Competizione fallimentare? Secondo il NYT la liberalizzazione del mercato tlc negli Usa non ha portato i benefici promessi

di Alessandra Talarico |

Se guardiamo alla velocità di trasmissione dei dati, l’America è scivolata dal 1° al 26esimo posto mondiale e i consumatori Usa pagano il sesto prezzo più alto al mondo per internet, sedici volte il prezzo pagato dagli abitanti della Corea del Sud.

Stati Uniti


AT&T

A quanto pare, la competizione del mercato delle telecomunicazioni negli Usa non ha portato i vantaggi promessi ai consumatori in termini di innovazione, servizi migliori e prezzi più bassi. Secondo quanto considerato in un editoriale del New York Times, lo scorporo di AT&T (all’epoca Ma Bell)  in 7 società – imposto nel 1984 dal Dipartimento di Giustizia per diluirne il potere sul mercato – avrebbe provocato anzi un abbassamento della qualità dei servizi e prezzi più alti di quelli che si sarebbero ottenuti in un vero mercato competitivo.

A meno di 20 anni da questa controversa decisione – innescata 10 anni prima da un ricorso all’antitrust di MCI, secondo operatore sul mercato Usa – si è tornati tra l’altro a una situazione di pesante duopolio: il mercato resta dominato da due ex Baby Bells, AT&T e Verizon, ognuna a tutti gli effetti leader del proprio segmento come fosse quasi un monopolio. Con il risultato, sottolinea il quotidiano che “ci sono meno incentivi ad abbassare i prezzi, migliorare il servizio o investire significativamente in nuove tecnologie e infrastrutture”.

 

Una situazione che “lascia i consumatori americani con un maggior svantaggio in confronto ai consumatori del resto del mondo”.

In media, per esempio, il pacchetto ‘triple play’ (Internet, telefono e televisione via cavo) è venduto a 160 dollari al mese tasse incluse. In Francia l’equivalente costa solo 38 dollari. A questo prezzo, i consumatori francesi possono chiamare in 70 paesi stranieri, dispongono dei programmi televisivi di tutto il mondo e di connessioni internet  20 volte più veloci in upload e 10 volte in download.

 

In quanto a velocità di trasmissione dei dati, l’America è scivolata dal primo al 26esimo posto mondiale, dietro a Bulgaria, Ucraina e Lituania e i consumatori Usa pagano il sesto prezzo più alto al mondo per internet – sedici volte il prezzo pagato dagli abitanti della Corea del Sud, secondo l’OCSE.

Altrettanto grave è il problema della copertura: in Francia, Corea del Sud e in altri paesi sviluppati, internet superveloce è, o lo sarà a breve, disponibile ovunque. In America la fibra ottica di AT&T si ferma a poche case e piccole aziende, mentre Verizon progetta di terminare l’installazione della fibra ottica una volta raggiunti 18 milioni di abitazioni.

“Molte zone degli Stati Uniti – spiega il NYT – non viaggeranno mai sulle autostrade dell’informazione ma anzi arrancheranno lungo l’equivalente digitale di una strada di campagna”.

“E questo – continua – rappresenta un problema economico per l’America: le industrie e i lavori che chiedono una rete universale ultra veloce saranno molto probabilmente realizzate altrove. E peggio andrà ai consumatori, perchè entrambi i cartelli chiedono meno regolamentazione, non più regolamentazione. Una mano più leggera del Governo, dicono, garantirà più concorrenza e produrrà benefici per i consumatori”.

 

“In pratica, anche se la deregolamentazione ha significato nuove leggi – scritte dalle corporazioni per le corporazioni – questo ha spesso mandato all’aria concorrenza e maltrattato i consumatori”, prosegue il NYT. 

In sei Stati (Alabama, California, Florida, North Carolina, Texas and Wisconsin), ad esempio, le Bell Twins – in nome della concorrenza – sono riuscite a far abrogare il diritto in vigore dal 1913, ad avere un servizio telefonico ad ogni indirizzo. E i cartelli stanno lavorando vigorosamente per estendere questa abrogazione.

Inoltre, qualcuno ha proposto nuove regole che, se adottate, potrebbero davvero mettere delle persone in pericolo: AT&T, per esempio, ha suggerito di smantellare la vecchia rete in rame – l’unica piattaforma di comunicazione che ha funzionato in alcune zone dopo l’uragano Sandy perché basata su una fornitura minima e separata di elettricità.

 

“Il rimedio per queste pratiche anti consumatori è chiaro: riportare l’industria delle telecomunicazioni ad una competizione reale. La FCC, il Dipartimento di Giustizia e i legislatori hanno spiegato da tempo i loro obiettivi. Ma a causa dell’assenza di nuove regole che promuovano vigorosamente la competizione tra le società di telecomunicazioni, tutto questo semplicemente non accadrà”, informa infine il NYT, sottolineando che “…proprio come i canali e le ferrovie hanno condotto l’America nel 19° secolo e le autostrade e gli aeroporti lo hanno fatto nel 20° secolo, le autostrade dell’informazione sono vitali per la crescita della nazione nel 21° secolo. La nazione – conclude – non può lasciare il proprio futuro nelle mani dei cartelli”.