Google: campagna contro la legge tedesca sul diritto d’autore. Per gli editori, ‘Ingiusto, semina il panico tra gli utenti’

di Raffaella Natale |

Google si sente ormai all’angolo. Giovedì, infatti, il Parlamento voterà la Lex Google, che prevede il pagamento di una royalty agli editori per i contenuti indicizzati.

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Per Google queste sono ore cruciali. In Germania, giovedì 29 novembre il Parlamento dovrà votare la proposta di legge, nota come Lex Google, che pone l’obbligo a carico dei motori di ricerca di pagare una sorta di diritto d’autore agli editori per i contenuti che vengono indicizzati.

Ma, mentre i parlamentari sono inmpegnati a esaminare questo testo, che intende garantire ai giornali “un’equa partecipazione” ai profitti guadagnati dai motori di ricerca e aggregatori di notizie, Google lancia una campagna, definita da alcuni ‘aggressiva’, rivolgendosi direttamente agli utenti dalla home page tedesca del suo motore di ricerca: “Vuoi trovare ancora ciò che stai cercando? Partecipa alla campagna ‘Difendi la tua rete‘ (Verteidige Dein Netz)”.

Il gruppo, poi, attraverso un video commenta che da oltre 10 anni, gli utenti tedeschi possono trovare su Google ciò che di importante accade nelle loro vite, ma che “un progetto di legge intende cambiare” questo stato di cose. Attraverso questa pagina si dà modo agli utenti di sostenere Mountain View, scrivendo ai parlamentari del proprio collegio per manifestare un eventuale dissenso.

 

Google si rivolge agli utenti tedeschi spiegando che le nuove norme, se approvate, permetterebbero agli editori di vietare l’indicizzazione dei loro articoli nei risultati di ricerca, se non dietro pagamento di una royalty.

“Per te – spiega ancora Mountain View agli utenti – diverrebbe più difficile trovare in internet le informazioni che cerchi”. “Difendi la tua rete, allora, e condividi questa pagina con i tuoi amici!”

Alcuni giorni fa, la compagnia americana è arrivata addirittura a minacciare che se passasse la legge lascerà il Paese. Ma se così fosse, dovrebbe presto farlo anche in altri importanti Stati Ue, come la Francia, dove le cose vanno nella stessa direzione, e l’Italia.

Ricordiamo, infatti, che il mese scorso proprio a Roma editori italiani, francesi e tedeschi hanno deciso di avviare un’azione congiunta per la promozione e la tutela dei contenuti editoriali online (Leggi Articolo Key4biz).

 

Stefan Tweraser, responsabile della divisione tedesca di Google, ha sottolineato che “la maggior parte dei cittadini non ha mai sentito parlare di questa proposta di legge (…) nonostante riguardi tutti gli utenti internet in Germania”.

Aggiungendo che l’approvazione della proposta “significherebbe meno informazioni per i cittadini e costi più alti per le imprese“.

 

Di tutt’altro avviso la Federazione degli editori tedeschi di giornali (Bdvz, secondo cui “é normale che chi sfrutti commercialmente un contenuto paghi“, ha detto la portavoce Anja Pasquay.

Gli editori si sono detti “sorpresi che un’azienda si comporti in questo modo: la diffusione di panico da parte di Google è priva di ogni fondamento”.

Le nuove norme sono state sostenute dagli editori tedeschi, specie dai grossi gruppi come Axel Springer e Bertelsmann che lamentano la crisi del settore.