Datagate, e se Snowden trovasse rifugio in Europa? Obama: ‘Daremo alle Ue tutte le informazioni’

di Alessandra Talarico |

Napolitano ha definito il Datagate una ‘questione spinosa che dovrà trovare risposte soddisfacenti’. La Farnesina chiede chiarimenti e per il ministro della Difesa, se quanto emerso dalla stampa fosse vero ‘i rapporti Italia-Usa sarebbero compromessi’.

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Angela Merkel Barack Obama

È stato un weekend caldissimo, quello appena trascorso, per le relazioni transatlantiche: la tensione per lo scandalo Datagate è salita alle stelle dopo le nuove rivelazioni fatte trapelare dalla ‘talpa’ Edward Snowden stavolta sul quotidiano tedesco Der Spiegel e secondo cui gli Usa avrebbero piazzato cimici nelle ambasciate di diversi Paesi europei e alleati, compresa l’Italia – ma anche Francia e Grecia – sia a Washington che a New York, in sede Onu.

 

Notizie che hanno provocato reazioni indignate sia in Europa che in Italia.

Il primo a chiedere chiarimenti, parlando di tattiche degne della guerra fredda, è stato ieri il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz, che ha avvertito che il caso potrebbe avere “un impatto grave” sui rapporti bilaterali. Secondo il Commissario Ue alla Giustizia Viviane Reding, l’Europa non può intavolare negoziati su un grande mercato transatlantico “se c’è anche il minimo dubbio che i nostri partner fanno attività di spionaggio sugli uffici dei nostri negoziatori”.

 

È arrivata oggi anche la presa di posizione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha definito quella del Datagate una “questione spinosa che dovrà trovare delle risposte soddisfacenti”. Anche la Farnesina ha chiesto chiarimenti, mentre nel corso di un videoforum su Repubblica.it, il ministro della Difesa, Mario Mauro, pur esternando la necessità di procedere con cautela su accuse ancora tutte da verificare, ha sottolineato che se quanto riportato dalla stampa fosse vero “…i rapporti tra Italia e Usa sarebbero compromessi”.

“Se siamo alleati – ha continuato il ministro – non è accettabile che qualcuno all’interno di questo rapporto si comporti come una volta faceva l’Unione Sovietica con i suoi paesi satelliti”.

 

Dalla Tanzania, dove si trova in visita, Barack Obama ha rassicurato gli alleati europei sul fatto che gli Usa forniranno tutte le informazioni necessarie riguardo le accuse di spionaggio ma ha difeso l’operato dei servizi di intelligence, sottolineando che “…tutti i servizi, compresi quelli europei cercano di capire cosa succede nella ltre capitali usando fonti non giornalistiche”. Anche il segretario di Stato John Kerry aveva fatto sapere che “…non è insolito” cercare informazioni sugli altri Paesi: come dire ‘ciascuno fa il proprio mestiere’.

Posizioni che difficilmente potranno placare l’ira dei paesi coinvolti, Francia in testa. Il presidente Francois Hollande non è per le mezze misure: senza chiarimenti sulla reale entità delle presunte operazioni di spionaggio, niente negoziati sugli accordi di libero scambio.

Un ‘diktat’ che “vale per la Francia, ma anche per tutta l’Unione europea, tutti i partner degli Stati Uniti”, ha tuonato Hollande.

Ieri, il ministro degli esteri Laurent Fabius aveva affermato che tali attività, se confermate, “sarebbero totalmente inaccettabili”.

 

Il cancelliere tedesco Angela Merkel, attraverso il suo portavoce Steffen Seibert ha espresso ‘sconcerto’ e chiesto chiarezza per “ristabilire un clima di fiducia” tra Usa ed Europa.

Ieri, il ministro della giustizia tedesco Sabine Leutheusser-Schnarrenberger aveva parlato di ritorno a un “clima da guerra fredda”, sottolineando che “è oltre la nostra comprensione che i nostri amici negli Usa considerano gli europei nemici”.

 

La Commissione europea, intanto ha contattato le autorità Usa sia a Washington che a Bruxelles per chiedere “chiarimenti urgenti sulla veridicità delle accuse” emerse dalla stampa.

L’alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza Catherine Ashton ha riferito che le Autorità Usa “stanno verificando l’accuratezza delle informazioni pubblicate ieri e ci risponderanno al più presto possibile”.

Per il momento, quindi, non verrà “rilasciato alcun ulteriore commento” sulla vicenda.

 

In Francia e in Germania, intanto, l’opposizione chiede ai rispettivi governi di offrire riparo a Edward Snowden che si troverebbe ancora nell’area transiti dell’aeroporto di Mosca e – dopo il dietrofront dell’Ecuador – avrebbe fatto richiesta di asilo a 15 Paesi, affindando le richieste al ministero degli Esteri russo.

Juergen Trittin, leader del partito tedesco dei verdi sostiene che una persona come Snowden “dovrebbe essere protetto” e “trovare rifugio in Europa perchè ci ha reso un servizio rivelando il massiccio attacco ai cittadini e alle imprese europee. La Germania – ha aggiunto – potrebbe farlo”.

 

Secondo i documenti resi noti dal Guardian, il nome in codice dell’ambasciata italiana a Washington era ‘Bruneau’ o ‘Hemlock’. Il nome in codice dell’operazione avviata contro la rappresentanza francese all’ONU era ‘Blackfoot’ e quella contro l’ambasciata a Washington era ‘Wabash’.

‘Powell’ e Klondike erano invece i covername delle intercettazioni sulle rappresentanze diplomatiche greche.

 

Sarebbero invece prive di riscontri le accuse di una seconda ‘talpa’, l’ex luogotenente della Marina americana Wayne Madsen, secondo cui l’Italia, ma anche la Germania, la Francia e altri paesi europei avrebbero accordi segreti con gli Stati Uniti per il passaggio di dati personali alla National Security Agency.

La notizia, comparsa sul Guardian è stata infatti prontamente rimossa dal sito internet del quotidiano proprio perchè la fonte non sarebbe attendibile.