 astensioni, si afferma che “…la lotta al terrorismo non può giustificare una sorveglianza di massa segreta e illegale”.

La risoluzione richiama gli Stati Uniti a proporre nuove regole per il trasferimento dei dati personali che soddisfino i requisiti europei e sostiene che l’Europa dovrebbe sospendere l’accordo Safe Harbour – sulla riservatezza del trasferimento di dati a fini commerciali tra l’Unione europea e gli Stati Uniti – i cui principi “non forniscono un’adeguata protezione dei cittadini europei”.

Anche il programma finanziario di controllo del terrorismo (TFTP) dovrebbe essere sospeso finché non vengano chiarite le accuse nei confronti delle autorità statunitensi riguardo l’accesso a dati bancari dei cittadini europei fuori dal contratto.

Il Parlamento dovrebbe, inoltre, rifiutare il suo consenso all’accordo finale sul commercio e gli investimenti (TTIP) con gli Stati Uniti finché non siano pienamente rispettati i diritti fondamentali Ue, nonché  escludere dai negoziati commerciali la protezione dei dati.

Il testo approvato parla anche di un ‘Programma europeo di protezione informatori’ – che dovrebbe prestare particolare attenzione alla “complessità della denuncia delle irregolarità nel campo dell’intelligence” – e invita  gli Stati membri a esaminare la possibilità di concedere protezione internazionale agli informatori.