Smartphone: Google nel mirino dell’Antitrust Usa per i brevetti Motorola Mobility

di Alessandra Talarico |

I brevetti essenziali, secondo la FTC, sono l’equivalente delle ferrovie del 19esimo secolo e possono diventare dei colli di bottiglia anti-competitivi se i loro proprietari ostacolano l’accesso alla tecnologia o chiedono compensi irragionevolmente alti.

Stati Uniti


Google - Motorola

Le politiche di Google inerenti alla concessione delle licenze per i brevetti smartphone sono nel mirino della Federal Trade Commission, che sta già indagando da oltre un anno sulle presunte pratiche anti-concorrenziali della società nel settore della ricerca e dell’advertising online.

L’inchiesta, secondo quanto riferito da Bloomberg, è partita a luglio: l’interesse dell’Antitrust Usa si è concentrato, in particolare, sulle tecnologie per la gestione dei dati, cruciali per il funzionamento di smartphone e tablet.

 

La FTC ha chiesto informazioni a riguardo a Apple e Microsoft per capire se Google stia concedendo questi brevetti su base equa e non discriminatoria.

 

I brevetti essenziali, ha sottolineato l’antitrust, sono l’equivalente moderno e tecnologico delle ferrovie del 19esimo secolo e possono diventare dei colli di bottiglia anti-competitivi se i loro proprietari ostacolano l’accesso alla tecnologia o chiedono compensi irragionevolmente alti.

Il commissario FTC Edith Ramirez in audizione al Congresso a luglio ha affermato che “il blocco o la minaccia di bloccare l’accesso alle tecnologie essenziali può ostacolare l’innovazione aumentando i costi e l’incertezza per gli altri player dell’industria, inclusi altri detentori di brevetti”.

 

Acquistando Motorola Mobility per 12,5 miliardi di dollari, Google ha messo le mani su 17 mila brevetti, molti dei quali essenziali per la realizzazione dei dispositivi mobili e che Motorola si è impegnata a concedere in licenza.

L’operazione è stata dettata principalmente dalla necessità, per Google, di proteggere Android e i produttori di smartphone che utilizzano il sistema operativo dall’offensiva legale dei rivali.

In una nota, Google ha precisato di “prendere molto sul serio l’impegno a concedere le licenze su base equa, ragionevole e non discriminatoria” e di essere “felice di rispondere a qualsiasi domanda”.

 

La guerra dei brevetti è esplosa contestualmente al crescente successo degli smartphone. Apple e Samsung si stanno scontrando nei tribunali di mezzo mondo, accusandosi a vicenda di violare i rispettivi brevetti.

Per evitare che Google si appropriasse dei brevetti di Nortel Networks, Apple si è perfino alleata con Microsoft e altre 4 compagnie, spendendo per questi patents 4,5 miliardi di dollari.

 

L’indagine della FTC indica anche che l’Antitrust sta tenendo d’occhio l’accumulo dei brevetti da parte delle principali aziende hi-tech, temendo che le creazione di questi ‘arsenali’ possa danneggiare la concorrenza.

 

Sia la Commissione europea che il dipartimento di Giustizia Usa, hanno dato il via libera all’acquisizione di Motorola Mobility da parte di Google, ritenendo che l’operazione non pregiudicherà la concorrenza, ma entrambi hanno sottolineato la necessità di tenere d’occhio il comportamento di tutti gli operatori del settore in particolare per quanto riguarda l’uso sempre più strategico dei brevetti.

 

“Le aziende hi-tech – ha affermato Carl Shapiro, ex chief economist della divisione antitrust del dipartimento di Giustizia – non dovrebbero poter usare i brevetti essenziali come armi, per cercare di ottenere ingiunzioni di blocco prodotti concorrenti”.